• 8 Novembre 2023

Il magistrato, il cineasta, il pittore e l’eroe

Alessandro Marracino, Giovanni Pettine, Giovanni Ruggiero e Tullio Tedeschi. Quattro isernini che furono protagonisti in ambito giuridico, cinematografico, artistico e militare

di Mauro Gioielli (da “Il Quotidiano del Molise” 26.11.18)

8 novembre 2023

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IL MAGISTRATO
Alessandro Marracino nacque a Isernia il 9 febbraio 1867, da Giacomo e Concetta Bozzelli. Fu magistrato, politico e docente universitario. Conseguì la laurea in giurisprudenza nel 1889 e l’anno successivo iniziò una brillante carriera giudiziaria; eccone le tappe salienti: Regia Procura di Isernia (1890), Tribunale civile e penale di Isernia (1891), Aggiunto giudiziario al Tribunale di Lucera (1893), tramutato al Tribunale di Roma (1894); Pretore nel mandamento di Cittaducale (1896); Giudice del Tribunale di Roma (1897), Consigliere di Corte d’Appello a Firenze (1907), Consigliere di Cassazione a Roma (1915); Presidente della Corte d’Appello ad Ancona (1923); Presidente di Sezione della Corte di Cassazione (1927). Inoltre, dal 1911, fu libero docente di ‘Istituzioni di diritto civile’ presso l’università di Roma. 
Non meno importante fu l’esperienza politica di Marracino. Venne eletto due volte alla Camera dei deputati, nel 1919 (gruppo Partito radicale) e nel 1921 (gruppo Democrazia sociale-Partito democratico). Nel 1922 entrò nel secondo governo Facta come Sottosegretario di Stato al Ministero della Guerra. Nell’ottobre 1932 si iscrisse al PNF. Nel 1933 fu nominato senatore (ai sensi dell’art. 33, categoria 8, dello Statuto Albertino, quello che consente che vengano nominati senatori a vita, dopo i 40 anni, «I primi Presidenti e Presidenti del Magistrato di Cassazione e della Camera dei Conti»). 
Alessandro Marracino è stato anche autore di non poche pubblicazioni, fra cui: Il duello in filosofia del diritto (1892), Azione revocatoria o pauliana (1901), I comuni e le provincie e la funzione giuridica dei partiti, vol. I (1903), Lex julia et papia poppaea (1905), Contributo alla dottrina della correzione delle sentenze penali (1910), L’acquisto della servitù per prescrizione (1911), Carità legale e beneficenza privata (1912), Commentario delle nuove disposizioni legislative sulle acque pubbliche (1917), Per la riforma Bonomi (1917), Sull’indirizzo di risposta al discorso della Corona (1921), Il nuovo diritto idraulico (1930), La proprietà commerciale ed il diritto di clientela (1930), La tutela dell’avviamento. Proprietà commerciale (1934). 
Fu, inoltre, fondatore e direttore di ‘Acque e trasporti’ (Rivista mensile di giurisprudenza, dottrina, legislazione ed economia). Morì a Nettuno il 21 maggio 1941.

IL CINEASTA
Giovanni Pettine nacque a Isernia il 26 luglio 1883, da Raffaele e Beatrice Matteo. Produttore, regista e sceneggiatore, Pettine iniziò a lavorare nel cinema a Milano, nel 1901. Fra le sue prime produzioni si ricordano ‘La contessa di Montignoso’ (1910), ‘Il cliente’ (1911) e ‘Il Paradiso’ (1912). Quest’ultima opera, ispirata alla Divina Commedia, fu distribuita pure con il titolo ‘Visioni dantesche’. Fra il 1910 e il 1911, Pettine realizzò anche diversi cortometraggi per propagandare le bellezze delle città italiane (Alessandria, Bergamo, Bologna, Brescia, Como, Forlì, Milano, Parma, Piacenza, Reggio Emilia, Rimini, Sanremo, Torino, Venezia, Verona e altre ancora) e alcuni “short documentaries” su eventi e manifestazioni, fra cui la ‘Riunione di skys negli Abruzzi’ e la ‘Crociera motonautica sul Po’. Nel 1923 documentò la partecipazione del Molise alla Fiera Campionaria di Milano. 
Il 1931 fu l’anno del film ‘Antonio di Padova il santo dei miracoli’ (regia di Giulio Antamoro; produttore esecutivo Giovanni Pettine), realizzato nella ricorrenza del settimo centenario della morte del santo portoghese. Il film venne giudicato molto negativamente dalla critica, soprattutto perché fu girato muto (il sonoro in Italia era presente dal 1930). Subito dopo, nel tentativo di rimediare, la pellicola venne sonorizzata, ma in modo poco efficace. 
Nel 1932 Giovanni Pettine, con lo pseudonimo Gian d’Isernia, firmò la regia (ma non solo) de ‘La Madonna di Caravaggio’, in occasione del quinto centenario dell’apparizione di Santa Maria del Fonte. In un manifesto del 1933, il film venne pubblicizzato come «Unico documento al mondo di un miracolo colto dal vero dall’obbiettivo». 
Sul sito web del Santuario di Caravaggio, si possono leggere le seguenti notizie: «Di grande richiamo popolare fu la produzione del film ideato dal regista Giovanni Pettine di Isernia (Gian d’Isernia), La Madonna di Caravaggio, pellicola poi negletta perché superata dall’avvento della cinematografia sonora. Non se ne perse il ricordo, ma se ne persero le tracce. Solo negli anni 1989-90, grazie alle tenaci ricerche del rettore del nostro Santuario, mons. Vittorio Formento, il materiale poté essere recuperato presso i familiari del regista, restaurato e restituito alla visione, integrata con le musiche d’accompagnamento incise sui dischi dell’epoca. Il film, una piacevole presentazione della vicenda dell’Apparizione su una trama fedele ai canoni della tradizione nella prima parte, è impreziosito nella seconda parte da un documentario delle solennità conclusive del centenario. […] Era forse la prima volta che la storia di un’Apparizione diventava soggetto di un film e che la documentazione intera di un fatto di cronaca celebrativa religiosa si traduceva in un saggio cinematografico professionale». 
Giovanni Pettine è morto a Isernia il 15 giugno 1973.

