“Tavola tavola, chiodo chiodo”
Al Teatro del Loto un progetto di Lino Musella e Tommaso De Filippo tratto da appunti, articoli, corrispondenze e carteggi di Eduardo De Filippo
di Sabrina Varriano – fb
4 aprile 2022
Eduardo, oltre le sue opere, oltre i suoi drammi che accompagnavano alla risata l’amarezza e il dolore per le differenze ingiuste che la vita fa, sempre, tra chi ha mezzi e chi non ne ha.
Eduardo, oltre il suo genio che il mondo intero ha riconosciuto tale e ammirato sul palcoscenico.
Eduardo, stavolta, alle prese con quel sogno folle di comprarsi il teatro San Ferdinando, Eduardo incalzato dalle banche, dalle scadenze.
Eduardo non considerato dalla politica pappona già allora (e non ha visto quella dei tempi recenti) nonostante che lui fosse Eduardo e ricevesse lettere di complimenti da Luigi Pirandello.
Eduardo che diceva ai ragazzi del carcere prossimi alla libertà: vi ringrazio per zio, ma chiamatemi Eduardo: voi siete Antonio, Giuseppe, Gennaro, e io sono Eduardo. Da pari a pari, proprio lui di fronte al quale pari non poteva essere nessuno.
Eduardo e la magnifica intervista di Biagi.
Eduardo, senatore a vita e la sua invettiva contro istituzioni sempre più disattente al mondo del teatro. E ora, oggi, purtroppo in quella disattenzione ci si può mettere dentro tutto: la scuola, la sanità, la cultura, l’arte. E il teatro, ovviamente. Una lettera al ministro dell’epoca tanto attuale da spezzare il fiato e le speranze, ammesso che ci siano ancora.
Appunti a memoria, senza pretese, presi da uno spettacolo che si conclude egli occhi del pubblico, non solo i tuoi, sono lucidi.
Gli applausi sono omaggio e gratitudine. Gli applausi piovono addosso e inondando Lino Musella.
“Tavola tavola, chiodo chiodo” è qualcosa di molto prezioso. Sabelli l’ha portato al Teatro del Loto, ci sarà ancora in questi giorni, lunedì e martedì. Se potete, andate.
Perché è vero quello che dice Stefano: uno degli spettacoli più belli che abbia mai portato in Molise. E di cose belle ne ha portato, altroché.
Lino Musella è di una bravura mostruosa (non è la migliore espressione, ma rende l’idea). Accompagnato dalla chitarra di Marco Vidino, per un’ora e mezzo lui in scena con voci, personaggi, intimità, passione. Assoluto talento napoletano che ricorda, forse anche per una certa somiglianza fisica, Massimo Ranieri. Altro mostro di arte
Al Loto c’è tutto questo in questi giorni. Anche lo scrittoio al quale Eduardo si sedeva. Impressiona l’emozione che dà.
di Sabrina Varriano – fb