I giovani e il dialetto
Negli anni Ottanta c’è stata una generazione di ragazzi a cui è stato impedito di parlare il dialetto
di Prof. Arnaldo Brunale (da quotidianomolise.com)
15 Febbraio 2023
Negli anni Ottanta, soprattutto nel nostro meridione, c’è stata una generazione di ragazzi a cui è stato impedito di parlare il dialetto.
Erano i figli di genitori nati negli anni Cinquanta del secolo passato, appartenenti alla piccola e media borghesia, che sognavano per loro un Italiano perfetto per poi indirizzarli verso quelle tre “I” (Inglese, Informatica, Impresa) che gli avrebbero aperto le porte del mondo. Molte persone, oggi adulte, hanno dichiarato che, se da piccoli parlavano il dialetto, venivano rimproverate dai genitori, i quali fornivano come motivazione per il loro richiamo la pessima concezione che avevano dei dialettofoni ovvero delle persone che si esprimevano esclusivamente in dialetto. Tuttavia, non era una convinzione che apparteneva esclusivamente ai genitori. Studi recenti, infatti, hanno dimostrato che anche i giovani di quel periodo erano convinti che il dialetto servisse solo per scherzare con amici e non “per parlare”, perché in quel caso sarebbero apparsi volgari agli occhi degli “udenti”.
Nell’Italia che si avvicinava alla globalizzazione, quindi, spogliarsi del vincolo del dialetto voleva dire, per quelle generazioni di giovani, affacciarsi con più facilità alla finestra del mondo del lavoro. Oggi, però, che la globalizzazione è entrata in crisi, viene spontaneo chiedersi quale sia il rapporto che hanno le nuove generazioni con il dialetto ovvero con la lingua delle loro radici. La prof.ssa Giovanna Marina Alfonzetti, Ordinaria di Linguistica Italiana presso l’Università di Catania, in un suo recente studio, afferma che il dialetto è una lingua a tutti gli effetti, con le proprie caratteristiche e modalità d’uso, che fa sempre riferimento alle origini, alla tradizione e alla storia di ciascuna persona. Alla luce di questa affermazione, dunque, cosa pensano i nostri giovani del dialetto in un’epoca in cui sta vivendo una riscoperta rispetto alla generazione passata, quando fu spesso rifiutato? Come lo usano ora che è tornato di moda, se si pensa che solo fino a qualche decennio fa espressioni e modi dire tipicamente locali sembravano destinati a scomparire?
È indubitabile che la tendenza all’uso del dialetto tra le nuove generazioni sembra essersi invertita. Grazie ai social e ai mass-media, infatti, i dialetti stanno diventando sempre più popolari. Secondo i più recenti dati ISTAT il futuro del dialetto, rispetto al passato, dunque è da considerarsi più roseo, essendosi stabilizzato l’uso congiunto di italiano e dialetto in quasi tutte le case, aspetto che rafforza il legame dei ragazzi con la propria famiglia e con il proprio luogo di origine.
Non a caso il 63% dei ragazzi italiani ha dichiarato di utilizzare, sempre più spesso, il dialetto parlato nella propria area di appartenenza, sia in famiglia che tra gli amici ed è incuriosito, oltre tutto, anche da espressioni vernacolari tipiche di altre regioni. Il 67% di essi è spinto all’uso del dialetto dal desiderio di creare un legame forte con la propria famiglia; il 59% dalla volontà di conoscere la storia di determinati termini ed espressioni; mentre, il 52% dalla opportunità di arricchire il proprio parlato con espressioni colloquiali. Sono queste solo alcune delle ragioni per le quali 6 giovani su 10 utilizzano il dialetto, incuriositi anche dalla possibilità di impararlo.
