Da scimmia a scimmia
Le bombe termonucleari e la guerra
di Michele Serra (da Il Tempo che fa)
14 marzo 2022
Sono qui per parlarvi da scimmia a scimmia. Per distruggere l’umanità bastano e avanzano una cinquantina di bombe termonucleari. Dette familiarmente bombe atomiche. Però nel mondo le atomiche non sono cinquanta. Sono quindicimila.
La domanda, dunque, è questa: se per annientare il nemico e anche l’amico bastano cinquanta atomiche, perché ne abbiamo costruite quindicimila? Una risposta razionale non esiste. Nemmeno la più cinica logica di guerra può giustificare uno spreco così demente.
Se fossimo al bar vi direi: questa è la prova del fatto che siamo, come specie, non solamente malvagi. Siamo anche coglioni. Ma se nel bar ci fosse uno psicoanalista potremmo fare un passetto in più: ci spiegherebbe che un accumulo così smisurato è una forma di collezionismo. Il collezionismo è studiato, in psicoanalisi, tra le perversioni.
Nel 1955, Albert Einstein e Bertrand Russel scrissero un appello per il disarmo firmato da una decina di premi Nobel. Diceva: “Vi chiediamo, se vi riesce, di mettere da parte le vostre opinioni e ragionare semplicemente in quanto membri di una specie biologica che rischia di estinguersi”.
La parola più audace, più utopistica, nella frase che vi ho appena letto, è l’uso del verbo ‘ragionare’. Non credo sia alla nostra portata.
di Michele Serra (da Il Tempo che fa)