• 4 Maggio 2023

Centro di (ri)Generazione

L’Appennino nuovamente in marcia, Castel del Giudice laboratorio in movimento

di Redazione di pressmoliselazio.it

4 Maggio 2023

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Dopo anni di paziente lavoro di semina, di pionieristiche sperimentazioni e progetti, oggi l’Appennino è nuovamente in marcia. Dopo una lunga stagione di resistenza durata per arginare lo spopolamento, l’arretramento dei servizi e delle attività economiche, le aree interne e montane del Centro e del Sud del paese stanno intraprendendo un nuovo percorso di rinascita e rinnovamento.

Certo, i processi di infragilimento continuano, ma sono oramai tante le realtà in Abruzzo e Molise, in Campania e Calabria, in Puglia e Basilicata, in Sicilia e Sardegna, che stanno costruendo originali e importanti progettualità locali, in cui temi del cambiamento climatico e dell’energia, del ripensamento del welfare, delle nuove economie, dell’innovazione sociale e culturale diventano la base per un inedito modo di essere Terra d’Appennino. C’è, in questo, una nuova consapevolezza: di non essere più soltanto destinati a essere linea di resistenza, ma avamposto e laboratorio di riflessioni e di pratiche di una coalizione più ampia.

Le crisi molteplici e interrelate (o “policrisi”), che vedono legati i problemi ambientali ai temi economici e socio demografici, a quelli culturali, tolgono certezza alla matrice urbana che sta dietro alle politiche dominanti degli ultimi decenni. L’idea che sviluppo, innovazione, servizi siano esclusiva prerogativa degli spazi metropolitani va in crisi, e i territori sul margine diventano inedito spazio di frontiera, in cui sperimentare nuove economie capaci di muovere da una rinnovata interazione sostenibile con l’ambiente, e con il patrimonio fisico e immateriale.

Questo prevede nuove forme di gestione delle risorse e dei servizi locali, come nel caso delle cooperative di comunità e delle comunità energetiche, e nuove forme di società e di cultura inscritte nella storia ma aperte sul futuro, capaci di integrare nuovi residenti e forme di turismo in processi sostenibili e a misura d’uomo. In questa ottica, occorre individuare e definire, a venti anni dall’inizio del nuovo secolo e del nuovo millennio, in modo operativo un quadro ideologico nuovo, che, in linea con gli obiettivi ONU dell’Agenda 2030, che confuti e sostituisca quello del secolo scorso.

È l’Italia di un nuovo e aggiornato policentrismo territoriale, che ripensa e riattiva verticalmente luoghi e comunità, ma che al contempo sa strutturare orizzontalmente reti lunghe e alleanze e coalizioni con altre realtà e con sistemi di competenze differenziate.

In questo processo Castel del Giudice fa parte del quadro più ampio di sperimentazioni messe in atto dalla Terra d’Appennino, la quale può fornire un contributo rilevante e specifico per l’intero paese, affinché ripensi in termini contemporanei la sua struttura insediativa e la sua dimensione immateriale, fatta di scambi, conoscenze, interazioni di culture – che è alla base della sua originale storia plurisecolare. Il laboratorio Castel Del Giudice Da tempo la comunità di Castel Del Giudice in Molise è in marcia e in movimento lungo questo percorso di ricostruzione della nuova urbanità appenninica contemporanea, e da oggi si candida a essere formalmente laboratorio sperimentale di questo rinnovato policentrismo. L’aggiudicazione del Bando Borghi Linea A del PNRR è infatti solo un tassello, certamente importante, di una traiettoria che muove da lontano. Al cuore di questo progetto di rigenerazione locale e comunitaria di Castel Del Giudice vi è l’idea di costruire una “comunità delle competenze” che mira a diventare il luogo della sperimentazione del vivere contemporaneo, secondo i princìpi della transizione ecologica e della nuova modalità di vita delle aree interne.

