Pacchétiēlle, ovvero Pasqualino
Perché a Campobasso c’è il detto “Va’ a fà’ bbéne récette Pacchétiēlle”
di Arnaldo Brunale – fb
20 Gennaio 2023
Pacchétiēlle, ovvero Pasqualino, è stato un personaggio locale vissuto fino a poco oltre la metà del XIX secolo. Era noto per le sue ruberie e gli espedienti disonesti messi in atto per vivere alle spalle della gente.
Su di esso sono fioriti vari aneddoti, non sempre concordi fra di loro e spesso romanzati dalle fonti dirette locali. Se ne citano solo alcune versioni, probabilmente le più veritiere. Le sue vittime preferite erano le donne che si recavano a Funtanavecchia per lavare i panni e sciorinarli sul prato circostante. Alcune volte esse andavano a ritirarli verso sera inoltrata. In una di queste occasioni Pacchétiēlle, approfittando del buio, e nascondendosi dietro una siepe per non farsi vedere, imitò l’ululato del lupo, incutendo loro una grossa paura che scapparono via terrorizzate, lasciando i panni alla mercé della sua razzia. Essendo noto per le ruberie, le donne, quando lo vedevano nei pressi del lavatoio, lo scacciavano in malo modo urlando al suo indirizzo.
La famosa frase Va’ a fa’ bbéne (Vai a fare bene), per cui Pacchétiēlle è passato alla storia, fu pronunziata da lui, in tono di rimprovero verso se stesso, quando tentò di discolparsi, dalle accuse di furto, con i gendarmi che lo avevano arrestato, attirati dalle urla delle lavandaie, spiegando che si trovava lì solo per aiutarle a piegare i panni e non per depredarle.
Egli fu impiccato per avere stuprato un ragazzo e per averne gettato il corpo in un pozzo situato tra via Monforte e via Torino. Anche in quell’occasione Pacchétiēlle volle dare prova della sua “ingenua furbizia”. Prima di morire, richiamò il prete che lo aveva confessato da poco, e gli disse: ‘Gnòr Rettore, tènghe ra cunféssarve ‘n’àūtra cósa ca prima nén vé so’ rìtte! V’arécurdate quānne, abbasce au Cunviēnte a San Giuānne, nén truvavate le solde réntre a’la cascétta? Chìlle vé l’haie arrubbate i’! Pare che la sua esecuzione capitale, avvenuta nei pressi dell’attuale carcere mandamentale durante il Carnevale del 1859, là dove ora vi è eretto un ceppo con su una grande croce di ferro, sia stata l’ultima eseguita a Campobasso.
di Arnaldo Brunale – fb