Ricreare comunità nelle valli montane
Nasce l’assistente di borgata per valorizzare le comunità montane nelle valli del torinese e si occuperà di ricucire il tessuto sociale e rafforzare nuove reti affinché la montagna possa rinascere a nuova vita
di Lorena Di Maria (da italiachecambia.org)
16 novembre 2021
Negli ultimi anni la montagna ha iniziato a vivere una fase di rinascita, come testimoniato da borghi e borgate soggette a nuovi fenomeni di ripopolamento o da piccoli paesi che stanno combattendo, con soluzioni innovative, l’isolamento. Che si tratti di riscatto delle aree interne o di luoghi dove sperimentare nuovi modelli sociali, ciò che è certo è che sono sempre più numerose le esperienze di cambiamento che vedono come protagonisti i territori montani.
Nel torinese l’ultima esperienza, che certamente merita di essere raccontata, è l’introduzione di una nuova figura professionale, ovvero quella dell’“assistente di borgata”. Qual è il suo compito? Quello di connettere le comunità locali, aiutare e facilitare le relazioni tra le persone, oltre che attivare reti promuovendo progetti di sviluppo.
Nella pratica, l’assistente di borgata sarà un punto di riferimento per le comunità montane: si occuperà di offrire un supporto agli anziani negli impegni quotidiani, dal fare la spesa al recarsi alla posta, seguire i più piccoli nei compiti e aiutare, specialmente nell’ambito dell’assistenza domiciliare, persone anziane e adulti fragili che vivono nelle aree isolate e marginali e che necessitano di risposte immediate ai loro bisogni.
E proprio nell’ultimo anno l’emergenza Covid ha messo ancora più in luce la necessità di far collaborare nuove figure professionali con coloro che già operano nell’ambito socio-assistenziale. Nelle aree montane, ad esempio, sono già presenti gli ormai noti infermieri di comunità, che offrono assistenza a coloro che vivono nei piccoli paesi montani più isolati, i servizi di telemedicina e l’assistenza territoriale.
L’iniziativa fa parte del progetto europeo Alcotra da cui nasce “Cuore Solidale” per sperimentare, in un’ottica transfrontaliera, nuove e buone pratiche legate ai servizi sociali innovativi e sostenibili nelle aree montane e rurali. Così la Città Metropolitana di Torino, capofila del progetto, ha collaborato in sinergia con le due agenzie formative Inforcoop Ecipa Piemonte e il Consorzio Cfiq nell’area che coinvolge l’arco alpino situato tra Italia e Francia.
La sfida verso un ripensamento di queste aree coinvolge più di 600 borgate montane tra le valli piemontesi e quelle francesi, come nel caso dell’Alta e bassa Val Susa, della Val Sangone, del Pinerolese, delle Valli Chisone e Germanasca nel territorio italiano e della Maurienne, del Briançonnais e dell’Ecrins nel territorio francese.
In questi tre anni del progetto Alcotra, che è stato avviato nel 2018, le sperimentazioni hanno riguardato molteplici ambiti quali la mobilità sostenibile, l’assistenza domiciliare di persone anziane e di adulti fragili in aree marginali o la promozione della salute.
Gli assistenti di comunità, in questo senso, sono un fondamentale tassello di un ingranaggio che vede la montagna riattivarsi grazie a nuovi operatori che si occuperanno di intercettare le persone più fragili e bisognose, coinvolgendo le comunità affinché, con le esperienze apprese, possano proseguire su questa strada in autonomia.
di Lorena Di Maria (da italiachecambia.org)