Inaugurata l’”Enoteca di …Vino” a Campomarino
È la prima e non poteva non nascere là dove le vigne, insieme con il mare, segnano la bellezza del paesaggio
di Pasquale Di Lena
13 dicembre 2022
A Campomarino, la prima città del vino riconosciuta nel Molise e, da alcuni anni, parte di una realtà ricca di 470 comuni associati, nata a Siena nel giorno della primavera del 1987. L’antesignana delle città d’identità, grazie all’idea di un piemontese, Elio Archimede, e all’impegno organizzativo dell’Ente Mostra nazionale Vini e della sua Enoteca Italiana, aperta a Siena nel 1960. L’idea di un’Associazione Nazionale è stata la pronta risposta alla tragedia del metanolo dell’anno prima, proprio nel giorno della notizia, data mentre si svolgeva il convegno “Vino e Turismo”. Un binomio vincente, l’inizio di un percorso che ha visto l’Ente senese e la sua struttura svolgere, con le sue numerose e originali iniziative, un ruolo centrale lungo il percorso della “Rinascita” del vino italiano e della sua nuova immagine, in Italia e nel mondo.
Sull’importanza oggi del turismo del vino e della gastronomia in generale, si è soffermato Angelo Radica, abruzzese di Tollo, da un anno acclamato Presidente dell’Associazione Nazionale delle Città del Vino, che, dopo aver sottolineato il ruolo e i successi in questi 35 anni di attività con i sindaci tutori dei territori, che hanno nei vini a denominazione di origine i testimoni più accreditati. Il vino della vite, che, dopo seimila anni dalla sua partenza dall’oriente, in compagnia con l’olivo e il suo olio, alla conquista del Mediterraneo, si trova ancora una volta ad essere maltrattato da chi, in Europa, vuole mettere in etichetta la scritta che il suo uso, anche moderato, provoca il cancro.
Il mio pensiero, mentre il presidente Radica sottolineava quest’attacco al vino, andava alle multinazionali che, non potendo controllare il prodotto, usano le lobby per distruggere la sua immagine e, anche, quella dell’olio, cioè i due prodotti che da millenni accompagnano l’umanità, in particolare di quella parte del mondo fonte di civiltà, il Mediterraneo. Il vino provoca cancro, una malattia del cosiddetto “progresso”, ovvero quando il suo consumo pro capite è sceso di molto ed è aumentata la qualità! Come mai il cancro non c’era quando nei secoli e millenni passati il vino era, con l’acqua, la sola bevanda a disposizione? E perché no le bevande più diffuse, i soft drink? Perché sono le sole nelle mani delle multinazionali. Grande il ruolo svolto dalle Città del Vino a testimoniare l’importanza di un’associazione di livello nazionale, che tocca tutt’e venti le regioni.
Una realtà importante per difendere i principi che hanno portato alla nascita delle “Città del Vino”, in particolare quello della tutela del territorio, bene comune, origine della qualità. L’inaugurazione di un’Enoteca comunale ha un significato particolare: quello di dare immagine a questa qualità e, con essa, una risposta di reddito e di soddisfazioni ai vitivinicoltori e al territorio nella sua complessità. Ad aprire la presentazione il Sindaco della Città del vino molisana, Silvestri, che, con giusto orgoglio, ha sottolineato i primati di Campomarino nel campo della vitivinicoltura: un terzo della superficie vitata regionale, il maggior numero di viticoltori e imbottigliatori. A raccontare l’idea dell’Enoteca e la sua realizzazione, il presidente della struttura, l’arch. Gaetano Piermarino e l’assessore al Turismo. Michele D’Egidio.
L’onore del taglio del nastro inaugurale è stato affidato a chi ha iniziato il percorso più di 50anni fa, Luigi Di Majo, noto come Don Luigi. Presente con altri produttori che, da ora in poi, con le loro bottiglie, animeranno le teche allestite all’interno del nobile palazzo Norante
di Pasquale Di Lena