Il Molise ha già dato
Acqua, non c’è “surplus”
di Pasquale Di Lena
27 giugno 2022
Nel Nord di questo nostro maltrattato Paese si è passati, con l’inizio dell’estate, alla razionalizzazione dell’acqua per “una siccità – dicono i sindaci di quel vasto territorio – che non ha precedenti negli ultimi decenni e, che rischia di aggravarsi…”. Come a dire “ci siamo accorti che la situazione che vive il clima non è una previsione catastrofica degli scienziati e degli ambientalisti, ma una dura constatazione, che sta a significare un silenzio criminale di chi ha sottoscritto gli accordi di Parigi e non li ha mai rispettati; di chi, anche e soprattutto, ha approfittato della folle, criminale, decisione di Putin per oscurare la situazione grave del clima, appesantita ancor più dalle bombe che vengono sganciate sull’Ucraina e sugli altri 180 scenari di guerra aperti in ogni angolo del globo”. Non si parla del clima perchè la causa prima del suo stato che sta per toccare la via del nono ritorno, è nel consumismo spietato imposto da un sistema altrettanto spietato per il suo non senso del limite e del finito e per la sua adorazione a un dio assoluto, il denaro. Basta vedere l’uso e abuso della pubblicità, ormai solo propaganda del sistema e del suo consumismo.
Una pubblicità /propaganda che non ha altro senso, se non quello di aggravare la situazione del clima, che è la ragione prima dello stato che vive il territorio più avvantaggiato dal consumismo, il Nord del Paese, quello che non riceve più acqua dalle sue sorgenti diffuse nella vasta area della catena alpina. Un esempio di furto del domani con il furto (in questo caso del cibo) è la pubblicità di una multinazionale e dell’orgoglio che, con la voce suadente di una giovane, esprime del più esteso campo di pannelli solari che vuol dire furto di cibo e di fertilità del suolo per l’identica superficie. Si diceva dell’Acqua e il mio pensiero va al mio Molise che, nelle mani di eletti sprovveduti, pensa di regalare, mentre nei paesi l’acqua viene razionalizzata, altra acqua alla Puglia e, peggio ancora, a pensare di nuovo a una diga dopo quella del Lago di Occhito, che è solo spreco di ambiente, cemento e calcestruzzo, asfalto. In pratica di risorse che, tutt’insieme, vengono sacrificate al dio denaro e ai suoi discepoli prediletti, che, non sanno dei valori e delle risorse del territorio e dei territori, di quelle della natura, e, se lo sanno, non ne hanno alcun rispetto.
Nel mondo si discute della “sicurezza dell’uomo minacciata da un’impronta idrica sempre più pesante” con ’80% della popolazione mondiale (circa 6 miliardi di persone) che vive in aree che si trovano ad avere un alto livello di minaccia di approvvigionamento idrico e un crescente attacco alla biodiversità degli ambienti di acque dolci. Una minaccia che, sempre più, riguarderà l’intera popolazione mondiale.
Nel Molise, ultimamente, è arrivata una richiesta della Puglia di altra acqua del Molise. E’ stato informato il consiglio regionale e, voci di governo e di opposizione, hanno parlato che era da calcolare il “surplus” prima di dare una risposta. Come dire che avevano già detto sì. Ora spetta ai molisani far rimangiare questa possibile cessione di una risorsa essenziale per il domani del Molise. Altra acqua alla Regione confinante, e, non per bere, ma per sviluppare ancor più quell’agricoltura industrializzata che la Fao ha dichiarato fallita e causa di una gran parte dei disastri che vive il territorio, in Molise, in Italia e nel resto del mondo. L’acqua è vita per tutti gli esseri viventi, animali e vegetali; benessere, sviluppo, futuro, ancor più per un Molise che della sua acqua ha fatto dono alla Campania, alla Puglia e all’Abruzzo, ciò che porta a sottolineare il senso alto di solidarietà di una regione che, oggi, può dire con orgoglio “IL MOLISE HA GIA’ DATO”. Dirlo alto e forte per far capire che ora ha bisogno di tutta la sua acqua per vivere e progettare il suo futuro, sapendo che bisogna dare una risposta alla domanda crescente di questo prezioso bene comune e che i cambiamenti climatici in atto portano – non è più solo un pensiero, una preoccupazione – ad aggravare la situazione, e, con essa, a far capire la sua prioritaria necessità.
Il Molise ha bisogno di tutta la sua acqua per: – Vivere bevendo salute, nel momento in cui ha la fortuna di avere acqua potabile a disposizione – Sognare, progettare e programmare il suo domani – Assicurare benessere ai suoi abitanti ed esprimere alto il suo senso di ospitalità, rassicurando chi lo vuole visitare per vivere emozioni date dai suoi ambienti e dai suoi paesaggi; dalla sua storia e dalla sua cultura; dalle sue tradizioni, in particolare quelle legate al cibo e a uno stile di vita proprio della Dieta mediterranea, patrimonio immateriale dell’umanità. – Sostenere la sua agricoltura e i suoi allevamenti, all’insegna della sostenibilità, della tradizione, della qualità che solo colture bio e allevamenti rispettosi degli animali possono assicurare. Agricoltura e allevamenti che sono tanta parte di quel primato di ruralità e biodiversità che il Molise ha. Agricoltura e allevamenti, estensivi, non industrializzati per rilanciare le piccole e medie aziende coltivatrici, e, con esse, i territori che oggi vivono l’abbandono e lo spopolamento. – Salvaguardare la biodiversità dei suoi corsi d’acqua – ruscelli, fiumi, laghi, falde acquifere – ecosistemi fondamentali per il suo approvvigionamento. – Generare energia e produrre beni. – Promuovere e sviluppare i turismi possibili con l’immagine della bellezza e della bontà; il senso alto di ospitalità; l’organizzazione dei suoi valori e delle sue risorse per un’offerta puntuale, impreziosita da cibo sano e acqua potabile.
Sette buone motivazioni che hanno bisogno di idee, progetti, partecipazione, e, se necessario, anche di lotte per diventare fatti. Riaffermare che l’acqua, al pari del territorio è un bene comune, una priorità, la più importante. E, anche, per negare e interrompere un processo in atto della sua quotazione in borsa, privatizzazione, che ha, innanzitutto, il significato di un possesso della vita di ogni persona da parte delle banche e delle multinazionali, detentori di un sistema predatorio e distruttivo, qual è il neoliberismo. Una significativa opportunità – perché non restino belle enunciazioni – per rendere il tema dell’acqua nodo di una rete che mette insieme associazioni, movimenti, gruppi e singole persone, con la parola d’ordine “Il Molise ha già dato”. Tanto per far capire che il “surplus” non c’è e che l’acqua serve ai molisani, che già sanno cosa vuole dire avere il rubinetto a secco per ore, in modo particolare d’estate. Serve ai giovani che vogliono dedicarsi a attività imprenditoriali, soprattutto nel campo dell’agricoltura e della zootecnia, che di acqua hanno bisogno per irrigare i loro terreni e far bere i loro animali. Più che mai nel tempo – quello che viviamo – in cui le temperature medie registrano un aumento e le stagioni sono sempre più calde. Generosi sì, ma non fessi. Si tratta di ridare alla politica il ruolo che le spetta e fare della stessa l’uso che serve per difendere e valorizzare un prodotto sempre più strategico, qual è l’acqua, e, non solo, per ridare alla Regione Molise la bussola che l’alternanza le ha tolto.
di Pasquale Di Lena