Punti di domanda sul Molise
Interrogarsi sul presente significa prendere coscienza dei problemi aperti ed attivarsi per la loro soluzione
di Umberto Berardo
21 febbraio 2017
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Gli interrogativi che seguono non hanno nulla di retorico né alcun aspetto polemico; non portano neppure la pretesa di avviare un’indagine conoscitiva della realtà locale che pure sarebbe necessaria; vogliono solo essere utili alla riflessione personale e collettiva per esaminare con cognizione di causa l’attuale realtà del Molise ed il suo futuro avviando possibilmente un confronto allargato.
Avere capacità di osservazione e riflessione serve ad essere cittadini attivi, partecipi ed in grado di guardare creativamente al domani.
Interrogarsi sul presente significa prendere coscienza dei problemi aperti ed attivarsi per la loro soluzione.
Quanti abitanti conta oggi il Molise e quanti ne aveva all’inizio del secolo?
È vero che il numero dei cittadini presenti in regione è progressivamente diminuito e di quante unità?
Qual è l’andamento demografico previsto e quali cause lo muovono?
I dati sull’occupazione nel lavoro sono in crescita o in diminuzione?
Le aziende nei settori primario, secondario e terziario stanno aumentando o diminuendo?
Quanti sono i cittadini in povertà assoluta e relativa?
Quanti sono i nuclei familiari che hanno un’abitazione in possesso ed in affitto?
Qual è il livello della capacità imprenditoriale dei molisani?
Che giudizio si può dare dei servizi sanitari ospedalieri e territoriali prospettati nell’Atto Aziendale dell’Asrem da poco pubblicato?
È possibile accettare la soppressione di taluni reparti ospedalieri solo perché sul territorio della regione non esiste il numero di abitanti minimo previsto dal decreto Balduzzi e si può immaginare ancora di chiedere deroghe in merito?
Il servizio sanitario pubblico deve garantire pienamente i LEA per tutelare la salute dei cittadini?
La sanità privata deve solo integrare quella pubblica o può sostituirsi a quest’ultima con sistemi d’integrazione o in alternativa anche con fondi della collettività?
Si deve pensare all’esistenza di tutte le specializzazioni mediche sul territorio o per talune occuparsi solo di sistemi di smistamento dei pazienti presso nosocomi privati o di altre regioni?
Cosa pensate della chiusura del reparto di neurochirurgia e di quello di geriatria al Cardarelli di Campobasso e conoscete quali alternative si prospettano per chi ha necessità di ricovero in una di tali unità ospedaliere?
Quali servizi sanitari territoriali sono presenti e quali occorrerebbe realizzare su un territorio orograficamente e meteorologicamente così difficile come il Molise?
La rete scolastica regionale e più in generale i servizi culturali sono dislocati in edifici sicuri e quale efficienza hanno sul piano qualitativo?
C’è un’eguale efficienza su tutto il territorio a livello strutturale, strumentale e metodologico nella produzione di ricerca e di eventi culturali?
Esiste una definizione chiara di produzione e distribuzione dell’energia elettrica?
Qual è in regione il livello della rete di comunicazione telefonica e telematica?
La qualità della rete viaria e dei trasporti è migliorata o peggiorata negli ultimi anni?
Qual è il livello dei servizi postali e bancari?
L’ambiente e il territorio sono opportunamente difesi in ordine all’orografia ed alla qualità dell’aria?
Quanti abitanti conoscono almeno i dati fondamentali del bilancio della regione, della provincia o del comune in cui vivono?
Quali relazioni di confronto esistono oggi tra amministratori ed amministrati e sono utili alla partecipazione dei cittadini nelle decisioni sui problemi collettivi?
Quale giudizio si può esprimere sull’attuale classe dirigente regionale dopo quattro anni di attività amministrativa?
Le forze politiche e le associazioni costituite riescono a mettersi in dialogo con l’opinione pubblica ed in quale modo?
Conosciamo qualche idea di programmazione o di riprogrammazione sulla qualità della vita nel territorio regionale?
Con che metodo e con quale legge regionale si dovrebbe scegliere la classe dirigente?
L’attuale legge elettorale regionale garantisce una scelta reale ai cittadini?
Che tipo di partecipazione hanno o dovrebbero avere i molisani nella gestione della Res Publica?
Ad un molisano cui venisse offerto lo stesso reddito altrove converrebbe lasciare la regione per trasferirsi in un altro luogo?
Dovendo avanzare un’idea sul futuro del Molise a quale eventualmente esistente si può anzitutto fare riferimento?
Ritenete opportuno costituire un gruppo di lavoro che si occupi dello sviluppo della regione e con quale metodologia andrebbe organizzato?
di Umberto Berardo