“Desterrados del Molise”
Una pianta con lunghe e rigogliose radici
di Maria Carmela Mugnano
29 dicembre 2022
Scendere nella profondità di un’identità per ricercarvi componenti che sono state essenziali alla sua costruzione, e ripercorrere a ritroso il cammino compiuto dalle proprie radici, è un’operazione su cui oggi non si pone la dovuta attenzione, considerata forse inutilmente nostalgica in una società proiettata più sul “dove andiamo” che sul “da dove veniamo”.
Senza pensare che questi due luoghi, spesso molto distanti tra loro, sono intimamente connessi dentro di noi.
È un argomento questo che, se in generale riguarda le nuove generazioni rispetto a quelle dei nonni, viene vissuto con implicazioni più profonde da tanti figli e nipoti dei nostri emigrati nei diversi Paesi del mondo, che spesso dichiarano di avere un cuore che batte per due Patrie, quella che ha dato loro i natali e quella da cui proviene la famiglia, con una storia, una cultura, una tradizione che sentono nel sangue. Molti di loro sono giovani, che fin dalla nascita hanno ricevuto da padri e nonni la testimonianza di chi, per necessità, ha dovuto abbandonare i propri territori, travalicare confini e superare barriere di terra e di mare per ritrovarsi a vivere in un altrove sconosciuto e molto remoto rispetto al luogo d’origine.
Testimonianza attraverso la quale questi giovani hanno colto l’insegnamento di non dover abbandonare quei territori interiori descritti con amore, i panorami dell’anima che hanno assorbito insieme alla nostalgia delle narrazioni famigliari.
E non solo per tradizione e coinvolgimento affettivo, ma anche per l’orgoglio delle radici, che in tanti, nelle comunità italiane sparse nel mondo, portano avanti questa operazione identitaria con un lavoro paziente e laborioso, spesso poco conosciuto e con scarsi aiuti materiali, ma necessario per l’intera comunità e per affermare con passione il “chi siamo e dove siamo”. Proprio perché hanno capito che il riconoscimento dentro di sé di quei valori ereditati orienta la loro strada, il “dove andiamo”.
Ed è con questo spirito e passione che il Centro Molisano Sant’Elia La Plata in Argentina ha voluto realizzare, grazie al documentarista e regista Guillermo Ale, il filmato “Desterrados del Molise” che in un anno di lavoro ha raccolto, sullo sfondo di un’importante operazione culturale sull’emigrazione, le testimonianze di vari emigrati molisani a La Plata negli anni del dopoguerra. Il documentario, prodotto dal Centro e dalla Regione Molise, si è avvalso anche della coproduzione del Comune di Sant’Elia a Pianisi e delle Associazioni “Il Villaggio della Cultura” e “Con il Molise nel Cuore”, ed è stato rappresentato due volte a un folto pubblico nella città argentina. Si auspica che nel 2023 possa arrivare, insieme ai suoi realizzatori, anche in Molise.
Abbiamo raggiunto al telefono Guillermo Ialea, giovane e attivo organizzatore del Centro, che gentilmente ha risposto ad alcune domande.
Ciao Guillermo, come siete giunti all’idea del filmato, e come è stato realizzato?
«L’idea è nata da un’indagine che l’architetto Emilce Soneira stava svolgendo per la sua tesi universitaria sull’impatto dell’immigrazione molisana a La Plata. Noi, come Centro Molisano della città, gli abbiamo fornito tutta la nostra documentazione, aiuto e informazioni. In questo quadro abbiamo iniziato a sviluppare l’idea di realizzare un docu-film sui nostri immigrati, in modo che ognuna delle loro storie fosse conosciuta. Così abbiamo presentato il progetto alla Regione Molise, ci è stata assegnata una parte dei fondi e abbiamo iniziato a raccogliere informazioni da documenti, fascicoli ufficiali e soprattutto dalle testimonianze degli immigrati che sono ancora con noi. Non è stato un compito facile perché c’è stata di mezzo la pandemia, e questo ci ha costretti a raddoppiare i nostri sforzi.»
E come ha reagito il pubblico?
«La reazione del pubblico è stata, fin dall’inizio, molto sentita e partecipe. Man mano che si procedeva con le indagini e le riprese cresceva l’attesa che si generava nelle famiglie molisane. Poi è arrivato il processo di editing, commento, traduzione, ecc. E fortunatamente siamo riusciti a presentare il docu-film in anteprima in una sala cinematografica del principale centro culturale della città. La sala era affollata: hanno partecipato intere famiglie di origine molisana, bambini, giovani, adulti e anziani. Quel giorno è stato straordinario, c’era una bellissima atmosfera e le emozioni erano alle stelle. E, dopo la proiezione, le lacrime sui loro volti hanno testimoniato della profonda commozione…»
Ci puoi parlare delle attività che vengono svolte presso il Centro Molisano Sant’Elia a La Plata?
