Parco eolico in mare
Il parco eolico si deve fare comunque, secondo Lega Ambiente. La posizione opposta è altrettanto netta: le pale eoliche comunque non si debbono mettere
di Famiano Crucianelli (da lafonte.tv)
25 Gennaio 2023
La questione del parco eolico al largo di Termoli è carica di significati, è una scelta entro la quale covano ragioni ambientali, economiche, culturali e politiche di grande importanza ed è bene che questi argomenti emergano con chiarezza. Secondo il copione classico della sinistra, se non vi fosse stata ai primi di giugno l’iniziativa de la fonte, noi oggi saremmo dinnanzi a due posizioni speculari.
Il parco eolico si deve fare comunque, questo è il senso del comunicato ultimo di Lega Ambiente. La posizione opposta, che si legge fra le righe di diverse dichiarazioni, è altrettanto netta: le pale eoliche comunque non si debbono mettere.
La fonte, in una bella conferenza sull’ ipotesi della gigafactory a Termoli all’inizio dell’estate, ha proposto un percorso diverso dai “due comunque”. Osservazioni e considerazioni che voglio riprendere.
Il cambiamento climatico
Il cambiamento climatico e i suoi effetti devastanti su natura e uomo sono così evidenti che soltanto chi si ostina a tenere gli occhi chiusi non riesce a vederli. In base all’indice di vulnerabilità del 2015, sette delle dieci nazioni più a rischio per il cambiamento climatico sono in Africa e sono già evidenti e drammatici gli effetti negativi su salute, sostentamento, produttività alimentare, disponibilità di acqua. Una situazione che ha già compromesso la sicurezza complessiva di milioni e milioni di cittadini africani e causato già oggi milioni di profughi e disperati ambientali. “I cambiamenti climatici rappresentano la più grave minaccia per la salute che l’umanità deve affrontare”: questo nel rapporto dell’Organizzazione Mondiale della sanità. La causa fondamentale di questo disastro climatico è nel modello economico e sociale di questo ultimo secolo e nell’uso delle energie fossili che di quel modello sono state il motore fondamentale.
Oltre le energie fossili, oltre il capitalismo
Se si condividono queste considerazioni, allora la scelta di abbandonare le energie fossili, di sviluppare energia da fonti rinnovabili non è eludibile. In questo senso l’appello di diverse organizzazioni ambientaliste a procedere senza indugi in questa direzione va compreso e raccolto. Vi è un però da considerare, e sarebbe un grave errore ignorarlo.
La rivoluzione energetica non può essere il banchetto dei vecchi poteri finanziari. La transizione energetica non può essere guidata e governata da quei gruppi di potere che da sempre hanno al centro i loro profitti privati e non il bene comune dei nostri territori e delle nostre comunità. Per questo deve esserci chiaro che la rivoluzione energetica non è un pranzo di gala, non è un pacifico mosaico floreale, al contrario è luogo di confronto e di conflitti fra interessi sociali spesso contrapposti.
Come la fonte e “Molise domani” abbiamo messo in testa al nostro programma l’obiettivo di “emissioni zero”. Una strategia di cambiamento del modello energetico, del sistema di produzione agricolo, più in generale degli stili di vita che debbono avere al centro la “manutenzione” delle cose, la sobrietà del vivere sociale e non la nevrosi del consumismo. Abbiamo ripetuto più e più volte “one health”, ovvero l’idea che l’uomo e la natura siano una sola cosa, che si debba superare la frattura fra natura e cultura. Le energie rinnovabili possono essere un passo in questa direzione, purché sia chiaro che l’obiettivo non è quello di accompagnare il cambiamento climatico per contenerne i danni e le catastrofi, bensì quello di prevenire i disastri naturali e le tragedie umane. Se questa è la vera partita, allora in gioco non vi è solo un cambiamento tecnico nella produzione di energia, una furbizia dell’ingegno perché nulla cambi nella fisiologia del sistema. Al contrario le rinnovabili debbono essere l’occasione per mutare la natura di quel sistema economico, sociale ed ideologico che ha portato il genere umano sull’orlo della tragedia. Quindi avanti senza indugio verso le rinnovabili, avendo ben chiaro che questa come altre scelte sono l’inizio di un vero cambiamento e non la medicina in attesa della nuova malattia.
Governare per cambiare
In tempi lontani, nella bella iniziativa di giugno su Stellantis come la fonte ci siamo assunti la responsabilità di avanzare due proposte: le comunità energetiche e un parco eolico di fronte alle nostre coste. Proposte chiare, ma a condizioni ben precise.
- a) La produzione e distribuzione di energia che è un bene comune essenziale per la vita non può essere proprietà privata di oligopoli e grandi aziende che moltiplicano le loro fortune e lasciano le briciole ai cittadini e alle nostre comunità.
- b) Le comunità energetiche, ovvero la democratizzazione della produzione e del consumo di energia debbono essere la via maestra per un nuovo paradigma che abbia al centro la partecipazione dei cittadini alla proprietà di quel bene essenziale, quale è l’energia.
- c) La nuova rivoluzione energetica deve valorizzare l’agricoltura e la bellezza del nostro paesaggio che sono i nostri beni primari. Non è accettabile, né sostenibile l’idea di riempire le nostre superfici agricole di pannelli solari e pale eoliche. Prima di pensare ad un ettaro di terreno agricolo debbono essere impegnate tutte le superfici dai casolari ai capannoni, dai poli industriali agli edifici pubblici e privati.
- d) La realizzazione di un parco eolico lontano oltre 40 km dalla costa deve essere sostenibile per le attività di pesca e utile per il patrimonio ittico. I pescatori debbono essere attori protagonisti e non le vittime designate di questo progetto. Un polo di produzione energetica così importante come un parco eolico deve essere guidato da una strategia pubblica e debbono essere chiare le ricadute energetiche sia per il sistema produttivo, sia per i nostri cittadini. Infine il parco eolico deve rappresentare un’alternativa seria e radicale ai tanti progetti di colonizzazione energetica delle nostre campagne, della nostra agricoltura e del nostro paesaggio.
La questione energia rappresenta un capitolo centrale per il futuro dei nostri territori e come tale dovrà essere al centro della prossima campagna elettorale per il governo della regione Molise.
Non spendo una parola sul progetto “Maverick”: un megaprogetto di 120 pale, fatto da una società fantasma, con l’intento evidente di riempire il conto in banca di qualche speculatore di passaggio.
di Famiano Crucianelli (da lafonte.tv)