La farfalla verde
Dal Molise “Voglia di Domani”, che deve al suo essere regione dimenticato la continuità dell’oggi con il passato e, con essa, la speranza in un futuro
di Pasquale Di Lena (da La Fonte mag/23)
10 Maggio 2023
Stiamo parlando del Molise, ovvero della regione più piccola, con i suoi 4437 Km² di superficie, dopo la Valle d’Aosta.
Qui, più che altrove, il territorio (53% montagna e 47% collina), compreso quello del suo piccolo mare, ha bisogno di essere salvaguardato e tutelato. Il grande tesoro di valori e di risorse, da utilizzare e non sprecare, da vivere per esaltarne le bellezze e le bontà espresse e non per distruggerle. Ciò è possibile con una classe politica e dirigente che ha, non la capacità di arraffare il presente, ma di sognare e programmare il futuro e tanta voglia di realizzarlo. Una classe politica e dirigente che bisogna formare investendo sulle giovani donne e i giovani uomini, che hanno i mezzi per affrontare, combattere e battere quelle nuove tecnologie che vogliono ridurre il cibo tutto in una pillola e, con il cibo, lo stesso essere umano e, con l’intelligenza artificiale, trasformarlo in un numero posto al servizio di un robot.
Giovani capaci di analizzare il sistema delle banche e delle multinazionali e, così, di capire i limiti di questi perni del neoliberismo, che, da tempo, sono le ragioni di uno sviluppo che non ha niente a che vedere con il progresso, visto che distrugge e depreda, produce solo disastri, paure e perdita di speranza nel domani. I giovani, diversamente da quelli che li hanno preceduti, hanno sempre più la consapevolezza di un mondo sbagliato e sempre più voglia di lottare per combatterlo.
Un “Friday for Future”, che diventerà “Voglia di Domani”, a partire dal Molise, che deve al suo essere regione dimenticato la continuità dell’oggi con il passato e, con essa, la speranza in un futuro. Un punto di forza come lo è quel suo essere una piccola, stupenda farfalla che ha solo voglia di volare.
L’integrità del suo territorio è la priorità delle priorità, a partire da:
1. PAESAGGIO – ovvero la bellezza, che vuol dire emozione. Un valore raramente e solo da pochi considerato, che poniamo come prioritario per sottolinearlo con tutta la forza che merita;
2. ARIA – pulita, per essere respirata a pieni polmoni e dare a chi vive o viene nel Molise un senso di benessere e, anche, la sensazione di stare bene, volare;
3. ACQUA – la grande risorsa di un Molise che ha, nelle due catene di montagne e nelle mille colline, serbatoi importanti di questo elemento vitale. Un bene sempre più prezioso, soprattutto là dove il cemento e l’asfalto hanno coperto una parte consistente di quella pianura padana ricca, fino a pochi decenni fa, di un’agricoltura che era un vanto per il Paese. La crisi dell’acqua, che, dopo la siccità dello scorso anno e l’esaurimento delle riserve, sta per ripetersi – il Po, il grande fiume, che si vede scorrere come il nostro Cigno in inverno, ne è la dimostrazione – ed è pronta per raccontae il fallimento dell’agricoltura industriale e del neoliberismo. Il non senso, se non negativo oggi, della parola “sviluppo”, visto che sta a significare disastro. Meglio – come raccontavamo alla fine degli anni ’90 ai nostri colleghi del Consiglio regionale – l’”arretratezza”, che ha in sé viva la speranza e, con essa, il rispetto del tempo, ossia la continuità, che il neoliberismo ha stravolto staccando l’oggi dal passato. Fra i tanti limiti dell’attuale Consiglio regionale c’è quello dell’ultima concessione di altra acqua, quella del Biferno dopo quella del Fortore, alla Puglia. In pratica la svendita dell’intero territorio molisano, cioè del solo tesoro di valori (storia, cultura, tradizioni) e di risorse (ambiente e paesaggi), molte delle quali espresse, con il cibo, dalla sua agricoltura, che, per noi, è un’altra delle priorità;
4. AGRICOLTURA & Co.- Farla tornare perno di un nuovo tipo di sviluppo che cura, esalta, tutela, salvaguarda, promuove e non distrugge, o riduce, a poca cosa il territorio. Rimettere al centro (questione nazionale) questo settore dell’economia, oggi più che mai primario, per la sopravvivenza di un Molise Regione e il mantenimento dei caratteri propri di una “Città-campagna” con due primati nazionali: ruralità e biodiversità. Per agricoltura s’intende anche forestazione e zootecnia, i settori che caratterizzano il territorio montano e collinare molisano. Per territorio s’intende anche il mare e la sua primaria attività, la pesca, anch’essa cibo (prelibato), energia rinnovabile vitale. L’Agricoltura – come la pesca, i boschi, i prati pascoli – è storia e cultura, fonte di tradizioni e, con il cibo e la tavola, fonte di salute, benessere nostro e della natura, convivialità, socializzazione, espressione di civiltà.
Per tutto questo è, anche, la sola possibilità di rilancio dei nostri piccoli paesi, in fase di completo abbandono. Cioè dei luoghi, i soli, con la politica, in grado di contrastare e battere la globalizzazione delle banche e delle multinazionali. Ci fermiamo qui, per riprendere, con il prossimo articolo, l’elenco delle altre priorità, tutte basilari per programmare il domani di questa stupenda farfalla che ha solo voglia di volare.
di Pasquale Di Lena (da La Fonte mag/23)