Un pensiero per Enzo Nocera
Gli Indiana Jones predatori dell’Arca perduta e i cacciatori di tartufi di Enzo Nocera. Nel Molise i secondi
di Franco Valente – fb
8 giugno 2022
Si deve a Enzo Nocera se negli anni Cinquanta-Sessanta ebbe un certo successo un movimento culturale che a Campobasso si definì genericamente come “Sottobosco”.
Qualche settimana fa, quando è venuto a Venafro a introdurre una conversazione di Rita Frattolillo sulla “tratta dei minori”, ho suggerito a Norberto Lombardi (che ha vissuto da giovanotto quella stagione) di tentare di formare un sodalizio del quale mi piacerebbe essere il portavoce con una sigla significativa: ARM (Associazione Rincoglioniti Molisani).
Se non altro per chiedere ad alta voce al Sindaco di Campobasso che a Enzo Nocera venga dedicato uno scampolo di piazza o un angoletto dignitoso dei giardini del centro dove qualcuno, magari anche portando a pisciare il cane o accompagnando il nipotino a prendere aria, rivolga il pensiero a coloro che hanno costruito la grande storia di questa regione ingrata nei confronti degli intellettuali.
Non so quanto può fregare ai miei amici lettori, ma voglio gridare a gran voce che se la storia del Molise è entrata nelle case dei Molisani si deve principalmente a due persone: Enzo Nocera e Francesco Colitto.
Il primo è l’inventore dell’Almanacco del Molise. Il secondo, ex parlamentare del Partito Liberale e Presidente della Banca Popolare del Molise, aveva una particolare passione per la ricerca delle fonti documentarie dei nostri paesi. Perciò con la sua banca sostenne la coraggiosa iniziativa editoriale degli Almancchi.
Oggi, politici che non hanno letto una sola pagina degli Almanacchi del Molise, si affidano a improbabili cacciatori dell’Arca perduta, predatori di lavori altrui, per scoprire un Molise che esiste solo nella propaganda a pagamento.
Gli altri sono cacciatori di tartufi. Quelli che cercano solo per il palato dei buongustai.
di Franco Valente – fb