• 15 Settembre 2023

Mimmo fa paura

Sono stati tanti i volontari, le persone, le associazioni ed i soggetti che hanno contribuito col proprio impegno a rendere concreto il modello Riace

di Michele Petraroia

15 Settembre 2023

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Nei prossimi giorni a Reggio Calabria si terranno gli interventi conclusivi dei legali che difendono innanzi la Corte d’Appello Mimmo Lucano e gli altri imputati per reati connessi con l’accoglienza di immigrati a Riace. 
Come ama ricordare Padre Giancarlo Maria Bregantini è opportuno rimarcare che accogliere, includere e integrare in modo diffuso e per piccoli numeri dei migranti è stata una saggia intuizione. Averlo sperimentato a Riace anche in assenza di un quadro normativo di riferimento è stato un gesto di buonsenso che non aveva alternative. 

Sono stati tanti i volontari, le persone, le associazioni ed i soggetti che hanno contribuito col proprio impegno a rendere concreto il modello Riace e non bisogna mai dimenticare che lo stesso Padre Giancarlo nella testimonianza resa al processo di primo grado a Locri si assunse la responsabilità di aver contribuito direttamente alla realizzazione di quella accoglienza umanitaria che poi ha fatto scuola ed è diventata una buona pratica nazionale ed europea nella gestione dei flussi migratori. 

La destra razzista e xenofoba ha contestato alla radice il modello Riace, ha seminato odio e mobilitato le peggiori energie per diffondere disinteresse, indifferenza, intolleranza e ogni forma di opposizione verso gli immigrati. Per farlo ha avuto bisogno di costruirsi un nemico e sul piano mediatico ha fatto passare il messaggio che a Riace non c’era una comunità che accoglieva ma un singolo che agiva tra contrasti e forzature normative.  

Non è così e chiunque abbia un minimo di cognizione su come si organizza una prima accoglienza umanitaria e un successivo percorso di inclusione sociale e integrazione lavorativa, sa che necessariamente occorre il contributo attivo di una molteplicità di persone, associazioni e istituzioni.  

Non sappiamo cosa accadrà tra qualche giorno alla Corte d’Appello di Reggio Calabria ma per noi è chiarissimo che l’unico modello che ha funzionato sperimentato in Italia prima a RIACE e poi ovunque è quello dell’accoglienza diffusa per piccoli nuclei distribuiti su progetti triennali su tutto il territorio nazionale. Con 8 mila comuni sarebbe sufficiente una griglia da dieci a cento migranti a comune per accogliere con dignità un milione di profughi e rifugiati in Italia con un quadro normativo chiaro su permessi di soggiorno, apprendimento della lingua, formazione professionale, scuola, lavoro e cittadinanza. La cultura dell’odio e dell’intolleranza potrà far assistere con disumanita’ alle mille Cutro di questi anni, potrà far gioire nel vedere Lampedusa al collasso e gli arroccamenti egoisti dell’Europa più chiusa e cattiva. Potrà strumentalizzare Riace e continuare a puntare il dito e aggredire il buonsenso, l’umanità e la bontà di quanti sono stati capaci a mani nude, senza fondi e senza chiare leggi di riferimento, a trasformare un borgo disabitato della Locride infestata dalla Ndrangheta in un esempio di buona pratica internazionale finito ad arrivare sulle copertine patinate dei principali quotidiani del mondo. 

Noi privi di bussola, e con la stella polare oscurata dal buio di un tempo che cancella la fraternità universale, non abbiamo mezzi per capovolgere bugie e verità, ma su una cosa, laici o credenti, non abbiamo dubbi ed è ciò che San Matteo ricorda in scarne righe del Vangelo sui diritti degli umili, dei malati, dei forestieri, dei carcerati, degli affamati, dei poveri e degli ultimi. Ecco noi continuiamo ad essere convinti che bisogna dare il pane a chi non lo ha, vestire gli ignudi, curare i malati, visitare i carcerati, dare una casa a chi ne è privo ed accogliere in fraterna umanità il migrante. Per questo saremo perennemente riconoscenti nei confronti di Mimmo Lucano, di Padre Giancarlo Maria Bregantini, Enrico Fierro, Carla Nespolo e di tutti i volontari, militanti, rappresentanti istituzionali o di forze sociali, attivisti e singole persone che hanno reso possibile il modello Riace e lo hanno giustamente difeso negli anni successivi. Un modello che ancora oggi al cospetto dell’emergenza di queste ore resta l’unica vera alternativa per un’accoglienza solidale diffusa rispettosa dei diritti umani. 

È per questo che fa paura!

di Michele Petraroia

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