Il tomapensiero
Le ricette di Toma saranno anche ispirate ma noi cosa abbiamo fatto di male per arrivare sempre ultimi?
di Domenico D’Adamo (da lafonte.tv)
23 Gennaio 2023
Manca ormai solo qualche mese per lo svolgimento delle prossime elezioni regionali ed è ora di fare qualche verifica su ciò che è stato promesso in sede istituzionale, con l’avvio della XII legislatura, dall’esecutivo guidato dal prof. Donato Toma, sedicente keynesiano, e ciò che invece è stato realizzato in concreto per il Molise. Prima di occuparci del merito, qualche parola però è il caso di spenderla in ordine al metodo annunciato nelle dichiarazioni programmatiche del 28/05/2018 dal neoletto governatore, succeduto all’Architetto Frattura, senza scostarci minimamente dagli impegni assunti dallo stesso in quel fatidico giorno, dell’assise regionale. “Per realizzare ciò (il suo programma ndr) auspico, anzi sono convinto, che il metodo sovrano debba essere quello della condivisione, in Giunta ma anche in Consiglio, dove più che all’opposizione mi piace pensare ad una minoranza costruttiva e partecipativa. Penso ad un work in progress, una sorta di ascolto permanente che avvieremo da subito con il partenariato sociale ed economico in tutte le sue articolazioni. Immagino un governo partecipato e allargato alla società civile, una casa aperta e trasparente dove ogni cittadino possa sentirsi ‘condomino’ della Regione”. E meno male che è convinto di ciò che dice.
Il commercialista keynesiano qui non si è risparmiato: a me sarebbe anche piaciuto fare il ‘condomino’ della casa aperta e trasparente ma non sono stato mai invitato dall’amministratore; a uno così, Collodi gli farebbe fare Lucignolo solo per non mortificare Pinocchio. Per quanto riguarda invece il grande economista al quale dice di ispirarsi, per carità, lo lasci riposare in pace. Se l’economista inglese avesse immaginato di avere tra i suoi allievi il dr. Toma, avrebbe continuato a curare i suoi studi di filosofia e sarebbe diventato comunista pur di evitare di incontrare l’autore del tomapensiero. Purtroppo o per fortuna la nostra comunità non è rancorosa, dimentica in fretta: ha dimenticato i disastri di Iorio e quelli di Frattura, sarà così anche con Toma e addirittura riesce, senza vomitare, a votare per un tizio che toglie il pane ai poveri per dare i soldi ai presidenti delle squadre di calcio. Noi Molisani, dallo Stato, ci aspettiamo sempre meno di ciò che ci dà, ma mandare a Roma un peracottaro che ricatta il governo, non per migliorare le condizioni di vita di chi l’ha votato ma per correre dietro alle palle sue e dei suoi amici, è veramente un successo. Certo, anche noi saremmo dovuti essere più prudenti prima di dargli il voto e una domanda, semplice, avremmo potuta fargliela: perché tu e Cesa vi siete candidati in Molise e non nella vostra terra? Niente di politico, per carità, giusto per saperne di più.