«Il Centro Molisano Sant’ Elia è nato nell’anno ’64 dall’esigenza degli immigrati di potersi incontrare, e anche così lontani dalla Patria, continuare a vivere e conservare le proprie tradizioni e cultura. In questo modo la nostalgia per la loro terra si è un po’ alleggerita. All’inizio le attività principali erano le celebrazioni delle feste patronali, religiose e sociali, sempre coronate da grandi pranzi e fuochi d’artificio. Nel corso degli anni la nostra Istituzione ha sviluppato sempre più attività in tutte le aree, integrandosi nel quartiere. Abbiamo il più grande Balletto di Danza Italiana della città, chiamato “Rosabella del Molise”, che vogliamo continuare a promuovere. Attualmente svolgiamo attività didattiche, come i corsi di lingua e cultura italiana, e videoconferenze su vari argomenti di interesse per la comunità. A questo proposito abbiamo tenuto numerose di queste videoconferenze con protagonisti della vita culturale molisana, per sentirci più vicini e coltivare il contatto con le radici. Inoltre disponiamo di una sede che è un grande edificio, che speriamo di poter mantenere, e in cui vengono svolte attività sportive come zumba, yoga, ginnastica, kick boxing, taekwondo, skate, ecc. Siamo integrati nella forte comunità italiana di La Plata attraverso la nostra partecipazione alla FAILAP (Federazione delle Associazioni Italiane) e al COMITES (Comitato degli Italiani all’estero), la cui Segretaria, Clara Cunsolo, è la Presidente del nostro Centro. Inoltre ci tengo a dire che vengono svolte attività di solidarietà per la comunità, aiutando i più bisognosi e fornendo assistenza alle mense per bambini, anche in collaborazione con la parrocchia di Santa Rosa da Lima. I festeggiamenti in occasione di ricorrenze religiose e civili che si svolgono presso la nostra sede sono molto apprezzati da tutta la famiglia molisana, e in generale italiana, della città. Tutti gli anni partecipiamo a “Cammina Molise!”, e nel 2018 abbiamo anche organizzato questo evento che si svolge da più di 25 anni in Molise, e da 6 anni è replicato in Argentina. In questa occasione si incontrano tutti i Molisani d’Argentina, generando un sodalizio che non si trova in nessun’altra parte del mondo!»
Quali sono i vostri progetti futuri, e quali le necessità per realizzarli?
«Quanto ai progetti futuri ce ne sono sempre tanti, alcuni più semplici da realizzare, altri più ambiziosi. Le idee nascono ogni giorno e abbiamo un gran numero di giovani che portano costantemente energie fresche e voglia di fare. Purtroppo la situazione nel nostro Paese non aiuta molto perché le difficoltà socio-economiche aumentano. Ma lo spirito sannitico insito in noi fa sì che gli sforzi che facciamo nell’ambito della nostra Istituzione non si pieghino a questi problemi, avendo sempre come faro l’encomiabile opera che iniziarono i nostri nonni e Padri fondatori. È necessario sottolineare che facciamo tutto con spirito associativo di volontariato e spontanea cooperazione.
Un progetto ambizioso, che è in atto fin dall’inizio, è quello di creare una scuola bilingue italo-argentina presso la nostra sede. Si prevede, inoltre, di poter fare un viaggio per i giovani in Molise, affinché possano vedere la terra dei loro nonni e vivere di persona una storia di luoghi, di affetti e di ricordi che hanno sempre sentito da loro. Come discendenti di immigrati conosciamo l’effetto emotivo che produce il ritorno. Sarebbe bellissimo poter anche realizzare uno scambio con i giovani molisani. Ovviamente una delle principali necessità, attraverso i corsi, è il proseguimento nell’apprendimento della lingua italiana, fondamentale nel processo di conoscenza ed educazione alla grande cultura della terra dei nostri Padri, e ai collegamenti e agli scambi con essa.
Infine, a seguito del docu-film, c’è l’idea di realizzare un libro che raccolga la storia dell’immigrazione molisana nella nostra città e la nascita della nostra Istituzione, e di instaurare un ponte tra l’Università Nazionale di La Plata e l’Unimol per favorire in maniera importante uno scambio didattico ed educativo. Tengo a ribadire che tutto questo lavoro, che parte dal nostro cuore, si realizza con tanta fatica, pagando ogni spesa con le nostre risorse, il che comporta uno sforzo difficile da esprimere a parole.»
Vuoi inviare un pensiero, un augurio, in Molise?
«Certamente. A nome del Centro Molisano Sant’Elia La Plata mi rivolgo a tutti gli amici molisani con l’augurio di un felice anno nuovo e con la speranza di venire presto in Molise per incontrarci in tanti paesi e città. Grazie»
Siamo noi che ringraziamo Guillermo Ialea e tutti gli amici del Centro, che si sentono profondamente legati alla terra dei Padri e la onorano in mezzo a tante difficoltà. Sarebbe un bel dono da parte loro portare nella nostra Regione il docu-film “Desterrados del Molise” per ricollegarci a un pezzo di storia molisana approdata su lidi lontani, dove le nostre radici sono fiorite in maniera così bella e rigogliosa.
Trailer: “Desterrados del Molise”
di Maria Carmela Mugnano