Esperienze in campo agricolo
R.A.M. Radici a Moncalieri: “Ritornare alla terra oggi vuol dire imparare a goderti ciò che questa ti dà”
di Lorenzo Scottà (da italiachecambia.org)
9 Febbraio 2023
Ha delle radici ben solide e immersa nella sua terra offre frutta e verdura sempre fresche e di stagione. No, non stiamo parlando di un vegetale, ma di RAM, Radici a Moncalieri, un’azienda agricola fondata da un gruppo di giovani che hanno unito le loro conoscenze per dare vita a un luogo di cooperazione e di innovazione in campo agricolo. Ma RAM è anche una fattoria didattica, un agriturismo, un luogo di incontro immerso nella natura e tutto da scoprire.
«Ciao! Ho visto il post sulla pagina per la consegna della cassetta. Sarei interessato per questo giovedì. Sapresti dirmi quanto verrebbe? Grazie!».
«Ciao, consegniamo a domicilio cassette miste del valore di 10 euro (consegna inclusa) se vuoi la prossima consegna sarà giovedì!».
Con questo scambio di messaggi è iniziata una lunga “relazione” gastronomica (ma non solo) tra me e Radici a Moncalieri (RAM). RAM è un’azienda agricola e una fattoria didattica di Moncalieri, in provincia di Torino, che si pone l’obiettivo di dare nuova vita al territorio agricolo grazie all’unione di tecniche tradizionali contadine e metodi di tecnologia agraria contemporanea.
Ma RAM è anche un contenitore di attività da cui puoi comprare prodotti di stagione, rifornire il tuo ristorante e dove puoi assaggiare ed acquistare la birra agricola prodotta da loro e vivere da protagonista la natura durante gli innumerevoli eventi che organizzano. Inoltre, essendo iscritta dal 2018 all’albo delle Fattorie Didattiche Italiane, può collaborare con scuole e associazioni per stimolare la curiosità verso la natura, i metodi di coltivazione e i valori etici del rispetto verso l’ambiente.
Prima di ritrovarmi chiuso a casa per lo scoppio della pandemia di Covid-19 a marzo 2020 però la mia strada e quella di RAM non si erano ancora incontrate. In precedenza facevo la spesa tramite gruppi di acquisto collettivo che purtroppo con la pandemia hanno dovuto sospendere il loro servizio; a quel punto, scorrendo sulle bacheche di Facebook, la proposta di RAM, ovvero una “cassetta contenente il meglio della stagionalità agricola direttamente a casa vostra”, mi è corsa in soccorso.
La cassetta è divenuta un modo per imparare a rispettare il ritmo delle stagioni senza forzature e allo stesso tempo, visto che erano i primi anni in cui vivevo da solo, a mangiare verdure che non avrei (e non avevo) mai comprato, dal papavero spontaneo al cavolo rapa.
Uno stimolo quindi ad allargare la mia biodiversità alimentare e nel contempo una sfida culinaria sempre nuova.
Dopo due anni di cassette consegnate a casa e chiacchiere sull’uscio durante le consegne, era venuto il momento di andare a vedere dove cominciava tutto il processo.
Così ho chiesto se potevo fare un giro nell’azienda agricola di Strada Castelvecchio 37 a Moncalieri, dove Ariana mi ha accolto e guidato a braccia aperte. Ariana è nata in Portogallo e ha conosciuto RAM tramite un progetto di wwoofing, dopo il quale si è così innamorata del luogo, del progetto e della comunità che ha deciso di trasferirsi a vivere e lavorare nell’azienda agricola. Le risposte che seguono sono il risultato della nostra chiacchierata tra i campi.
Come definiresti RAM in due parole? E cosa diresti invece se potessi usarne molte di più?
RAM in due parole è un luogo sociale, ma anche un luogo in cui ti connetti con la natura e allo stesso tempo ti connetti con te stesso. Mentre, articolando un discorso più completo, RAM è da un lato sociale – perché è parte attiva di progetti di wwoofing, di volontariato europeo, di progetti con persone diversamente abili o con disagio sociale – e dall’altro è un’azienda agricola che vuole rispettare la natura e connettersi con essa. Per questo è in atto una conversione biologica e integra al suo interno principi e progetti della permacultura e di un mondo a zero sprechi.
Perché dei giovani decidono di fare gli agricoltori?
Perché ritornare alla terra oggi vuol dire imparare a goderti ciò che questa ti dà e apprendere con essa rispettando i ritmi della natura e delle stagioni. È anche solo banalmente imparare che gli zucchini non puoi chiedermeli a dicembre e che invece è possibile rispettare e valorizzare quello che c’è in quel momento. E vuol dire anche imparare a rompere le logiche dei supermercati, che abituano ad acquistare e consumare moltissimi prodotti di cui non si ha realmente bisogno.
Veniamo a come ci siamo conosciuti: come mai avete deciso di realizzare la “cassetta mista del contadino” lanciandola in piena pandemia?
La cassetta del contadino è stata concepita pensando proprio al fatto che le persone erano costrette a rimanere a casa e avevano molta più difficoltà a raggiungere prodotti naturali stagionali e freschi. Così ha preso vita l’idea di portare una cassetta mista di verdure di stagione a un prezzo fisso a domicilio, anche perché, se molte attività erano ferme, la natura continuava il suo corso.
Qual è il più grande sogno di RAM?
Il sogno più grande di RAM sarebbe quello di diventare autosufficienti al 95% su tutti i fronti: dai pannelli solari, passando per le acque idroponiche fino alla produzione sostenibile del cibo.
Quale consiglio daresti a un giovane che fa la spesa?
Il consiglio è quello di fermarsi un attimo di fronte al proprio piatto e chiedersi “da dove arriva questo?”, innescando una serie di domande che portino a risalire la catena produttiva, passando dal riflettere su quale modello di lavoro ci sia dietro o come quel prodotto sia arrivato fino a me, fino alla stagionalità della natura. L’invito è quello di impostare una cultura del cibo partendo da questa “riflessione a catena”.
di Lorenzo Scottà (da italiachecambia.org)