Perplessita’ sociologiche sul proliferare di culti della Madonna in Alto Molise
Tra fede, fanatismo e scetticismo il popolo, tra cautela e diffidenza la Chiesa
Una seria riflessione dopo il sospetto caso di Villacanale di Agnone
di Università delle Generazioni
19 settembre 2016
L’Università delle Generazioni intende avviare una seria riflessione sul come e sul perché in Alto Molise ci sia una spiccata tendenza alle “visioni” mariane e al rispettivo proliferare di “stazioni di culto”. Queste montagne sono territorio privilegiato o forse è conseguenza di altri fattori ben più critici e terrestri? Ha forse radici antiche (si veda la dea Cerere-Kerres della Tavola osca di Agnone) tale tendenza ai culti femminili? Sta di fatto che c’è (in proporzione ad altri territori italiani e mondiali), una più alta incidenza e concentrazione miracolistica o strumentale del fenomeno. Vi è, infatti, il sospetto che l’utilizzo sociale o la proposta di un culto della Madonna abbia ben poco di veramente religioso. Certo, invitare la propria comunità alla preghiera e alla beneficenza è cosa utile, ma per questo ci sono già il clero e l’apostolato laico con le rispettive attività diocesane e parrocchiali atte a indirizzare nel miglior modo, senza bisogno di scomodare troppo i santi. E’ questo un settore assai delicato ma non per questo sociologicamente meno indagabile.
Nell’immediato dopoguerra, in anni di miseria e di ogni genere di difficoltà, un tal Porrone, contadino di Poggio Sannita, si inventò il ritrovamento miracolistico nel suo terreno di una immagine della Madonna, ma fu smascherato, dopo alcuni giorni di proficui pellegrinaggi sul luogo. Verso la fine degli anni ottanta, al vescovo di Trivento, mons. Antonio Santucci, venne chiesta l’autorizzazione a fare un santuario mariano nel pianoro di Staffoli da un disoccupato, il quale dichiarava di aver avuto tale “comando” in sogno dalla stessa Madonna.
Negli ultimi decenni Franco Cirulli, quando era abitante nella contrada Taverna di Schiavi di Abruzzo, luogo della valle del Sente (prospiciente, guarda caso, a Poggio Sannita e a Villacanale di Agnone) ha cominciato a pensare ad elevare alla Madonna di Lourdes un santuario in località Canale (coincidenza?) per ringraziarla di una miracolosa guarigione dal cancro. Cirulli dichiarava di avere continue visioni della Madonna. Fu realizzato addirittura un comitato per la realizzazione di un grotta, al quale presero parte pure noti professionisti di Agnone. Tale luogo di culto è operativo ancora adesso ed è stato detto che dalla roccia è scaturita miracolosamente un’acqua terapeutica.
Ma il fenomeno più attuale, che da alcuni anni sta suscitando tante adesioni ma pure quante perplessità, è quello della cosiddetta Madonna del Monte Sant’Onofrio in Agnone, iniziato dalle visioni mariane, in stato di estasi, di tal Michelino Marcovecchio (cuoco agnonese residente nel milanese). L’associazione che ne è nata per “gestire” tale fenomeno ha intenzione di costruire una cappella votiva sul posto delle apparizioni. Ma la Chiesa è a riguardo, più che cauta, diffidente.
Così come è diffidente del caso di Villacanale di Agnone, dove, per benedire la statua della cosiddetta “Madonna di Fonte Monaldo”, pare che il sacerdote don Alessandro di Sabato non abbia nemmeno chiesto il preventivo e necessario permesso al parroco competente, don Francesco Martino, mentre il vescovo Domenico Scotti se ne tiene lontano come lo stesso don Martino, specie dopo che la commissione parrocchiale pare che si sia espressa negativamente. A Villacanale c’è, inoltre, una comunità spaccata (“violentata” secondo alcuni) sull’opportunità di usare un bene pubblico come Fonte Minaldo per inserire una nicchia mariana con la chiara intenzione di avviare un culto religioso. E c’è il fondato sospetto che si voglia, da parte di taluni, utilizzare tutto ciò a fini turistici-promozionali che nulla hanno a che vedere con la vera religione. Chissà quanti altri tentativi e casi ci sono stati e ci saranno in zona per avviare culti mariani! E’ forse un modo questo per combattere lo spopolamento, nonché la miseria economica e morale?
Insomma, tanti gli interrogativi, mentre le povertà socio-economiche e spirituali possono indurre a passi falsi sulla troppo seria religiosità e fa bene la Chiesa ad essere non solo cauta ma anche diffidente verso fenomeni che, comunque, il tempo dimostrerà come e quanto siano sinceri e autentici. E soprattutto veramente ispirati dalla volontà divina!
di Università delle Generazioni