A tal fine, coniuga la ricerca avanzata in diversi ambiti tematici, con il valore della ricerca applicata nei luoghi tipicamente identificati come marginali, lontani dai grandi centri metropolitani e universitari. È un rovesciamento radicale di sguardo e di prospettiva: l’idea del margine al centro, capace di “rimettere al lavoro” nuovamente spazi fisici e comunità colpiti da abbandoni e spopolamenti. Castel del Giudice inteso come Centro di (ri)Generazione – Attrattività abitativa e culturale per l’Appennino è una proposta concreta che dà forma a questa visione di laboratorio sperimentale per la nuova residenzialità contemporanea. Il suo obiettivo è trasformare questa comunità in un centro sperimentale di eccellenza per la produzione di conoscenza specialistica e di innovazione territoriale.

Il centro di rigenerazione deve potersi basare sulla conoscenza, sulla ricerca applicata e sull’impegno a favore dei propri cittadini. Al contempo ha l’ambizione di diventare un germe rigenerativo che sappia guardare ai territori circostanti, diventando una fonte di ispirazione e attivando nuove iniziative, progetti e politiche in grado di sostenere, rilanciare e consolidare le zone interne circostanti, e mettendosi a rete con le sperimentazioni dell’intero Appennino. Sono tre gli assi su cui si appoggia il progetto di un nuovo Castel del Giudice: (a) “welfare e comunità”, per rafforzare le condizioni abitative e investire nei sistemi integrati a servizio della nuova residenzialità, permanente e temporanea;

(b) “sviluppo sostenibile delle risorse naturali”, per sperimentare la transizione ecologica in chiave locale, e per diventare laboratorio per nuove competenze e per integrare la riqualificazione ambientale con quella sociale applicando concretamente i principi di una ecologia integrale: (c) “attrattività turistica e territoriale” per valorizzare gli asset culturali, secondo equilibri tra residenzialità, turismo, e accoglienza. Welfare e comunità Punto di partenza fondamentale, il primo asse è dedicato alla qualità della vita, e alla co-costruzione delle strategie della nuova abitabilità, mettendo assieme processi di condivisione, studi delle realtà attuali e strategie di futuro prossimo.

Ecco perché un percorso partecipato di conoscenza e interpretazione del territorio (Progetto #Ouverture) servirà come attivatore di comunità. Attraverso un laboratorio partecipato, un cantiere delle idee generative e un rural-lab pilota si porranno le basi per un processo di conoscenza e di co-programmazione comunitario. Successivamente, sono molteplici gli interventi per la nuova residenzialità a disposizione. Dal punto di vista fisico, due interventi– l’incubatore di start-up e il senior social housing – saranno di supporto per nuove forme di abitare e lavorare. A questi si aggiungono le azioni di Riabitare digitale (smart/co-working, co-housing, welfare e telemedicina) che contribuiranno a costruire un nuovo concetto di abitabilità per il territorio.

Da un punto di vista immateriale, i temi della cultura e della creatività caratterizzeranno i processi di rigenerazione locale. Azioni di welfare culturale come #montagnacreativa e TEDxApennines, ad esempio, contribuiranno nella costruzione di quelle attività utili all’incremento del ruolo culturale, della riscoperta dei saperi produttivi, e della qualità della vita, per promuovere il benessere dei residenti e ritornanti o nuovi abitanti. Sviluppo sostenibile delle risorse naturali Il secondo asse vuole essere allo stesso tempo laboratorio interno e luogo di formazione per i nuovi generatori dell’abitare sostenibile e contemporaneo, mettendo a fuoco, in modo ambizioso, i nodi più rilevanti: dalla questione energetica, ai processi di riattivazione delle comunità di margine, fino ai processi di trasformazione fisica e immateriale. Le sperimentazioni di Castel Del Giudice sono aperte anche alla riflessione e alla divulgazione di pratiche, con il fine di creare competenze da esportare.

