• 14 Novembre 2022

Biodiversità, territorio, domani

A Ferrazzano un incontro per sviluppare il tema “La Vite e l’Olivo: tra Scienza, Cultura, Ambiente e Tradizioni Campobasso e Dintorni”

di Pasquale Di Lena

14 novembre 2022

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Dopo l’incontro di qualche settimana fa a Montefalcone del Sannio, una delle 28 Città dell’Olio del Molise, ecco quello di ieri sera a Ferrazzano, promosso dall’Associazione “Rosso Tintiglia” nella sua rinnovata sede lungo la strada che, da una delle stupende terrazze del Molise, scende per raggiungere Gildone.
Un incontro per sviluppare il tema “la Vite e l’Olivo: tra Scienza, Cultura, Ambiente e Tradizioni Campobasso e Dintorni”, le due colture primarie del territorio di Ferrazzano e dell’intera area del Medio Molise. La terra del vino “Titiglia o Tentéja”, oggi Dop “Tintilia del Molie”.
Il quarto vino, per ordine di riconoscimento, a denominazione di origine (d.o) dopo “Biferno”, “Pentro d’Isernia o Pentro” e “Molise o del Molise”, e, di una delle 19 varietà di olivo molisane, ad oggi riconosciute, lo “Sperone di Gallo”, che è parte della Dop “Molise” Olio Evo. Tutto all’insegna della Biodivrsità, il tema di grande attualità, al pari del clima, che evidenzia, con la sua perdita costante (-70% negli ultimi 50anni), la natura predatoria e distruttiva del sistema, il neoliberismo, che governa il mondo ed è tutto nelle mani della Finanza (banche e multinazionali), che ha come unico e solo riferimento (parliamo di valori), il denaro. Il denaro come fine (dio) e non come mezzo di contrattazione e di scambio di un bene, quale animazione di una società di eguali, che ha rispetto dei beni comuni, primo fra tutti, il Territorio.
Il grande e solo tesoro di una comunità piccola come quella di Ferrazzano e della quasi totalità dei comuni molisani, di una Regione o dell’Italia intera, che deve il suo essere un Paese unico al mondo, proprio per la ricchezza del suo patrimonio di mille e mille territori. Non a caso i suoi preziosi riconoscimenti Dop e Igp di ben 526 vini e 318 prodotti alimentari, per un totale di 844 prodotti testimoni, come la “Tintilia” e lo “Sperone di Gallo” per il medio Molise, di altrettanti territori. E non basta, vista una riserva immensa di altri 5.100 prodotti tipici tradizionali, riconosciuti tali da almeno 25 anni, con il Molise che ne conta ben 153.

La natura predatoria del sistema che governa il mondo, l’accanimento proprio per il suo bene più prezioso, il suo tesoro, il territorio e, con esso, della vita, ovvero la biodiversità: Un valore inestimabile, che vuol dire meno storia, meno cultura, meno paesaggio e meno ambiente, meno agricoltura e meno cibo, meno convivialità e meno tradizioni, una volta che viene distrutto. In pratica meno domani.
L’incontro di Montefalcone del Sannio e quello di ieri a Ferazzano, con i rispettivi sindaci impegnati, e, non solo, l’iniziativa dell’Associazione ex consiglieri regionali di dar vita a una “Rete per la conservazione e il rilancio della Biodiversità” e, di due domeniche fa, la nascita a Termoli del 1° “Parco degli olivi” dedicato alla biodiversità della pianta sacra, il simbolo del Mediterraneo, sono il segno di un risveglio dei piccoli territori, stanchi dello stato di abbandono, per una nuova rinascita ridando vita ai loro testimoni, vite e olivo, frutti, piante orticole e semi per esprimere rispetto e riconoscenza alla nostra madre Terra, ridare lo spazio alle risorse e ai valori che servono per vivere in armonia con la natura e in salute, e, anche, per raccontare il passato e sognare il domani.

Ad aprire l’incontro con una dotta riflessione, Guerino Giordano.
A spiegare il significato e il valore della biodiversità legata al territorio ci hanno pensato due illustri docenti dell’Unimol, Porf. Sebastiano Delfine e Fabio Pilla, mentre la giovane Sara Spicciati è entrata nel merito delle ragioni del rapporto non facile dei giovani con il mondo dell’agricoltura e delle possibilità di un recupero nel momento in cui la Terra torna a riavere il suo ruolo di centralità.
Francesco Iapaolo, enologo, ha ben spiegato i caratteri della Tintilia e parlato delle enormi potenzialità che questo vino sui mercati del mondo solo se i suoi produttori sono uniti e la comunicazione trova in una strategia di marketing (Piacere Molise) il racconto di testimone principe di un territorio.
Puntuale il coordinamento del Prof. Nicola Iannaccio e attento l’intervento conclusivo della Consigliere regionale Aida Romagnuolo, che si è impegnata a coinvolgere sui temi trattati l’assise regionale.
Per chiudere questa breve nota vale un applauso al Presidente ed ai soci di “Rosso Tintiglia” per il recupero di una vecchia scuola di campagna, da tempo abbandonata, e, per le belle e interessanti iniziative che sta portando avanti nel segno proprio di una rinascita del territorio con il passato che si lega all’oggi e pensa, con i suoi giovani figli, a costruire un nuovo domani, a partire dalla terra, dall’olivo e dalla vite e, anche, dalle 17 varietà di pere (la notizia data dal prof. Pilla, che ha le sue radici e vive a Ferrazzano) che sono parte della ricchezza del paesaggio del piccolo delizioso centro, Città dell’Olio, nelle mani di un sindaco attento, Antonio Cerio, che ieri ha, con il suo contributo alla discussione, confermato l’impegno a rendere continuità e azione i temi oggetti delle tante riflessioni.
Un incontro, quello di ieri, che, per chi scrive, diventa esempio e stimolo per tutte le altre realtà, una volta che diventa consapevolezza la necessità che per programmare il domani serve partire da quello che uno ha, mettendo in campo intelligenza, voglia di fare, sogni da realizzare. 

di Pasquale Di Lena

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