• 8 Marzo 2023

La giornata del contadino (3)

I racconti di Vincenzo Colledanchise hanno la maturità che solo il trascorrere del tempo può produrre

di Vincenzo Colledanchise

8 Marzo 2023

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Di prima mattina, grida e imprecazioni aprivano quel corteo di uomini e animali recalcitranti nel doversi recare in campagna.
Il lungo convoglio di cavalli, muli, asini, al cui traino seguivano svogliatamente capre e pecore, legate con le funi ai basti, insieme adempivano puntuali al solito rito mattutino: ripetere la loro rabbia con nitriti, ragli e belati all’uscita della stalla, depositando poi lungo la Via del Convento, ogni tipo di escrementi, che divenivano di intralcio ai passanti.
La prima sosta obbligata era al muraglione, dove le donne potevano salire in sella alle vetture: i maschi seduti a cavalcioni, le donne di fianco (a causa delle gonne), badando a non farsi male agli attrezzi ed aratri issati al basto, e a non urtare la capiente bisaccia con le provviste della giornata.
Capitava che altri convogli facessero la stessa strada e allora, lungo il tragitto, i contadini si donavano reciproche confidenze, a volte cariche di pene per la loro vita dura nella esasperante quotidianità.
L’avarizia della terra e l’implacabilità delle avversità atmosferiche, mettevano ogni giorno alla prova il loro coraggio e la loro religiosa tenacia.
Giunti in campagna, un fazzoletto di terra nel dirupo argilloso, Matteo sistemava gli animali: pecore e capre legate a qualche albero o arbusto per poter consentire loro di brucare l’erba, subito dopo provvedeva a preparare le sue vetture per l’aratura, munendole dei collaretti a cui erano agganciati le catene col bilancino col pesante aratro di ferro.
Dopo pochi solchi, Matteo già lanciava isterici rimproveri alle povere bestie, perché non rispettavano la linearità del solco nell’ estenuante lavoro di aratura, mentre dai poderi vicini, giungeva la melodia di un canto di donna che gioiosamente avvinceva l’agro, raccontando nenie di amori e tradimenti.
(Foto tratta dal mio archivio fotografico)

di Vincenzo Colledanchise

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