• 14 Aprile 2023

7° Congresso Internazionale di Medicina Biointegrata

I resti archeologici non son che belli e sepolti anche se alla luce

di APS La Terra

14 Aprile 2023

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La Malattia. Pre Post e Consecutio. L’Evoluzione Clinica del Paziente secondo la Visione Biointegrata

“Se non fosse per l’estrema variabilità tra gli individui, la Medicina sarebbe una Scienza invece di essere un’ARTE.” (Sir William Osler, medico clinico canadese, considerato uno dei padri della medicina moderna, 1849-1919)

Questa frase di Sir William Osler, ritenuto, ancora oggi, uno dei padri della medicina moderna, alla luce del pensiero dominante, appare anacronistica. Sembra quasi rinnegare la Medicina stessa, oggi basata sull’evidenza e tesa alla ricerca della sicurezza di qualsiasi prova e all’inoppugnabilità di ogni acquisizione.
Tutto è riportabile, invece, “all’estrema variabilità dell’individuo”, alla sua costituzione geneticamente determinata ed epigeneticamente in evoluzione. Pretendere che tutto sia rapportabile a schemi e protocolli dall’applicazione pedissequa e monopolizzante è a dir poco fuorviante.
La natura umana si diverte e scompiglia le regole. Ecco allora che, di fronte alla variabilità, invece di applicare la clinica per studiare l’individualità del paziente, ci si tutela applicando regole diagnostiche e terapeutiche precostituite, ponendo così le basi per quella che viene considerata la -medicina di difesa-.

Medicina dell’Evidenza, dunque, come madre della Medicina di Difesa, a tutela del medico e non del paziente. Altro che Arte Medica, il paziente diventa un numero, espressione di una statistica che avvalora l’evidenza della malattia e non della sua persona. La visione Biointegrata, con il suo linguaggio costituzionale, pone veramente al centro il paziente e non la sua malattia esaltando quelle che sono le caratteristiche di una vera arte: l’Arte Medica appunto.

La Malattia, intesa nell’espressività del suo quadro clinico e sintomatologico, riconosce una fase -PRE-, quale stato quo ante costituito dal contesto costituzionale del paziente, nonché da condizioni favorevoli all’insorgenza della patologia stessa, dovute a stili di vita e fattori ambientali inadeguati.
Su tale base, il sopraggiungere di un input epigenetico esterno, di possibile natura biochimica, fisica o psicologica, crea l’azione slatentizzante di quella che era semplicemente una potenzialità. La trasformazione in Malattia in Atto, avente caratteri nosologici generali, assume comunque peculiarità del tutto individuali.
La defervescenza del quadro sintomatologico della malattia stessa, sino alla sua completa scomparsa, determina generalmente la definizione di una sua estinzione.

La visione Biointegrata porta invece a considerare un -POST-, quale stato postumo, appunto, in cui l’organismo ha necessità di attuare un reset per tornare gradualmente verso una condizione fisiologica. Una mancata attuazione di tale funzione può creare delle problematiche di difficile diagnosi con i comuni mezzi d’indagine e, quindi, l’impossibilità a introdurre dei percorsi terapeutici appropriati. Una malattia non può non lasciare traccia nell’organismo che l’ha espressa; essa rappresenta un’esperienza da mettere in memoria, non solo per migliorare la capacità di difesa, ma anche quale fenomeno vitale di crescita e maturità. La visione Biointegrata interpreta tale memoria in forma olistica e non la relega unicamente ad un fenomeno del sistema immunitario. Qualora tale processo, per vari motivi, dovesse non risolversi compiutamente, può generare uno stato patologico che rappresenta la -CONSECUTIO- della malattia stessa.

Da quanto espresso deriva che la Medicina Biointegrata riesce a contestualizzare la malattia in ambito individuale; arriva a comprenderne le potenzialità costituzionali e le condizioni favorevoli alla sua insorgenza; valuta i postumi e le eventuali conseguenze; esprime, in forma integrata, per ogni passaggio, non solo le sue capacità diagnostiche ma anche quelle terapeutiche e talora preventive e riabilitative.

Il “7° Congresso Internazionale di Medicina Biointegrata”, anche alla luce degli ultimi avvenimenti in campo sanitario, vuole porre al centro dell’attenzione questo nuovo modo di guardare al malato ed alla malattia proponendo un approccio diagnostico e terapeutico moderno che vuole essere l’affermazione completa dell’ARTE MEDICA.

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