• 12 Aprile 2023

Bioavversità

È in uscita il nuovo libro di Giannandrea Mencini, con la prefazione di Letizia Bindi

di APS La Terra

12 Aprile 2023

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Negli ultimi tempi, soprattutto in vista di progetti legati ad eventi principalmente sportivi, si è riacuito il dibattito, o meglio lo “scontro” molte volte prettamente ideologico dei sostenitori di questa o quella alternativa di sviluppo economico dei territori montuosi o alpini. Il nuovo libro-inchiesta di Giannandrea Mencini si insinua in questo dibattito con nuovi elementi che riguardano principalmente gli aspetti ecologici dello sviluppo agricolo.

Con la sicurezza di chi analizza realtà specifiche e quindi difficilmente contestabili, finora è andata così ma si rimane in attesa di chi abbia il coraggio di contestare pubblicamente le affermazioni contenute nelle inchieste, Mencini prosegue il lavoro iniziato alcuni anni fa con altri libri-inchiesta che chiunque voglia approfondire le ragioni di uno sviluppo agricolo “inquinato” da interessi speculativi e mafiosi, deve leggere.

Si impone una riflessione al dibattito generale: l’economia agricola in montagna non si sviluppa per oggettive difficoltà o perché, istituzioni in primis, si preferiscono guadagni finanziari più facilmente gestibili dal Capitale finanziario come Grandi Eventi, Turismo di massa e Olimpiadi oppure cementificazioni in quota come il nuovo albergo-rifugio al Passo Santner o le prospettive di nuove strutture sulle Dolomiti Venete?

Dopo aver indagato le ancora attuali speculazioni in atto negli alpeggi delle nostre montagne con il fortunato e premiato volume Pascoli di carta, sempre per “Kellermann editore” segnalo l’uscita del nuovo libro di Mencini: “Bioavversità. Il vizio delle monocolture nelle terre alte”.

Si tratta di un nuovo interessantissimo viaggio o, meglio, di un nuovo “cammino”, come sottolinea l’antropologa Letizia Bindi nella sua bella prefazione, attraverso le nostre colline e le nostre montagne ad indagare gli effetti delle colture specializzate e intensive nelle terre alte.

Con grande attenzione e soprattutto la capacità di ascoltare, Mencini raccoglie numerose informazioni, testimonianze, aneddoti, per evidenziare le conseguenze negative sulla biodiversità agraria e ambientale, causate dall’intensificazione di alcune colture che hanno invaso il nostro Paese. Uno sviluppo delle colture industriali che hanno “trasformato sostanzialmente l’Italia in un puzzle di monoculture, con perdita di promiscuità agricola, uso dei pesticidi e una produzione basata sempre di più sulle richieste della grande distribuzione”.

Il libro per l’appunto è un cammino che ha portato l’autore a indagare la diffusione del prosecco nel Nord-est, dei meleti in Val di Non, dei noccioli in centro Italia, dei pascoli non sempre sostenibili nelle Alpi e Appennini, analizzando con attenzione articoli, documenti, rapporti scientifici, dialogando con diversi protagonisti di queste vicende e affrontando anche l’attualissimo tema dalla crisi ecologica e climatica che coinvolge sempre di più le nostre montagne.

Ma come nel precedente suo libro, Mencini racconta anche diverse storie virtuose ed economicamente vincenti che vanno dal Veneto fino all’Alto Molise passando per il Lazio e la Toscana. Evidenziando che esiste anche un’agricoltura diversificata e un pascolamento sostenibile, basati sul rispetto del territorio e della sua storia rurale, capaci di stare sul mercato puntando alla qualità e non solo alla quantità. Buona lettura.

di Gianfranco Valagussa (da GognaBlog)

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