I Biodistretti. Cosa sono?
ANTEA – Blockchain per la tracciabilità dei prodotti alimentari
di AIAB (Italian Association of Organic Agriculture)
23 dicembre 2022
“Un biodistretto è un’area geografica naturalmente vocata al biologico, nella quale i diversi attori del territorio (agricoltori, privati cittadini, associazioni, operatori turistici e pubbliche amministrazioni) stringono un accordo per la gestione sostenibile delle risorse, puntando su produzioni biologiche che coinvolgono tutti gli anelli delle filiere fino al consumo. Il biodistretto, quindi, è in sintesi un patto per lo sviluppo green del territorio, sottoscritto dai produttori biologici, dalle amministrazioni locali e da ambiti della società civile coinvolta” (Fonte: AIAB)
Gli obiettivi
Negli ultimi anni, il distretto biologico si sta affermando come un nuovo soggetto territoriale, in cui – spiega Legambiente in un approfondimento dedicato – “la presenza dell’agricoltura biologica valorizza, in termini economici e sociali, un contesto fortemente improntato alla naturalità e salubrità dei luoghi”. “Un distretto biologico, o biodistretto, rappresenta, quindi, un sistema produttivo locale a spiccata vocazione agricola, in cui sono significative le produzioni biologiche e i relativi processi di trasformazione, nonché la tutela di metodi produttivi locali”.
Quali sono gli obiettivi? La stessa Legge sul biologico dedica l’articolo 13 ai Biodistretti, definendo le principali finalità:
• promuovere la conversione alla produzione biologica e incentivare l’uso sostenibile delle risorse naturali e locali nei processi produttivi agricoli, nonché garantire la tutela degli ecosistemi, sostenendo la progettazione e l’innovazione al servizio di un’economia circolare;
• stimolare e favorire l’approccio territoriale alla conversione e al mantenimento della produzione biologica, anche al di fuori dei confini amministrativi, promuovendo la coesione e la partecipazione di tutti i soggetti economici e sociali, con l’obiettivo di perseguire uno sviluppo attento alla conservazione delle risorse, impiegando le stesse nei processi produttivi in modo da salvaguardare l’ambiente, la salute e le diversità locali;
• semplificare, per i produttori biologici operanti nel distretto, l’applicazione delle norme di certificazione biologica e delle norme di certificazione ambientale e territoriale previste dalla normativa vigente;
• favorire lo sviluppo, la valorizzazione e la promozione dei processi di preparazione, di trasformazione e di commercializzazione dei prodotti biologici;
• promuovere e sostenere le attività multifunzionali collegate alla produzione biologica, quali la somministrazione di cibi biologici nella ristorazione pubblica e collettiva, la vendita diretta di prodotti biologici, l’attività agrituristica e di pescaturismo, il turismo rurale, l’agricoltura sociale, le azioni finalizzate alla tutela, alla valorizzazione e alla conservazione della biodiversità agricola e naturale, nonché la riduzione dell’uso della plastica;
• promuovere una maggiore diffusione e valorizzazione a livello locale dei prodotti biologici;
• promuovere e realizzare progetti di ricerca partecipata con le aziende e la diffusione delle pratiche innovative. (Fonte immagine: Pixabay) I Biodistretti, per un approccio dal basso Uno degli aspetti interessanti dei Biodistretti è l’approccio dal basso, che vede i produttori agricoli biologici i principali protagonisti. In tutti i Biodistretti l’agricoltura biologica è considerata, quindi, lo strumento chiave per dare impulso all’economia locale e mantenere o migliorare la qualità del territorio – spiega AIAB –, in alcuni casi minacciato dall’abbandono delle campagne, o sotto la pressione di un’agricoltura intensiva. In particolare, secondo l’Associazione, sono 3 i pilastri su cui ogni Biodistretto/Bio-distretto® si basa:
• l’importanza delle filiere biologiche e la loro integrazione con altre filiere connesse, come turismo e artigianato.
• Il rapporto costante con le amministrazioni locali, a cui spetta il compito di agire coi loro strumenti sulle priorità del territorio emerse.
• Il coinvolgimento e la sensibilizzazione dei cittadini, sia come destinatari delle azioni di formazione sia come attori, le cui scelte possono determinare un impatto sul territorio.
(Fonte immagine: Pixabay)
Progetto realizzato con il finanziamento concesso dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali – Avviso n.2/2020 PER IL FINANZIAMENTO DI INIZIATIVE E PROGETTI DI RILEVANZA NAZIONALE AI SENSI DELL’ARTICOLO 72 DEL D.LGS LEGISLATIVO 3 LUGLIO 2017, N. 117. – ANNO 2021 – Scorrimento graduatoria Decreto direttoriale n. 266 del 24 giugno 2021
A Larino è dal 2020 che non si parla più del “BioMolise-Distretto dei Laghi”, nato nel 2017 come “Biodistre Laghi Frentani” per iniziativa dell’allora sindaco Vincenzo Notarangelo e la partecipazione di altri 12 sindaci del circondario. Si parla, invece, di pannelli solari a terra – un furto di paesaggio e di cibo, che ha avuto il voto favorevole dall’attuale governo della Città frentana – e di pali eolici giganti (250 di altezza!), ben 23 tra Larino e Montorio nei Frentani. Uno scempio del territorio che serve solo ad arricchire società improvvisate per fare affari con la scusa che c’è un forte bisogno di energia. E tutto per quella carenza di conoscenza dei valori e delle risorse del territorio e dell’eredità che viene lasciata alle nuove generazioni con il compito di smaltire sia i pannelli che i pali. L’occasione di una fuga che renderà Larino ancora più povera e, con essa, l’intero Molise. (Pasquale di Lena)
di AIAB (Italian Association of Organic Agriculture)