Mimmo Lucano a Campobasso
Al centro dell’incontro il “modello Riace” che potrebbe essere replicato proficuamente nelle aree interne della nostra regione
di Redazione de Il Bene Comune
20 dicembre 2021
Un incontro di grande qualità civile, culturale e umanitaria, quello che ha avuto luogo ieri sera nella sala Celestino V della Curia vescovile di via Mazzini a Campobasso.
Ospite scomodo e controverso Mimmo Lucano, ex sindaco di Riace, condannato a 13 anni e due mesi di carcere (il doppio della pena che aveva chiesto per lui il pubblico ministero) per “eccesso di umanità”, come hanno detto fra gli altri Roberto Saviano, Gad lerner, Wim Wenders, Fiorella Mannoia, Beppe Fiorello e soprattutto il missionario comboniano Alex Zanotelli, unitamente alle centinaia di migliaia di cittadini che Lucano sta incontrando in giro per l’Italia e per l’Europa per raccontare, promuovere e spiegare la genesi, l’impianto, la prospettiva e l’incredibile criminalizzazione del “modello Riace”; di un progetto che è stato capace di fermare lo spopolamento e l’abbandono in un minuscolo comune della costa jonica calabrese assediato dalla ‘Ndrangheta e dal malaffare, senza interventi e fondi straordinari, senza le industrie calate dal nord; semplicemente coltivando e mettendo a frutto un umanitarismo nuovo, militante e progettuale, che ha dimostrato come sia possibile accogliere e integrare chi scappa dalla fame dai fascismi e dalle guerre, dando vita ad un modello di sviluppo localizzato, basato su minuscole iniziative, tutte nelle mani delle forze produttive locali, alcune indigene, altre arrivate da lontano.
Insieme a Lucano Antonio Ruggieri, direttore de il Bene Comune, l’antropologo Luigi Lombardi Satriani che nel primo pomeriggio aveva tenuto una lectio magistralis all’Università e Monsignor Giancarlo Bregantini che ha ispirato e indirizzato l’azione amministrativa, rivoluzionaria sotto diversi profili, dell’ex sindaco nella sua Riace.
Lucano è arrivato a Campobasso puntualissimo, accompagnato in automobile da Pietro Melìa, giornalista de “la Riiviera”, un organo d’informazione e d’impegno civile della Locride, amico devoto di vecchia data di Bregantini e anche di Lombardi Satriani, calabrese a sua volta.
Ha introdotto Ruggieri partendo dal titolo dell’incontro: “Accogliere per ripopolare”, sottolineando come l’esperienza riacese sia stata e sia fondamentale per le aree interne del nostro Paese e per quelle molisane innanzitutto, degradate dallo spopolamento e dall’insipienza di una politica autoreferenziale e inadeguata, ormai da decenni.
Ha anche detto che Riace è stato un laboratorio politico oltre che un efficiente ed entusiasmante modello d’accoglienza; un laboratorio fondato sull’uguaglianza, sulla trasparenza amministrativa, sull’utilizzo oculato delle risorse pubbliche, sul rispetto costituzionale del lavoro e dei diritti, a prescindere dal colore della pelle, dalla religione o dal credo politico dei tanti nuovi cittadini del piccolo comune calabrese.
Monsignor Bregantini ha ricordato i primi incontri e le prime collaborazioni con Mimmo Lucano quand’era Vescovo della Diocesi di Locri Gerace e del veliero carico di Curdi che approdò alla marina di Riace e che avviò fra mille difficoltà un’esperienza di accoglienza e di rigenerazione che sarebbe stata conosciuta e apprezzata in tutto il mondo.
Ha ricordato anche la sua deposizione, come “persona informata dei fatti”, nel febbraio 2021, al Tribunale di Locri, nell’ambito del processo Xenia, che al primo grado si è concluso con l’incredibile e inopinata condanna a Lucano e ai suoi numerosi collaboratori.
“Ai giudici ho detto che Lucano ha anticipato e messo in opera, con quindici anni di anticipo, quello che papa Francesco ha scritto nell’enciclica Fratelli tutti”, ha dichiarato il Vescovo Bregantini, rimarcando come l’esperienza riacese potrebbe e dovrebbe essere acquisita ed emulata in tutti i borghi molisani che stanno morendo d’abbandono.
Ha concluso leggendo un passo significativo dell’Enciclica di papa Bergoglio.
E’ stata poi la volta di Mimmo Lucano che in un intervento appassionato e lungo più di un’ora, ha ripercorso la vicenda riacese fin dall’inizio, mettendo in luce il ruolo di riferimento spirituale ed umanitario svolto da Monsignor Bregantini.
“Padre Giancarlo ha colmato in qualche modo il vuoto della politica” ha rimarcato, enumerando passaggi fondamentali e significativi delle innovazioni introdotte dal suo modello amministrativo, che quando ha operato delle forzature, lo ha fatto alla luce del sole e soprattutto col consenso della Prefettura di Reggio Calabria e del Ministero degli Interni, che lo chiamava di continuo per accogliere i migranti che in quegli anni sbarcavano senza sosta sulle nostre coste.
Ha denunciato con nome e cognome poteri forti e occultati che hanno lavorato contro Riace come Michele Di Bari, dimessosi di recente da Capo Dipartimento per le libertà civili e immigrazione del Viminale, per le vicende giudiziarie della moglie coinvolta in una vicenda riguardante lo sfruttamento del lavoro irregolare e il capolarato.
Di Bari era stato nominato da Minniti, confermato e promosso da Salvini.
Dal 2016 al 2019 è stato Prefetto di Reggio Calabria e proprio in quegli anni sono cominciate le ispezioni a raffica e la strategia della criminalizzazione del modello Riace e del suo operatore di maggior rilievo.
Lucano è entrato dettagliatamente nel merito dei reati per i quali è stato condannato, raccontando doviziosamente quello che è effettivamente accaduto aldilà delle comunicazioni giudiziarie e delle carte bollate.
E’ stato interrotto svariate volte dall’applauso della platea e al termine del suo intervento tutti i presenti si sono alzati in piedi commossi, battendogli le mani per almeno tre minuti di accorata intensità.
E’ intervenuto poi Luigi Lombardi Sariani che ha chiosato alcuni passaggi del discorso svolto da Lucano, sottolineando come la Calabria sia tenuta prigioniera dalla delinquenza organizzata che prospera innanzitutto per la inadeguatezza e la mediocrità del ceto politico.
Infine, Nicola Marrone, sindaco di Castelbottaccio, ha comunicato che il Consiglio del suo Comune aveva appena deliberato l’assegnazione della cittadinanza onoraria all’ex sindaco di Riace.
Purtroppo, mentre la sala si stava svuotando, si è dovuto registrare un incidente occorso al professor Lombardi Satriani che è caduto procurandosi una frattura al femore sinistro.
È stato soccorso prontamente dal 118 ed è stato ricoverato al Cardarelli mentre quelli ancora presenti in sala, anche con un sms, lo accompagnavano con un augurio di pronta guarigione.
La visita molisana di Lucano e di Pietro Melìa si è chiusa oggi giovedì 16 dicembre in prima mattinata a Castelbottaccio, con la consegna della cittadinanza onoraria da parte del sindaco Nicola Marrone che ha programmato con i due nuovi amici calabresi una visita nella Locride e quando prima, con una sosta obbligatoria a Riace naturalmente.
di Redazione de Il Bene Comune