IL PITTORE
Giovanni Ruggiero nacque a Isernia il 13 marzo 1892. Conseguito il diploma all’Accademia di belle arti di Napoli, si dedicò all’insegnamento e, come pittore, iniziò ad esporre con successo in non poche città italiane (fra cui Bologna, Cremona, Milano, Napoli, Roma). Disegnò anche il bozzetto per la costruzione del monumento ai caduti della prima guerra mondiale che si trova nel Parco della rimembranza a Isernia. 
Negli anni trenta, partecipò alle mostre delle Sindacali fasciste di belle arti svoltesi in Abruzzo (L’Aquila 1932 e 1935, Pescara 1936, Teramo 1938, Chieti 1939) e a Campobasso (1937). 
Ruggiero fu anche collaboratore, come illustratore, del quotidiano ‘Il Messaggero’. È morto a Roma il 23 ottobre 1971.

L’EROE
Tullio Tedeschi nacque a Isernia 15 luglio 1910, da Felice e Angiolina Milone. Sottufficiale della Marina militare, durante la seconda guerra mondiale fu uno dei protagonisti dell’assalto alla flotta inglese ancorata nella baia di Suda (Creta) che ebbe luogo il 26 marzo 1941. Gli obiettivi furono la petroliera Pericles e l’incrociatore York, colpiti grazie allo straordinario coraggio di alcuni valorosi soldati italiani, fra cui, appunto, il capo meccanico navale Tedeschi che guidò contro il nemico un barchino esplosivo Mtm. L’eroica azione bellica gli valse la Medaglia d’oro al valor militare “a vivente”. 
Questa la motivazione: «Coraggioso e tenace operatore di mezzi d’assalto di superficie, con altri valorosi – già compagni nei rischi e nelle fatiche di un durissimo addestramento –, dopo difficile navigazione, forzava una ben munita base navale avversaria, superando un triplice ordine di ostruzioni. Nella rada violata, quando già era imminente l’alba, con freddezza pari al coraggio, attendeva riunito ai compagni che il Comandante della spedizione procedesse al riconoscimento ravvicinato degli obiettivi e li assegnasse all’audacia dei suoi uomini. Una volta ottenuto il via, si lanciava con saldo animo all’assalto contro grossa petroliera affondandola e coronando così del successo, con l’alto spirito aggressivo, la concezione teoricamente perfetta dell’impresa. Degno in tutto delle più alte tradizioni di eroismo della Marina italiana». 
Quell’episodio, con qualche elemento astorico e alcuni aspetti romanzati, divenne nel 1954 un film intitolato “Siluri umani”, interpretato da un cast di attori famosi (protagonista Raf Vallone) e prodotto da Dino De Laurentis e Carlo Ponti. 
Tullio Tedeschi è morto a Isernia il 2 novembre 1987. Nella sua città gli è stata intitolata la piazza antistante al Tribunale e la Proloco, nel 1993, ha fatto realizzare un monumento che ne ricorda l’impresa eroica.

(Foto: Giovanni Ruggiero, “L’aia” – Olio su tela 1947)

di Mauro Gioielli (da “Il Quotidiano del Molise” 26.11.18)

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