Re Faione
Gigante della foresta molisana di Montedimezzo
di Corpo Forestale dello Stato
25 febbraio 2016
Uno scrigno di biodiversità. Una foresta, che con quel nome “Foresta di Montedimezzo”, rievoca paesaggi tolkieriani. Un faggio ultra secolare.
Siamo nell’Alto Molise, a meno di venti chilometri in linea d’aria da Isernia, all’interno della Riserva Statale Collemelucchio-Montedimezzo.
Un luogo raro per integrità ecologica, tanto da essersi guadagnato il riconoscimento di “Riserva Mondiale della Biosfera” da parte del programma Mab – Man and Biosphere dell’Unesco, che lo indica come modello per la conoscenza e la diffusione delle buone pratiche per la protezione della biodiversità, riscontrabile nella ricchezza di specie vegetali* e animali rintracciabili nei 300 ettari della Foresta di Montedimezzo.
Sentinella di un così prezioso patrimonio naturale un faggio di 500 anni, tanto vecchio da essersi guadagnato l’appellativo di Re Faione. Di tutto rispetto anche le sue dimensioni: 25 metri di altezza e 6,4 m di circonferenza.
Visitare Collemolucchio-Montedimezzo
La Riserva MaB di Collemolucchio-Montedimezzo ha un’estensione di oltre 600 ettari ed è costituita da due nuclei con peculiari caratteristiche geomorfologiche e vegetazionali, che distano tra loro circa 15 chilometri: il nucleo di Collemelucchio in prossimità del paese di Pescolanciano; il nucleo di Montedimezzo sul territorio del comune di Vastogirardi.
L’accesso alla riserva è gratuito, ma è necessario concordare una visita guidata presso l’Ufficio Territoriale per la Biodiversità di Isernia (Tel. 0865.3935; e-mail: utb.isernia@corpoforestale.it) oppure presso il Posto Fisso di Montedimezzo di Vastogirardi (Tel. 0865.940134; e-mail: cs.montedimezzo@corpoforestale.it).
Riserve MaB in Italia
Il MaB è un piano di ricerca interdisciplinare e di formazione volto allo studio delle reciproche relazioni tra l’uomo e il suo ambiente con un ambizioso obiettivo: trovare nelle scienze naturali e sociali le basi necessarie per l’utilizzo razionale e la conservazione della biosfera e allo stesso tempo prevedere le ripercussioni degli interventi di oggi sul mondo di domani.
A partire dal 1971 sono stati istituite 651 Riserve Mab in 120 Paesi, tredici di queste si trovano in Italia: Valle del Ticino (Lombardia/Piemonte), Monviso (Piemonte), Miramare (Friuli Venezia Giulia), Selva Pisana (Toscana), Arcipelago Toscano (Toscana), Circeo (Lazio), Collemeluccio-Montedimezzo (Molise), Cilento e Vallo di Diano (Campania), Somma-Vesuvio e Miglio d’Oro (Campania), Parco Nazionale della Sila (Calabria), Parco del delta del Po (Emilia Romagna – Veneto), Appennino Tosco-Emiliano(Toscana – Emilia), Alpi Ledrensi e Judicaria (Trentino-Alto Adige).
*Maggiormente diffuso è l’abete bianco (Abies alba Miller), associato al cerro (Quercus cerris L.) e in minor misura al faggio (Fagus sylvatica L.); altre specie forestali sono il carpino bianco (Crapinus betulus L.), l’acero campestre (Acer campestre L.) e il frassino maggiore (Fraxinus excelsior L.). Nel sottobosco si trovano il biancospino (Crataegus monogyna Jacq.), l’agrifoglio (Ilex aquifolium L.), il prugnolo (Prunus spinosa L.), il nocciolo (Corilus avellana L.) e il salice (Salix apennina A.K. Skvortsov). Nelle radure e lungo i margini il melo (Malus silvestris Mill.) e il pero selvatico (Pirus piraster Burgsd.), sorbi (Sorbus sp. pl.).
di Corpo Forestale dello Stato – Ufficio Territoriale per la Biodiversità di Isernia