Giù le mani dai Cammini
La Chiesa Cattolica Abruzzo-Molise cerca chiarezza
di Mario Ialenti
7 Giugno 2023
Il turismo negli ultimi 5 anni si è trasformato (non evoluto, trasformato!) quanto non aveva fatto nei precedenti 15. Abbiamo assistito ad uno slittamento dei modelli di destination management attraverso operazioni di rafforzamento delle comunità locali, con nuovi investimenti, eventi, attrazioni e nuovi prodotti.
L’offerta per il tempo libero si è modificata ed incrementata. In questo nuovo contesto si è inserito il tema dei Cammini, del turismo lento ed esperienziale. Il turista/ camminatore/viaggiatore va alla ricerca di nuove mete, scoprire nuove realtà. Il segmento del turismo religioso è quello più ricercato, più in voga. Non sempre però è strumento di sviluppo locale. Per alcuni, invece, è diventato l’oggetto per costruire “affari”, azioni speculative.
Manca chiaramente su questo tema una Governance nazionale e territoriale. Il Protocollo d’intesa firmato il 6 luglio 2017 tra il Presidente della Conferenza dei Presidenti delle Regioni e delle Province Autonome e il Presidente della Cei che prevedeva un tavolo tecnico di confronto a livello nazionale e tavoli regionali è totalmente ignorato causando tutte le criticità in atto. Se fosse applicato e osservato i tavoli tecnici nazionale e regionali aiuterebbero a trovare le giuste soluzioni evitando personalismi e azioni “speculative” che destano molte perplessità negli operatori del settore.
Il decreto ministeriale d’interesse all’inserimento giugno 2022 e il relativo avviso pubblico per manifestazione di interesse all’inserimento nel “catalogo dei cammini religiosi italiani” ai fini dell’attuazione dell’art. 5, comma 1 lett. a), del decreto 23 giugno 2022 del ministro del turismo “misure attuative del fondo per i cammini religiosi di cui all’art. 1, comma 963, della legge 30 dicembre 2021, N. 234” pubblicato a gennaio 2023 ha scatenato gli appetiti di tanti.
Il Decreto sicuramente aveva ed ha buoni intendimenti, ma senza prevedere controlli, senza filtri territoriali porta ad evidenti errori e dubbi nei vari territori.Il Ministero con il citato Decreto ha messo a disposizione 3 milioni di euro per i cammini religiosi così suddivisa:
a) euro 700.000,00 destinata ad azioni per il rilancio e la promozione turistica dei cammini religiosi;
b) euro 2.180.000,00 destinata ad azioni per il recupero e la valorizzazione degli immobili pubblici presenti sui percorsi dei cammini religiosi;
c) euro 120.000,00 destinata delle attività di supporto tecnico-operativo per la gestione del fondo.
Per ottenere l’inserimento nel catalogo il Decreto prevede il rispetto delle seguenti requisiti:
a) presenza di un tracciato pedonale definito e pienamente percorribile che privilegi strade inibite al traffico veicolare o a scarso traffico veicolare;
b) georeferenziazione del percorso;
c) presenza di un logo del cammino che ne caratterizzi gli strumenti di comunicazione, informazione e segnaletica, nonché ogni altro supporto, anche digitale, utile all’esperienza di viaggio; d) presenza di segnaletica direzionale e informativa dedicata al cammino;
e) disponibilità di un sito internet dedicato al cammino;
f) presenza di servizi di supporto al turista/viandante/pellegrino, compresi ristoro e alloggio;
g) possibilità per il turista/viandante/pellegrino di acquisire e utilizzare uno o più documenti (anche in forma digitale) che certifichino l’avvenuto pellegrinaggio per l’intero percorso o per parte di esso (c.d. testimonium e credenziale del pellegrino);
h) presenza di uno o più soggetti che svolgano attività di destination management, di promozione del cammino e della sua manutenzione, di gestione e aggiornamento del sito internet dedicato al cammino, nonché del rilascio e gestione di credenziale e testimonium.
L’istruttoria delle domande è affidata agli Uffici del Ministero del Turismo con seri dubbi di legittimità Costituzionale tenuto conto che le regioni hanno competenza esclusiva in materia di turismo. Con due Decreti del Direttore Generale del Ministero del Turismo sono stati inseriti nel catalogo i primi 46 cammini religiosi. Scorrendo l’elenco sorgono da più parti perplessità e forti dubbi sul rispetto dei requisiti previsti nel Decreto.
Sul tema devo dare atto all’Assessore regionale Vincenzo Cotugno che, ricevuta la documentazione dallo Ufficio della Pastorale per l’iscrizione nel catalogo del Cammino dell’Acqua, mancando una parte di segnaletica, si è impegnato per superare questa criticità e ottenere l’iscrizione nel catalogo. Stessa cosa sta facendo l’associazione che cura la via Micaelica. Ha attirato l’attenzione di molti l’iscrizione nel catalogo della Via della Fede di Padre Pio che è una fotocopia della Via dei Conventi ideata e registrata da Mario Caruso di Pietrelcina. Di questa via/ cammino non esiste un percorso tracciato, non esiste un cartello, un logo del cammino. Mi chiedo e molti si chiedono: che documentazione è stata prodotta?
Il sindaco di Pietrelcina, Salvatore Mazzone, ha espresso con forza tutte le sue perplessità su un progetto non originale con evidenti personalismi. Lo scorso mese di giugno una società ha presentato ai sindaci dei comuni che hanno avuto l’onore della presenza di Padre Pio una convenzione tra i comuni che si sarebbero dovuti costituire in una associazione dove vengono previsti il comitato guida, il comitato di gestione e all’articolo 5 viene previsto che la stessa società promotrice assume il ruolo di consulenza. Nessun riferimento agli aspetti spirituali, di fede e di sviluppo concreto del territorio. Nessun coinvolgimento, come prevedono le norme Cei, delle Diocesi interessate. Nessun coinvolgimento delle Regioni che tra l’altro da tempo stanno lavorando ad una proposta coordinata su questo tema.
Serve chiarezza sul tema dei cammini religiosi se si vogliono evitare queste situazioni incresciose. Se un cammino religioso deve essere convalidato dal vescovo competente per territorio non può pervenire al Ministero una richiesta priva dell’assenso di chi ha competenza in materia.
Sarebbe auspicabile, ora, anche alla luce delle forti perplessità manifestate da più parti, che la Direzione competente del Ministero del turismo faccia una verifica con i responsabili ecclesiastici e gli assessorati regionali sulla coerenza di quanto dichiarato e inviato per l’iscrizione nel catalogo. Promuovere un cammino che non ha requisiti di percorribilità, sicurezza, accoglienza, siti aperti e visitabili sarebbe un imperdonabile grave errore.
di Mario Ialenti (Direttore Pastorale Turismo, Conferenza Episcopale Abruzzo e Molise)