Tutela e diffusione lingua arbëreshe
Convegno a Portocannone: “Ripartire da famiglia e scuola”
di Alessandro Corroppoli
29 novembre 2016
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Tutela e valorizzazione della lingua e della cultura arbëreshe. Queste le parole d’ordine sulle quali si è snodato il convegno tenutosi nell’aula magna della scuola media di Portocannone nel tardo pomeriggio di domenica. Il “Viaggio nella storia e nella cultura arbëreshe” è stato aperto da Giuseppe Caporicci, sindaco della comunità di Portocannone, il quale con un energica passione è andato oltre i tradizionali saluti di rito: «Questo è solo l’inizio di un percorso di valorizzazione e di quelle che sono le nostre radici ed è la nostra cultura: da oggi in poi Portocannone, la mia Amministrazione avrà un occhio di riguardo per la sua storia».
Il sindaco non ha mancato di fare anche una tiratina d’orecchi, che suona più come a uno sprono, alla politica regionale. «Oggi siamo all’anno zero per quanto riguarda le politiche in favore delle minoranze linguistiche sia in termini di investimenti concreti che in progettualità. Il convegno odierno, che chiude una due giorni di incroci culturali con i nostri fratelli albanesi della Calabria, ha avuto il patrocinio dell’assessorato regionale alla cultura, ma bisogna fare molto di più perchè le nostre comunità arbëreshe rischiano di tagliare e di smarrire l’intero patrimonio culturale».
Attualmente in Italia sono presenti 100mila cittadini di origine arbëreshe, distribuiti in circa cinquanta comunità. In trenta di esse, però, «sono andate perse le tradizioni arbëreshe – afferma nel suo intervento il dirigente scolastico Cristina Acciaro -. Una di queste comunità è molisana ed è Santa Croce di Magliano». Il Dirigente, nonché Vice Sindaco di Portocannone, nell’indicare la scuola e nella scuola «l’ambiente dal quale ripartire per diffondere e promuovere, oltre che tutelare la lingua arbëreshe» ha introdotto il progetto sul quale la scuola, da lei guidata è impegnata. «Voci nella storia è un progetto che fa dell’associazionismo tra le comunità il suo fattore di forza. E’ un progetto che andrà a certificare le competenze dei professori e darà forza alla nostra lingua madre attraverso l’insegnamento , sia esso orale che scritto, e alla diffusione della stessa anche attraverso spettacoli musicali con canti e balli tradizionali».
Oggi i residui fondi messi a disposizione dal ministero competente passano attraverso il rispetto della legge regionale del 1999 la quale obbliga le comunità a minoranza linguistiche ad associarsi tra loro in modo tale da rendere più forte il progetto stesso e, conseguentemente, più “pesante” il contributo economico.
Uno degli ospiti della serata è stato il professor Franco Vasto, referente dell’associazione culturale “Te Pjekurit ka Ungra” di Lungro, paese di circa 2700 anime, anch’esso di origine arbëreshe in provincia di Cosenza. «Sono felice di essere qui con la mia associazione e di essere vostro ospite. Il mio invito è quello che si torni a parlare la nostra lingua madre nelle case: i nonni e i genitori devo rivolgersi ai loro nipoti e figli in arbëreshe. Solo così riusciremo a tramandare la lingua, a valorizzarla e a proteggerla dall’estinzione. Perchè il rischio che tra dieci anni la lingua sparisca è concreto».
La parola è passata poi alle responsabili degli sportelli linguistici le quali hanno illustrato il lavoro svolto a partire dal 2007 quando tale attività è iniziata. «In questi anni abbiamo prodotto diversi calendari in doppia lingua, abbiamo avviato collaborazioni con la scuola e, siamo felici di annunciare, che a breve Portocannone avrà la toponomastica in lingua arbëreshe». «Inoltre – hanno ricordato le operatrici – sono stati prodotti anche pannelli decorativi che sono installati per le vie del paese che raffigurano quel determinato luogo così com’era anni prima. Ovviamente in doppia lingua».
A chiudere il convegno, che è stato seguito e partecipato, è stata la dottoressa Fernanda Pugliese. Da sempre impegnata nella valorizzazione della lingua arbëreshe, la Pugliese ha ricordato l’importanza del ruolo che ha la scuola in un contesto di salvaguardia della lingua. Inoltre ha espresso apprezzamento per il progetto “Voci della storia” perchè «coinvolge le quattro comunità arbëreshe del Molise: Portocannone, Ururi, Campomarino e Montecilfone» ma anche e soprattutto perchè «il progetto sarà finanziato a livello nazionale». Al termine del convegno, si è esibito il gruppo folkloristico dell’associazione culturale “Te Pjekurit ka Ungra”.
di Alessandro Corroppoli