I veri falsi
Non ancora, a differenza delle bambine, dei bambini, dei giovani, i cosiddetti Grandi si rendono conto che i tempi a disposizione sono sempre più ristretti per far fronte a eventi climatici estremi
di Pasquale Di Lena
28 novembre 2022
1. Ultimamente mi chiedo se non è l’accumularsi dei miei anni che mi porta a rendere sempre più difficile il mio rapporto con un mondo nelle mani di chi lo sta facendo impazzire e, nel contempo, renderlo sempre più incattivito e pronto a vendicarsi. Nei confronti, però, dell’intera umanità e non degli artefici e protagonisti di un sistema nelle mani della finanza, quali le banche e le multinazionali. Il neoliberismo del consumismo e del denaro, che continua nella sua opera di depredazione e distruzione dei valori e delle risorse della terra, come la sua biodiversità e fertilità. Il clima è il bubbone più evidente di una terra sempre più malata, ed è anche il tema che i Grandi utilizzano per i loro incontri, ma che subito dopo dimenticano per renderlo occasione di nuovi incontri e primo punto all’ordine del giorno, quello che apre e chiude la discussione. Dopo l’incontro di Parigi del 2015 la situazione del clima è peggiorata a tal punto che gli esperti, anche i molti negazionisti, non hann0 dubbi sul raggiungimento a breve del punto del non ritorno. Gli impegni presi e sottoscritti in quell’importante occasione, tutti finalizzati ad affrontare e risolvere la già pesante situazione del clima, non sono stati mantenuti, soprattutto dai paesi che sono i maggiori responsabili dell’inquinamento dell’atmosfera. Dire che chi governa questi paesi sono dei veri falsi non è sbagliato, come pure non è sbagliato dire che anche il prossimo, come i precedenti, servirà solo per salutarsi, conoscersi e parlare del più e del meno, ovverosia fare accademia. Come dire che il mondo è nelle mani di irresponsabili, circondati da una massa di altrettanti irresponsabili, accecati tutti dal dio onnipotente di oggi, il denaro. Tant’è che in Italia, secondo Terna, calano le rinnovabili e cresce l’utilizzo del carbone, il più inquinante dei combustibili fossili. Nel mese di Ottobre l’utilizzo di questo prodotto clima alterante è cresciuto del 56% di fronte allo stesso periodo dello scorso anno.
2. I veri ipocriti-Leggo la notizia del bombardamento, qualche giorno fa, da parte della Turchia del tiranno Erdogan, del Rojava, regione della Siria nord-orientale, e, in particolare di Kobane, la città riconquistata dalle donne curde il 30 Gennaio del 2015, che ha segnato la sconfitta dell’Isis. Come ogni bombardamento (la felicità dei costruttori di armi, veri criminali) distruzioni e morti. Anche qui, dopo la Palestina di pochi giorni prima, il silenzio (male) di chi più ha gridato (bene) contro l’attacco di Putin all’Ucraina. La dimostrazione di tanta ipocrisia che non aiuta a essere più buoni, ma a rendere gli uomini sempre più cattivi, gli uni contro gli altri armati per inneggiare alla guerra e abbassare la bandiera della pace. Veri falsi e per di più, veri ipocriti.
3. Un fondo per le bambine, i bambini e i giovani riconosciuti da Cop27 come agenti di cambiamento nell’affrontare e rispondere alla crisi climatica. Senza, però, nessun impegno a eliminare l’uso e le sovvenzioni per i combustibili fossili. Non ancora, a differenza delle bambine, dei bambini, dei giovani, i cosiddetti Grandi si rendono conto che i tempi a disposizione sono sempre più ristretti per far fronte a eventi climatici estremi (Senigallia e Casamicciola insegnano) e ai costi sia economici che in termini di vite umane. Si paga con il sangue delle guerre, la fame di un mondo con sempre meno agricoltura e coltivatori e con le deforestazioni questo comportamento da veri falsi di chi ha nelle mani le sorti del mondo…. Il cambiamento climatico aggrava la povertà alimentando disastri naturali, portando nuove malattie ed erodendo la produttività agricola. E la povertà rende le persone e le comunità meno resilienti di fronte alla catastrofe climatica. (Greenreport)
La delusione del COP 27.
Non abbiamo parole, si è parlato di tutto, ma l’azione per ridurre l’aumento della temperatura terrestre, questione base per la sopravvivenza delle prossime generazioni, è stata trattata solo marginalmente Alla vigilia del COP 27, il vertice delle Nazioni Unite sul clima, che si è appena concluso a Sharm el-Sheikh, in Egitto, noi di Ecoitaliasolidale avevamo già espresso il timore di assistere ancora una volta a promesse vacue, rinvii di decisioni importanti, come in tante altri summit sul clima che si sono svolti nel passato “Auspicavamo che durante lo svolgimento della COP si potesse giungere finalmente a decisioni efficaci e condivise da tutti, in particolare sulla mitigazione climatica. Abbiamo ribadito come proprio gli scienziati ci stanno informando che stiamo per superare la linea rossa, quella del non ritorno, quella di un clima sempre più rovente e violento, portando la nostra specie verso la tanto temuta “Estinzione di massa”, per l’esattezza la Sesta… in effetti a Sharm el Sheikh, dopo due settimane di trattative, la COP27 si è conclusa con un quasi fallimento e con piccoli ed insufficienti passi in avanti.” Il documento finale approvato alla Cop27 di Sharm el-Sheikh salva l’obiettivo di mantenere il riscaldamento globale entro 1,5 gradi dai livelli preindustriali, il risultato maggiore della Cop26 di Glasgow l’anno scorso. Va comunque segnalato che il grado e mezzo in più a partire dall’era Doveva essere un pianeta ricco di vita, peccato che sia finito in questo stato… Sembrerebbe che la colpa di ciò sia dovuta ai suoi abitanti che per la loro cecità mentale non hanno mai voluto capire il fenomeno del riscaldamento planetario, nonostante le varie COP sul clima, come quella del Cairo… preindustriale è stato quasi raggiunto, per cui sarebbe più logico parlare di non superare i + 2,5 gradi… Un risultato minimo è stato comunque raggiunto: il via libera a un fondo per il Loss and damage, i soldi a cui attingere per rimediare ai danni e alle perdite causate dal clima nei Paesi in via di sviluppo più vulnerabili agli eventi meteorologici estremi. Si è sottolineata l’importanza della transizione alle fonti rinnovabili e si è auspicata l’eliminazione dei sussidi alle fonti fossili. Ma il documento chiede soltanto la riduzione della produzione elettrica a carbone con emissioni non abbattute, non l’eliminazione e poi siamo ancora nella logica della “buona volontà” dei Paesi e non nell’impegno obbligatorio. La Cop27 riconosce che per non superare l’obiettivo di 1,5 gradi è necessaria una riduzione delle emissioni del 43% al 2030 rispetto al 2019. Con gli impegni di decarbonizzazione attuali, tuttavia, il taglio di emissioni sarebbe solo dello 0,3% al 2030 rispetto al 2019. Quindi nessuna decisione certa, rapida e sostenibile per l’uscita dai combustibili fossili. Lo stesso problema del mare e del suo inquinamento, come l’aumento del 30% dell’acidità in pochi anni, la diminuzione del 20% delle barriere coralline, l’aumento della temperatura, la perdita di biodiversità, non ha ricevuto adeguati provvedimenti e risposte. (Piergiorgio Benvenuti)
di Pasquale Di Lena