I tesori della riserva naturale ‘Torrente Callora’
Il territorio di Roccamandolfi tra le meraviglie ambientali del Molise
di Alfonso Ianiro
13 febbraio 2017
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Il Massiccio del Matese, sul lato molisano, stupisce per l’alto numero di riserve e oasi naturali che vi ricadono e oltre alle uniche due Riserve Naturali Regionali riconosciute ufficialmente in Molise, di cui abbiamo già parlato, ve ne è una di limitate estensioni ma con caratteristiche ambientali uniche. Stiamo parlando della Riserva Naturale Torrente Callora, nata nel 2003 con una superficie di circa 50 ettari ricade interamente nel territorio di Roccamandolfi.
Le sue peculiarità sono strettamente legate alle gole e forre in cui scorrono le acque del Torrente Callora del Fosso Fornello e del Rio Torrone. Qui il carsismo, fenomeno di cui è pieno il Matese, insieme ad altre componenti come la situazione litologica e l’evoluzione tettonica recente hanno dato vita a queste meravigliose gole meglio note nel mondo con il sinonimo di canyon. Le acque del torrente sono alimentate d’inverno dalle piogge e dallo scioglimento delle nevi a monte, mentre d’estate arriva fin quasi a prosciugarsi per molti dei suoi tratti formando delle pozze.
Per queste conformazioni geologiche e morfologiche la riserva ha una alto valore di biodiversità dato dai particolari microclimi che si sviluppano lungo la forra. Infatti la vegetazione cambia di continuo e ai margini della forra sono presenti specie sempreverdi caratteristici della macchia mediterranea come il Leccio, l’Orniello, l’Acero minore, il Bagolaro e l’Ontano. Nelle parti più assolate si rinvengono arbusti come il Corbezzolo, l’Erica, il Cisto, il Maggiociondolo e l’Alaterno. Sui versanti acclivi esposti a nord-ovest si trovano boschi misti con Carpino bianco, Nocciolo, Corniolo, Ontano e Acero campeste. Dove le pendenze raggiungono valori minori le specie presenti sono il Cerro, il Ginepro, la Ginestra, la felce aquilina, il Pungitopo, il Tasso e l’Agrifoglio. Lungo il corso d’acqua fa la comparsa anche la vegetazione ripariale igrofila con Salice bianco, l’Ontano, l’Olmo e il Pioppo bianco.
Buona la presenza delle specie faunistiche tra i mammiferi è possibile trovare la Volpe, la Faina, la Donnola, il Tasso, il Daino, il Cinghiale, il Riccio, la Talpa, il Ghiro e il Topo quercino, il Moscardino. I rettili più diffusi in questo territorio sono la Lucertola muraiola, la Lucertola campestre e il Ramarro. Da segnalare, nelle zone più umide, la presenza del Biacco, del Cervone, serpente raro e localizzato, e della Natrice dal collare, mentre nelle zone più assolate, dell’Orbettino e della Vipera. Tra gli uccelli sono facilmente avvistabili la Ghiandaia, il Merlo acquaiolo, il Fringuello, il Pettirosso, il Picchio verde, il Picchio rosso maggiore, il Torcicollo, il Gheppio, la Poiana e il Nibbio reale. Più rari da vedere ma ugualmente presenti sono il Falco pellegrino, il Falco pecchiaiolo, il Biancone, la Civetta e il Gufo Comune.
Oggi la riserva naturale gode di particolari attenzioni da parte di appassionati di torrentismo che muniti di corde, moschettoni, casco e muta si divertono ad attraversare il torrente Callora nel tratto che va dall’area poco al di sopra del castello di Roccamandolfi fino al ponte di San Bernardino. Dal 2010 la forra di Roccamandolfi ha acquistato maggior importanza a livello nazionale grazie alla certificazione che le è stata attribuita dal progetto Pro Canyon. Un plauso va fatto all’associazione ‘Campo base Onlus’ che negli anni ha provveduto a rendere più sicura la discesa del torrente e a conservarne integre le sue bellezze attraverso pulizie annuali del corso d’acqua.
di Alfonso Ianiro (Dottore Ambientale)