Il Molise profuma di tartufo bianco
Da Netta a Vinchiaturo si può gustare soprattutto il bianco nel periodo autunnale
di Pasquale Di Lena
25 ottobre 2023
Siamo agli inizi della raccolta del tubero più desiderato e più pagato: iI tartufo bianco, che colloca, con il suo 40% di quello raccolto in Italia, il Molise sul podio più alto dedicato a questa delicatezza. Un primato prezioso che, se ben raccontato, mette in luce ed esalta la bontà di territori della piccola regione, nella quasi totalità i più marginali e, però, i più interessanti sotto l’aspetto ambientale e i più belli con i loro paesaggi. Un’immagine che ha tutto per rendere attraente la farfalla Molise, metterla nelle condizioni di volare e di raccontare questo ed altri primati espressi dai suoi campi, i suoi boschi e il suo piccolo mare. Il racconto che oggi più affascina il consumatore alimentando un turismo, quello legato al cibo e ai luoghi che meglio lo esprimono.
Da Netta a Vinchiaturo, lungo la vecchia statale 87, la Sannitica, vado tutte le volte che ho il piacere di degustare un piatto di tagliolini con il tartufo, soprattutto il bianco nel periodo autunnale. Tutte le volte che mi capita – è il caso di oggi – torno con la mente alle mie scappate in Piemonte di anni fa, quando, grazie ai miei amici Stella e Oddino, Chiara e Elio, ho avuto la possibilità di degustare questa bontà, soprattutto ad Alba, la capitale incontestabile del tuber magnatum e di vivere l’inaugurazione della 1ª Mostra ad esso dedicata, che, nel tempo, ha richiamato turisti di ogni parte del mondo.
Non ritrovo più la Guida del Touring Club Italiano, che negli anni ’80, del Molise riportava due soli ristoranti: “Netta” a Vinchiaturo e “Filomena” a Bojano, che ho frequentato, soprattutto nel tempo degli “Orapi”, spinaci spontanei del Matese e la “Frùffele”, una zuppa a base di brodo di pollo o misto di carne, scarola (indivia), polpettone, tocchetti di mozzarella e formaggio grattugiato. Una bontà della terra della mozzarella e degli ortaggi. Tornando “Da Netta”, oggi nelle mani del figlio Berardino, funghi e tartufi (non solo quello bianco) fanno da filo conduttore di piatti legati alla tradizione a partire da un ricco antipasto di sette assaggi, oltre ai salumi e alle salsicce.
di Pasquale Di Lena