Per un Parco Nazionale proiettato verso l’Europa ed altro
Negli ultimi tempi il mondo dell’ambientalismo molisano sta conoscendo un momento di slancio civile, anche grazie alla positiva dinamica intergenerazionale
di Domenico Rotondi
24 maggio 2022
Negli ultimi tempi il mondo dell’ambientalismo molisano sta conoscendo un momento di slancio civile, anche grazie alla positiva dinamica intergenerazionale che sta caratterizzando l’azione propulsiva dei vari organismi associativi presenti sul territorio dell’antica culla del Sannio italico. In questo quadro d’insieme si è inserita la manifestazione promossa dal gruppo dirigente di Legambiente Molise che, attraverso la dinamica partecipazione di cultori, appassionati e semplici cittadini della realtà campobassana, ha permesso la rilettura storica ed artistica dei Beni culturali cittadini, significativamente intrisi di Storia ed Arte.
Salvalarte
L’evento, denominato Salvalarte, ha ripercorso, infatti, gli angoli suggestivi del Borgo murattiano, riconoscendo le tradizionali funzionalità territoriali all’interno della pregevole cintura urbanistica. In particolare, si è parlato del valore antropologico della transumanza appenninica, in quanto elemento identitario della cultura sannita, così come non sono mancati rilievi geomorfologici sulla naturalità dell’intera area collinare. Ed ancora, hanno avuto il giusto riconoscimento architettonico i diversi stili strutturali presenti nel cuore antico di Campobasso, capaci di inanellare sia l’eclettismo dei palazzi pubblici, sia l’elegante Liberty delle composte villette private. Pari considerazione è stata data, infine, alla prospettiva futura dell’affascinante Borgo italico. La passeggiata formativa è stata, perciò, impreziosita dai qualificati contributi tecnici di Angelo Sanzò, Giulia Severino, Maurizio Pece, Nicola Guglielmi, Emilio Natarelli, peraltro non disgiunti dall’attività di coordinamento curata da Paolo Faraglione e Francesco Manfredi Selvaggi. Un evento importante, quindi, che ha rappresentato, ancora una volta, il legame sociale profondo vissuto e condiviso dalla civitas molisana. Allo stesso modo, e con altrettanto spirito riflessivo, si è svolta la “Settimana del Patrimonio”, indetta da Italia Nostra con lo scopo di attenzionare la condizione in cui versa il Patrimonio Culturale, senza nulla togliere al ruolo dei cosiddetti “Beni minori”, sempre più esposti, purtroppo, alla colpevole disattenzione delle classi dirigenti poco preparate.
Settimana del patrimonio culturale
Non sono mancati, nell’ambito della manifestazione, interessanti e puntuali appuntamenti culturali, fra cui una bella mostra fotografica sul valore paesaggistico del rilievo naturalistico molisano, anche in relazione alla Convenzione di Faro, dal momento che la stessa sottolinea gli aspetti pregnanti sia del Patrimonio culturale, sia della democrazia partecipativa. Italia Nostra Molise ha presentato, peraltro, il dossier “Sentieri culturali per la gestione consapevole del territorio”, volendo puntualizzare l’importanza sociale e culturale dei “Beni Comuni”, purtroppo, ultimamente, bersagliati dalle inqualificabili azioni speculative messe in campo dai faccendieri del falso ambientalismo. In tal senso, l’avvocato Gianluigi Ciamarra, nella qualità di presidente del sodalizio molisano, si è detto soddisfatto per i risultati raggiunti, nonché per la significativa partecipazione del qualificato pubblico. Un momento intenso, pertanto, quello vissuto dall’ambientalismo molisano che, malgrado gli sforzi finora compiuti, non riesce, però, a raggiungere il traguardo della realizzazione definitiva riguardante il Parco Nazionale del Matese. La vicenda, di per sé incredibilmente paradossale, si è arricchita di puntuali e circostanziate interrogazioni regionali e nazionali, presentate da Micaela Fanelli, Francesco Borrelli ed Enrico Borghi, tese a comprendere, fino in fondo, le ragioni dell’avvenuto intoppo procedurale lungo il cammino attuativo.
Parco_Matese
L’intero iter, infatti, è stato ultimato da tempo, anche grazie alla qualificata perimetrazione comprensoriale redatta dai tecnici ministeriali (Ispra). Ragion per cui al momento, in linea con le valutazioni tecnico-scientifiche espresse dai dirigenti di via Vitaliano Brancati, sarebbe auspicabile, secondo l’opinione diffusa di vari ambienti associativi, la costituzione di un grande Parco Nazionale Appenninico, includendo nel nuovo contesto territoriale sia le aree del Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise che le terre propriamente matesine. Di riflesso alla Campania rimarrebbe il Parco Regionale. Tale rimodulazione permetterebbe, oltretutto, un significativo salto di qualità all’intero progetto naturalistico, proiettandolo verso una dimensione europea. Il Parco, ridefinito come innanzi, rappresenterebbe il polmone verde dell’Appennino centro-meridionale, capace di assicurare all’omogenea cerniera territoriale Pescasseroli-Isernia-Bojano-Morcone-Guardia Sanframondi un ruolo significativo nell’ambito della programmazione ambientale in Italia. In tale ottica, sarebbero coinvolte diverse realtà regionali, senza invadere lo stretto ambito del Parco regionale di Piedimonte Matese. Una soluzione moderna e compatibile, in ottemperanza al principio costituzionale che regolamenta la leale collaborazione fra Stato e Regioni. Concludendo, un modo lungimirante per giungere, finalmente, ad un atto valente sul piano ambientale, territoriale e socio-economico.
di Domenico Rotondi