Il Blog di Pasquale Di Lena
Oltre 250 mila le pagine del blog visualizzate. Qui le riflessioni del blogger
di Pasquale Di Lena
17 marzo 2016
Non vi nascondo, amici, che sono molto contento di questo mio blog che, grazie al contributo prezioso della piccola Canon nera, ha appena superato l’obiettivo delle 250 mila pagine visualizzate, soprattutto da voi che, per primi, ricevete i messaggi che esso riporta.
Importante per me per non perdere i contatti, in particolare con chi amo ed è lontano e con quelli che ho avuto ed ho modo di vivere momenti importanti della mia vita.
In primo luogo in Toscana, e ciò grazie ai legami affettivi, alla mia intensa attività sindacale -politica, prima di andare a dirigere l’Ente Mostra Vini – Enoteca Italiana di Siena che, dandomi la possibilità di conoscere e frequentare mondi nuovi, quali quelli dei vitivinicoltori toscani e italiani; delle istituzioni internazionali, nazionali e regionali; del marketing, con la possibilità d’incontrare, nel mondo, tanti nuovi amici e, con essi anche familiari e amici del mio Molise, che porto nel mio cuore con i loro sorrisi e la loro preziosa disponibilità.
Importante anche per parlare della mia terra, che sembra poca ma è tanta per tutto ciò che è capace di offrire con la sua storia – riporta al primo “Homo erectus” di oltre 700 mila anni fa – la sua cultura e la sua arte, molto spesso nascoste tra le mura in pietra di una casa o dentro le mura dei 136 paesi, che – sotto il sole, la pioggia, la luna e un cielo stellato – scendono dai monti e dalle colline per raccogliersi sul piccolo tratto di mare.
Sono essi il segno di una diffusa e ricca ruralità, un bene preziosissimo quando le luci abbagliano e non lasciano vedere oltre, con i valori e le risorse più preziose che vengono sotterrati da un consumismo che la crisi strutturale ha dichiarato spreco, e, come tale, non più sostenibile.
Storia, arte, cultura e, come primaria attività, agricoltura, cioè l’arte di mantenere fertile il terreno, rinnovarlo, per nuove produzioni caratterizzate dalla bontà. Agricoltura contadina, la sola che ha in sé la possibilità di affrontare il domani e di dare quella sicurezza alimentare che il sistema, tutto concentrato sul profitto per il profitto, ha mostrato che non è nelle condizioni di mettere a disposizione dell’umanità e della stessa natura.
Senza dimenticare l’ambiente e il paesaggio, cioè risorse e valori messi in discussione da uomini miseri, privi come sono di lungimiranza e della loro sessa identità, però affamati di potere e di denaro, con il sistema che, per la propria sopravvivenza, alimenta. E che dire, poi, delle ricche tradizioni, molte delle quali uniche e tutte espressioni di un’indole, un carattere proprio dei molisani, che è quello della generosità e del rito dell’ospitalità.
A tal proposito ho appena raccontato una delle più significative e rappresentative del Molise, la Tavola di San Giuseppe, quale devozione, ma, anche, donazione, ospitalità, attenzione, solidarietà.
Poi, però, vince l’invidia, la voglia di dividere, denigrare e, anche, di infamare, come a voler dimostrare che i molisani esistono e non sono poi così diversi dal resto degli italiani.
Il mio amore per l’olio, il vino, il tartufo, il brodetto e il pesce di mare, le verdure, i legumi, la pampanella, la treccia e la stracciata, la ventricina e le salsicce, i cavatelli e i fusilli, i torcinelli, il pane e la pizza cotta nella ramera perché non siano dispersi i profumi sprigionati da pasta lievitata, pomodoro, olio da olive e origano non mancando una leggera spolverata di pecorino o parmigiano.
Un amore che, con il paesaggio, le storie, la memoria e il rapporto con le persone, porta direttamente alla poesia, al sogno, alla voglia di vivere pienamente la bellezza e la bontà, la musica che ogni cosa sprigiona, per vivere un mondo nuovo, senza dio denaro e, così, senza guerre, fili spinati, odio per il diverso. Grazie mio amico blog e grazie mia piccola canon nera.
di Pasquale Di Lena