Ancora centri d’accoglienza straordinari
Perché non si pensa di più agli SPRAR?
di Miriam Iacovantuono (da moliseweb.it)
23 febbraio 2018
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È stato sottoscritto nella mattinata di oggi 22 febbraio, presso la Prefettura di Isernia l’Accordo quadro finalizzato all’affidamento del servizio di accoglienza dei cittadini stranieri richiedenti la protezione internazionale nel territorio della provincia di Isernia con gli operatori economici ammessi all’esito della procedura di gara svoltasi nei mesi scorsi e delle successive verifiche effettuate dalla Prefettura, quale stazione appaltante, in base al “Codice dei contratti”.
Un accordo, dunque che vede soggetti che andranno a gestire l’accoglienza in nuovi centri distribuiti su tutto il territorio della provincia pentra con 35 euro al giorno per ogni richiedente asilo, un vero proprio affare per i privati.
Secondo il Prefetto questi nuovi CAT (Centri di Accoglienza Temporanea) dovranno avvicinarsi il più possibile a quelli che sono gli SPRAR, adottando le stesse metodologie di integrazione ed è stata evidenziata l’importanza dell’apprendimento della lingua italiana da parte dei richiedenti asilo, quale presupposto indispensabile per l’avvio di un percorso reale di integrazione, e della partecipazione degli stessi ad attività di utilità sociale a titolo gratuito, individuate dagli Enti locali che hanno sottoscritto appositi protocolli con la Prefettura per il coinvolgimento dei richiedenti asilo nel volontariato.
È noto che il Molise è vittima di un progressivo spopolamento dei territori, dove la popolazione, soprattutto dei piccoli comuni è prevalentemente anziana e dove c’è un basso tasso di natalità, in alcuni centri non nasce un bambino da almeno quattro anni. Perché non pensare a ospitare queste persone in maniera conforme in tutto il territorio, piuttosto che ‘concentrarle’ tutte in un’unica struttura con il rischio di non poterle aiutare ad integrarsi?
Non molto lontano dal Molise, nella vicina provincia di Benevento grazie alla Caritas è nata ‘Una rete dei piccoli comuni del Welcome’ che tra gli obiettivi ha anche quello dell’accoglienza fatta “con intelligenza sociale e governance attenta all’integrazione, finalizzata anche a contrastare i fenomeni di invecchiamento e di spopolamento dei territori interni”.
La Rete di Piccoli Comuni, infatti, vuole agire in modo strategico sulle politiche di accoglienza e di inclusione per chi viene e chi c’è, e per questo anche in Molise gli enti preposti dovrebbero puntare in questa direzione, accogliere queste persone e dividerle in piccoli gruppi da ospitare su tutto il territorio. Un esempio è ciò che è successo a Petruro Irpino, in provincia di Avellino, dove 345 abitanti dal 2016 hanno accolto 20 richiedenti asilo, di cui 14 per nuclei familiari e 6 per nuclei familiari monoparentali attraverso un progetto SPRAR. Visto il calo demografico il sindaco decide di avviare un programma di accoglienza per provare a salvare la sua terra, convincendo i suoi concittadini, uno per uno, che gli immigrati non sono un pericolo per loro, ma una risorsa. Una realtà bella, importante, che è alla ribalta delle cronache nazionali e che ha raccontato, attraverso la voce degli abitanti di questo piccolo paese come gli immigrati sono una risorsa. Tutto questo però è stato possibile grazie proprio a una popolazione che ha permesso l’integrazione e ad un sindaco lungimirante.
E perché in Molise non si può fare? I migranti diventerebbero una risorsa per il territorio, parte integrante delle comunità locali, vivrebbero una vita dignitosa e non ‘parcheggiati’ in attesa di sapere quale sarà il loro destino. Perché come è noto nei CAT o CAS dovrebbero stare solo per un periodo che però inevitabilmente si protrae.
Perché allora non si punta a un discorso simile a quello fatto dalla vicina Caritas di Benevento? Perché la Prefettura e gli enti preposti – soprattutto i Comuni – non si impegnano affinchè davvero i migranti possano essere una risorsa per il territorio? Un progetto come quello beneventano potrebbe essere sicuramente riportato anche in Molise, ci sono tutte le condizioni per farlo.
di Miriam Iacovantuono (da moliseweb.it)