“Fame d’aria”
Con questo libro Daniele Mencarelli fa i conti con uno dei sentimenti più intensi: l’amore genitoriale, e lo fa portandoci per mano dentro quel sottilissimo solco in cui convivono, da sempre, tragedia e rinascita
di Dario Carlone (da lafonte.tv)
2 Maggio 2023
Il disturbo del neurosviluppo – che comunemente denominiamo ‘autismo’ – coinvolge principalmente le facoltà del linguaggio e della comunicazione, condizionando l’interazione sociale; inoltre le sue manifestazioni più evidenti sono rappresentate da interessi ristretti, stereotipati e comportamenti ripetitivi. Alquanto diffusa, ma scarsamente conosciuta e di conseguenza spesso affrontata con poca cura e senza riferimenti scientifici, questa patologia è ‘protagonista’ in Fame d’aria, l’ultimo romanzo di Daniele Mencarelli.
Una prosa scarna, precisa ed un ritmo narrativo fluente, ma a tratti crudele, presentano al lettore la straziante esperienza di un padre, Pietro, il cui figlio, Jacopo, è affetto dalla suddetta sindrome. I due sono costretti a trascorrere alcuni giorni presso un albergo a conduzione familiare, nella frazione di Sant’Anna del Sannio (Frosolone), soggiorno non scelto ma imposto dal guasto dell’automobile.
Jacopo “è bello, di una bellezza che può ingannare per qualche istante, poi, anche mentre cammina, non si può non notare il leggero dondolamento, l’andatura da sonnambulo aggrappato al braccio destro del padre, e la mano sinistra, le dita della mano sinistra, che non smettono mai di passare e ripassare sulla coscia”. Pietro è l’unico a prendersi cura del giovane: “Ma voi che ne sapete, che ne sapete?”, è il grido disperato di un uomo che vive in prima persona questa esperienza.
Lo stile con cui la vicenda è narrata è diretto, realistico, senza infingimenti; il ritratto che l’autore fa di questo padre esprime tutta la disperazione che può spingere una persona a non vedere davanti a sé alcun futuro: “La normalità è come un biglietto della lotteria. Invece tutti pensano che sia naturale il contrario. Che un figlio è come un elettrodomestico, costruito per funzionare alla perfezione. Soltanto chi ci passa sa quante competenze ci vogliono per attraversare una strada, per prendere una penna in mano”.
Una lettura coinvolgente, che ci aiuta a rafforzare il nostro spirito di resistenza. (D. C.)
di Dario Carlone (da lafonte.tv)