Rifiuti in spiaggia
I dati sui rifiuti sono preoccupanti: è stata censita una media di 834 rifiuti ogni 100 metri di spiaggia, di cui l’84% è composto da plastica e il 46% è da oggetti monouso
di Marco Branca (da lafonte.tv)
9 giugno 2022
Stagione turistica alle porte, con il mare che torna protagonista come da costume nazionale per la bella stagione, dopo che l’incuria di spiagge ed arenili ha preso il sopravvento sulla dimensione turistica nel corso della lunga stagione invernale e tale tornerà tra qualche mese. La nostra regione detiene il tratto costiero più breve in assoluto a livello nazionale. Pur tuttavia, fa ugualmente parlare di sé, non in maniera positiva, ma soprattutto per quanto riguarda inquinamento, rifiuti ed inesistente salvaguardia del patrimonio naturale, seppur in un brevissimo tratto costiero. Di recente, in un’iniziativa patrocinata da Legambiente per tenere le spiagge pulite anche nel tratto molisano, nella fattispecie a Riovivo (Termoli), i volontari hanno rinvenuto davvero di tutto sepolto sotto la sabbia, dagli indumenti da lavoro a reti e materiale per la pesca. Ciò induce ad una profonda riflessione. I dati sui rifiuti sono preoccupanti: è stata censita una media di 834 rifiuti ogni 100 metri di spiaggia, di cui l’84% è composto da plastica e il 46% è rappresentato dagli oggetti monouso, alcuni dei quali messi al bando dalla Direttiva SUP (bastoncini cotonati, cannucce e agitatori per cocktail, contenitori per alimenti per il consumo immediato e l’asporto).
Questo scenario stupisce poco: d’altra parte, per il quinto anno consecutivo, solo Campomarino ha ottenuto la Bandiera Blu in Molise, un riconoscimento assegnato ancora una volta solo alla spiaggia più a sud del Molise. Per Campomarino è la decima Bandiera Blu consecutiva. Termoli resta a bocca asciutta come era già successo dal 2018 a oggi. Niente riconoscimento anche per Montenero di Bisaccia e Petacciato, mentre escono le Isole Tremiti.
Durante la recente e storica campagna di Legambiente, dedicata al monitoraggio ed alla pulizia dei rifiuti abbandonati lungo le coste della Penisola, non si è parlato stavolta solo di raccolta di rifiuti. L’ associazione ambientalista ha offerto una fotografia nitida dell’emergenza rifiuti abbandonati sulle spiagge grazie all’indagine Beach Litter, una delle più grandi campagne basata su un protocollo ufficiale di campionamento e catalogazione dei rifiuti applicato su tutte le spiagge investigate dagli 834 volontari dei Circoli locali di Legambiente che hanno partecipato all’iniziativa: parlano chiaro i dati dell’ indagine raccolti su 53 spiagge di 14 regioni (Abruzzo, Basilicata, Campania, Calabria, Emilia-Romagna, Lazio, Friuli-Venezia Giulia, Marche, Lombardia, Molise, Puglia, Sicilia, Sardegna, Veneto). Sono stati censiti un totale di 44.882 rifiuti in un’area totale di 271.500 mq, 8 rifiuti ogni passo, il che supera ampiamente il valore soglia stabilito a livello europeo per considerare una spiaggia in buono stato ambientale, cioè meno di 20 rifiuti abbandonati ogni 100 metri lineari di costa.
All’interno della top ten dei rifiuti spiaggiati, circa i due terzi del totale dei rifiuti ritrovati (il 64% del totale) sono rappresentati da sole 10 tipologie di oggetto (sulle 175 categorie totali). Al primo posto oggetti e frammenti di plastica, seguiti dai mozziconi di sigarette e dai pezzi di polistirolo. E ancora tappi e coperchi in plastica e le stoviglie usa e getta. Al sesto posto troviamo bottiglie e contenitori in plastica per bevande, al settimo le reti o sacchi per mitili o ostriche, seguite dai cotton fioc in plastica. Questi ultimi, messi al bando in Italia in favore di alternative più sostenibili e compostabili, sono da considerare proprio simbolo per eccellenza di maladepurazione. Nono posto occupato da oggetti e frammenti in plastica espansa e chiudono la classifica altre bottiglie e contenitori in plastica.
Numeri che appaiono difficili da contrastare ed un trend che appare difficile da invertire. Da un lato, gli aspetti positivi, ovvero lo straordinario lavoro di citizen science, con centinaia di volontari che hanno compiuto il monitoraggio dei rifiuti dispersi sulle spiagge e con una straordinaria rete di collaborazione fra associazioni, istituzioni, cittadini e imprese, che decidono di rendersi protagonisti indossando i guanti come atto di protesta e di azione. Dall’altro, l’enorme utilizzo di plastica ancora attuale, nonostante il 2022 si è aperto con il recepimento in Italia della direttiva europea SUP (Single Use Plastics). Un segnale positivo, in risposta all’SOS che lanciano le nostre spiagge anche con il monitoraggio di quest’anno. L’usa e getta in plastica, come confermato dall’indagine Beach Litter 2022, resta tra le principali cause di inquinamento in mare e minaccia per l’ecosistema marino. L’impegno deve essere ora quello di proseguire e lavorare sulla sensibilizzazione delle persone e sulla gestione e il riciclo dei rifiuti, altrimenti la sola messa al bando non sarà sufficiente.
Il tema del coinvolgimento di tutti, a partire dai giovanissimi, è fondamentale, sotto questo aspetto. La nostra è una piccola regione, e come tale, più delle altre va salvaguardata. Considerando che dalla salvezza del mare e della terra, oggi più che mai, dipende la nostra vita futura, e questo non è affatto un luogo comune, proseguire su questa strada non è mai abbastanza. Sta a noi farci portatori del messaggio verso le nuove generazioni, iniziando da esempi come questo.
di Marco Branca (da lafonte.tv)