• 26 Maggio 2023

Degrado dei suoli

Perché si verifica e come fermarlo?

di Redazione “Italia che cambia”

25 Maggio 2023

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I tragici fatti dell’Emilia Romagna non sono stati che l’ultimo campanello d’allarme che ha suonato per avvisarci che il degrado dei suoli – unitamente a quello dei mari, dei fiumi, dell’aria – sta raggiungendo una soglia critica. Invece che procedere con piani straordinari per fronteggiare le emergenze è dunque necessaria una riflessione strutturata e lungimirante per capire le cause di questa crisi e studiare le possibili vie d’uscita.

Nonostante l’ondata di eventi climatici avversi che ha colpito l’Italia, si prevede un’altra estate di siccità. Molti esperti sostengono il movimento Salva il Suolo – la cui mission principale è ispirare i cittadini di tutte le nazioni e sensibilizzare i loro Governi affinché avviino azioni politiche per la rivitalizzazione del suolo, fermandone l’ulteriore degrado – e sottolineano che si dovrebbe porre maggiore enfasi sul ripristino della materia organica del suolo come strumento per mitigare il dissesto idrogeologico, sequestrare il carbonio e ridurre il riscaldamento globale.

«Ad oggi se non si interviene su quelle che sono le superfici costruite e sulle aree inserite nelle previsioni dei piani urbanistici a livello locale non ancora attuate, il fenomeno del consumo di suolo non si arresta. In più c’è stata un’accelerazione di alcuni fattori specifici», osserva l’ingegner Michele Munafò di Ispra, dipingendo una situazione che trova un riscontro tanto puntuale quanto drammatico nei tragici eventi di pochi giorni fa in Emilia Romagna.

La dottoressa Chiara Piccini, prima tecnologa del Consiglio per la Ricerca in Agricoltura e l’Economia Agraria (CREA), spiega che «la sostanza organica del suolo svolge un ruolo fondamentale nell’ecosistema terrestre, riducendo la concentrazione di CO2 nell’atmosfera e avendo la capacità di assorbire il carbonio e mitigando così l’effetto serra e il riscaldamento globale. Infatti, il suolo è il più importante deposito di carbonio a livello globale, rappresentando circa quattro volte la quantità di carbonio atmosferico e cinque volte la quantità di carbonio presente negli organismi viventi».
La materia organica del suolo è la componente organica del suolo, costituita da piccoli residui vegetali freschi, piccoli organismi viventi, materia organica in decomposizione e humus. Ci sono molti modi per aumentarla adottando pratiche di gestione sostenibile del suolo, come ad esempio assicurarsi che esso sia il più possibile all’ombra, garantire un disturbo minimo al suolo e integrare i rifiuti vegetali o animali nel suolo. L’aumento della materia organica del suolo è direttamente proporzionale alla capacità della sua ritenzione idrica, che lo aiuta a mitigare la siccità e gli incendi.

A sostegno dell’appello di Salva il Suolo a proteggere la materia organica del suolo – in proposito è importante ricordare che la stessa Commissione europea ha promosso una consultazione proprio su questo tema –, il professor Claudio Zucca, ricercatore del Dipartimento di Agraria dell’Università di Sassari dove è coordinatore del gruppo di lavoro sulla Gestione Sostenibile del Suolo e del Territorio, illustra l’impatto ecologico più ampio del degrado dei suoli.

«In senso generale la degradazione dei suoli agricoli e forestali rilascia emissioni di carbonio – spiega il professor Zucca –, le quali contribuiscono al cambiamento climatico globale e agli impatti di questo, quale la recrudescenza degli eventi estremi. Ma non solo. Il degrado dei suoli agricoli può rendere questi ultimi meno atti a far infiltrare e trattenere l’acqua delle piogge, con la conseguenza che lungo i pendii e nei bacini idrografici nei quali i suoli sono degradati e impoveriti in sostanza organica il ruscellamento può diventare molto intenso e favorire erosione del suolo, dissesto idrologico, inondazioni e allagamenti».

Le considerazioni di Claudio Zucca si sposano perfettamente, fra le altre, con quelle del bioregionalista Giuseppe Moretti, che ha ripreso il concetto di “pensare come un bacino fluviale”, che per lui significa «pensare in termini di relazioni, comunità e interdipendenza, non solo tra noi umani ma anche con gli elementi della natura che ci circonda».

La conclusione viene affidata al professor Zucca: «Perché nei nostri tempi esiste una crescente angoscia – sostiene il ricercatore –, unita a un senso di impotenza e frustrazione, soprattutto nei giovani, di fronte al cambiamento climatico e alla fragilità della società di fronte ad esso. Salva il Suolo aiuta a vedere, indica, alcune vie di uscita importanti che non vediamo anche se esse sono sotto i nostri occhi, anzi sotto i nostri piedi».

di Redazione “Italia che cambia”

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