Ma veniamo al merito e agli effetti delle scelte di governo operate in questi ultimi cinque anni nella nostra regione. Per non interpretare le dichiarazioni del governatore, ve le riproponiamo così come le ha esposte nel citato consiglio regionale del 28/05/2018: “L’ economia molisana – dice Toma – nel corso dell’ultimo anno, (gestione Frattura) ha fatto registrare una crescita limitata inferiore al dato nazionale. Il PIL molisano resta il secondo più basso d’Italia, in termini assoluti, dopo la Valle D’Aosta, e il PIL pro capite, già strutturalmente basso, nel 2015 ha subìto un crollo dell’11,2% (fonte EUROSTAT) risultando il quinto peggior valore sulle venti regioni”. Secondo il rapporto SVIMEZ del 2022, il PIL pro capite del cittadino molisano è cresciuto, nel 2021 del 4,2 %, il più basso di tutta la penisola, isole comprese: un rimbalzo alquanto contenuto dopo la recessione del 2020. Per farla breve, mentre le altre regioni italiane hanno recuperato per intero la ricchezza non prodotta nel periodo pre-pandemico, il Molise è rimasto indietro di 2,2 punti percentuali rispetto alle altre regioni. Da quintultimi siamo diventati ultimi. Per quanto riguarda il lavoro è invece andata peggio. Sempre secondo le stime della SVIMEZ, l’occupazione si è ridotta del 4,5% e siamo pertanto arrivati ultimi nella classifica generale delle quantità. Quanto alla qualità del lavoro, sempre dati e non opinioni, il 23% dei lavoratori ha un contratto a termine da almeno 5 anni e nell’ultimo anno le retribuzioni, in termini reali, si sono ridotte del 9,4% rispetto al 2,5 delle regioni del Nord. “Lavoro, lavoro, lavoro e competitività dei sistemi produttivi”, aveva urlato il commercialista partenopeo all’atto della presentazione del suo programma di governo.
Le ricette di Toma saranno anche ispirate ma noi cosa abbiamo fatto di male per arrivare sempre ultimi? Ci sorge un dubbio: ma Keynes è nato a Napoli? Non ne ha azzeccata una di “Azioni” come le chiama lui. Nel mondo della scuola, luogo dal quale proviene il nostro governatore, l’85,42% dei ragazzi della scuola primaria è privo del servizio mensa e, cosa ancora più grave, gli stessi allievi frequentano mediamente 4 ore di scuola in meno alla settimana rispetto agli stessi ragazzi del Nord: circa 200 ore l’anno, che moltiplicate per cinque fanno un anno di scuola in meno, e anche questi sono fatti non opinioni. Le Azioni proposte da Toma per la Sanità ci hanno davvero fatto sognare: “superamento del decreto Balduzzi chiedendo l’attivazione di almeno un ospedale DEA di II livello per regione, indipendentemente dal numero di abitanti; possibilità di istituzione a Campobasso di un polo clinico universitario. Nell’uno o nell’altro caso, la conservazione degli attuali 4 poli ospedalieri anche con modelli organizzativi innovativi che assicurino un’offerta sanitaria adeguata a livelli accettabili di assistenza”. Sono passati quasi cinque anni dal suo insediamento e le sue sono rimaste solo chiacchiere e, quando si è presentata l’opportunità di riaprire un solo ospedale, il Vietri di Larino, ha preferito destinare il finanziamento ricevuto per la realizzazione di una struttura destinata alla cura del COVID, alla ristrutturazione di un edificio mai realizzato che passerà alla storia come la torre di Toma.
“Anche in tema di infrastrutture riteniamo prioritario rassicurare i cittadini molisani circa un uso oculato e mirato di ogni stanziamento: via ogni sorta di spreco”. L’impegno é solenne ma, scorrendo i giornali pubblicati nel vicino Abruzzo, abbiamo rintracciato una dichiarazione del Presidente dell’Autorità di sistema portuale dell’Adriatico Centrale il quale testualmente recita: “grazie al lavoro congiunto con il Ministero delle Infrastrutture, il CIPESS, la Regione Abruzzo, la Conferenza Stato Regioni” e (diciamo noi) la determinante inadempienza della Regione Molise, che si ringrazia, il finanziamento di 30 milioni di euro precedentemente destinati alla Regione Molise per lavori nel porto di Termoli, vanno nuovamente assegnati al porto di Ortona, perché “la condizione cui era subordinato il finanziamento non si è verificata”: questo è scritto sulla delibera 26/2022 del CIPESS sottoscritta dal pres. Draghi. E anche questi sono fatti e non opinioni di cui parleremo prossimamente al grido di “Via ogni sorta di impostore!”
di Domenico D’Adamo (da lafonte.tv)