Da un lato, infatti, c’è la ricerca e la sperimentazione di nuove fonti rinnovabili e l’implementazione di un Borgo Rinnovabile a basso impatto, sia in termini di carbonand water blue print, sia in termini di uso del suolo, di chiusura virtuosa del ciclo dei rifiuti, affinché diventino di fatto vere e proprie risorse. L’obiettivo è di creare le condizioni per fare della comunità di Castel del Giudice una comunità anche energetica, che sappia usare le sue risorse in modo collegiale. Uno strumento per modificare i cardini di quel quadro ideologico obsoleto e sempre più pericoloso per l’ambiente e le relazioni sociali è quello delle Comunità Energetiche Rinnovabili e Solidali, importanti per valorizzare il ruolo di responsabilità individuale in chiave sociale del prosumer, per valorizzare le risorse e

la consapevolezza del territorio, e per contrastare la povertà energetica. Dall’altro lato, è centrale la realizzazione di un polo scientifico territoriale per la formazione e la ricerca di alto livello denominato #ENZIMA, Istituto di Studi Avanzati per la Rigenerazione Territoriale degli Appennini, che intende offrire un Master Internazionale di Strategie Integrate per la Rigenerazione Territoriale (Master S.I.R.T.). Il profilo che il Master punta a formare è quello di un esperto della progettazione, dotato di competenze avanzate nei diversi ambiti della rigenerazione innovativa in contesti periferici, fragili, montani, rurali: salvaguardia dei patrimoni culturali, ambientali, paesaggistici, rurali, recupero e valorizzazione di antiche e nuove tecniche costruttive e restauro del patrimonio, sviluppo rurale sostenibile, agroecologia, innovazione sociale in agricoltura, inclusione e ripopolamento, fundraising e gestione partecipativa dei processi di trasformazione locale.

L’obiettivo è formare giovani competenti che supportino e accompagnino i processi di cambiamento e rigenerazione delle terre appenniniche fornendo esperienze pilota capaci di delineare culture, economie e politiche innovative, sostenibili, competenti e solidali dello sviluppo territoriale. Attrattività turistica e territoriale Il terzo asse è dedicato alla valorizzazione culturale e il rafforzamento della capacità attrattiva, costruendo le condizioni sia per intercettare nuovi flussi turistici sia per promuovere nuova attrattività residenziale. Gli interventi sono finalizzati a ibridare la comunità locale con forme di residenzialità di diverso tipo, da quello più tradizionalmente turistiche, alle residenzialità temporanee per artisti e smart-worker.

Nel novero degli interventi sono pertanto previste residenze temporanee per smartworker e artisti, come la #Capsulasullavalle, un modulo abitativo a basso impatto ambientale che ciclicamente, durante tutto l’anno, ospiterà artisti nazionali e internazionali. L’attrattività turistica interesserà anche delle nuove configurazioni dello spazio pubblico, per cui si prevede l’installazione di opere artistiche permanenti e unastazione ipogea di scambio intermodale, pensata per ridurre l’impatto dei mezzi di trasporto, individuali e/o aziendali, connessi ai flussi di abitanti, turisti e visitatori. Dal punto di vista turistico, con #Arrivi/Ritorni si risponderà alla finalità di rigenerare i luoghi articolando l’offerta in nicchie e target turistici differenziati, legati al benessere e a un turismo responsabile.

La metafora dell’alveare In conclusione, il programma vede una serie di iniziative messe a rete, che si concentra su aspetti quali la bellezza, il nutrimento, una nuova idea produttiva delle aree interne e montane, la creatività, il senso di appartenenza e il rinnovamento comunitario, l’impegno individuale per una società più giusta e un rapporto finalmente corretto con l’ambiente. La metafora dell’alveare, usata in fase di proposta, rimanda all’immagine di una serie di spazi e movimenti interconnessi, attivi e consapevoli della necessità di preservare l’ambiente e di favorire l’impollinazione di nuove e feconde iniziative nel territorio circostante. L’alveare di Castel del Giudice si caratterizza per la sua autogestione paritetica e per l’idea regina della rigenerazione competente, sostenibile, e partecipativa, che viene implementata attraverso la collaborazione di tutte le sue componenti. Lungo questa direzione si svilupperà nei prossimi anni l’agire di Castel Del Giudice, in Molise, per un nuovo Appennino in cammino.

di Redazione di pressmoliselazio.it

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