La differenza sostanziale rispetto al passato sta nella scelta dei dialetti che i giovani utilizzano. Se in passato si parlavano solo quelli usati in famiglia, oggi i ragazzi sono curiosi di conoscere frasi e termini di molti altri dialetti italiani. Questo è dovuto soprattutto all’importanza che hanno assunto determinati personaggi, pagine social e serie tv nella cultura del nostro Paese. È quanto emerge da uno studio di “Baci Perugina” effettuato sul Web in occasione del lancio della edizione speciale “Parla come… Baci” e dal video virale di “Casa Surace” “Le migliori frasi della Nonna”. L’indagine è stata condotta su circa 3500 italiani, uomini e donne di età compresa tra i 18 e i 65 anni, attraverso un monitoraggio online sui principali social network, blog, forum e community dedicate, per scoprire che ruolo ha il dialetto nella vita dei giovani italiani.
Recentemente, Riccardo Regis, professore associato di Dialettologia Italiana all’Università degli Studi di Torino, ha sottolineato l’importanza che i giovani mantengano l’uso del dialetto, in quanto le lingue locali rappresentano un patrimonio culturale immateriale di grandissimo rilievo che può aiutarci a meglio interpretare la realtà circostante, dalle tradizioni locali ai nomi di luogo. Se in molti casi i ragazzi utilizzano anche forme dialettali appartenenti ad altre realtà, ciò è dovuto alla forza di diffusione dei mas-media (come la radio e la televisione).
Ma i nostri giovani da cosa sono incuriositi dai dialetti delle altre regioni? Il 59% di essi è spinto dalla curiosità di voler scoprire il significato e la storia di alcune espressioni tipiche locali, che nel corso degli anni si stanno smarrendo. Il 41%, invece, dalla volontà di andare a conoscere un fenomeno che ultimamente sta trovando sempre più diffusione fra di loro online; non a caso, spopolano youtuber, influencer, pagine Facebook e Instagram interamente dedicate a questo tema. Dal Veneto al Napoletano, dal Milanese al Romano, dal Siciliano al Pugliese, non escluso il Campobassano, Facebook e Youtube, in particolare, offrono personaggi sempre nuovi che utilizzano il dialetto. Si passa dai remake dei film alle parodie delle canzoni, fino ad arrivare alle candide-camera e alle immagini. Anche se non si tratta del loro dialetto, i ragazzi risultano interessati a qualsiasi tipo di contenuto interessante che il web offre.
Altro mezzo che incuriosisce i ragazzi alla conoscenza del dialetto è la televisione con una percentuale del 58%. Grazie all’avvento di serie tv come Gomorra e Romanzo Criminale e programmi comici come Made in Sud la televisione è riuscita ad avvicinare molti ragazzi alla tradizione dialettale del nostro paese.
Ciò detto, esistono dialetti che destano più curiosità di altri fra i giovani. Primo fra tutti il Napoletano nella misura del 56% che, grazie al suo gergo simpatico e alle sue frasi conosciute in tutto il mondo, risulta il dialetto che desta più interesse. Appena dietro c’è il Romano con il 48%, riconosciuto come la parlata goliardica per eccellenza tipica del centro-sud del nostro paese. Molto apprezzati, in quanto vantano numerosi seguaci, sono anche il Veneto con il 42%, dialetto molto diffuso e riconoscibile nell’Italia del Nord, il Milanese con il 37% e il Piemontese con il 29%.
Ma in quale zona d’Italia i giovani utilizzano maggiormente un dialetto che non è il loro? Sicuramente nel Nord Italia (51%). Città come Milano e Torino sono molto attratte dai dialetti del Sud Italia come quello Napoletano e quello Romano, soprattutto per le origini meridionali di molti ragazzi. Anche fra i ragazzi del Centro Italia è molto diffusa questa pratica (29%). In generale, come nel caso del Nord, si cerca di imparare frasi e espressioni tipiche del Sud. Per quanto riguarda il Sud, invece, il fenomeno è ancora agli inizi, ma anche in questo caso i dialetti di altre parti d’Italia destano curiosità, essendo spesso motivo di ironia.
di Prof. Arnaldo Brunale (da quotidianomolise.com)