• 15 Maggio 2018

Le stagioni del contadino: I racconti di Vincenzo

Colledanchise hanno la maturità che solo il trascorrere del tempo può produrre

di ambienteinforma-snpa.it

15 maggio 2018

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LA PRIMAVERA

CON LA PRIMAVERA INIZIAVANO I PRIMI LAVORI NEI  CAMPI. IL CONTADINO, ANCORA IN UMILI PANNI DI LANA, POTAVA GLI ALBERI, ZAPPAVA LA VIGNA, RIMUOVEVA LA CROSTA GELATA DELLA TERRA.

L’ESTATE 

L’ESTATE ERA LA STAGIONE  DEI GRANDI LAVORI AGRICOLI. COLORO, CHE SI ERANO IMPEGNATI SIN DALL’INVERNO PER RECARSI A MIETERE NELLE TERRE DEI SIGNORI LOCALI, DOVEVANO RINUNCIARE AD AFFRONTARE LA GRANDE AVVENTURA DELLA MIETITURA IN PUGLIA: TERRA PROMESSA.

CHI NON PARTIVA RACCOGLIEVA NEI PROPRI CAMPI IL PRODOTTO CHE SERVIVA PIU’ A PAGARE I DEBITI ED ALTRE OBBLIGAZIONI CHE AD UN REALE, PROPRIO UTILIZZO ALIMENTARE.

L’AUTUNNO  

IN AUTUNNO  SI CONTINUAVA A LAVORARE: SI RACCOGLIEVANO LE UVE, SI INIZIAVANO LE SEMINE. I MENO POVERI FACEVANO PROVVISTE PER L’INVERNO. TUTTI ATTENDEVANO ANSIOSI IL NATALE. QUESTA ERA LA FESTA DELLA SERENITA’ E DELLA GIOIA. FESTA SACRA E PROFANA. FESTA VISSUTA PROFONDAMENTE SOLO DAI POVERI.

INVERNO

CON LA TERRA RICOPERTA DI NEVE, SI PASSAVANO INTERE GIORNATE ALL’ANGOLO DEL CAMINO PER FARE PICCOLI, MA UTILI E NECESSARI LAVORI.

L’UOMO REVISIONAVA O COSTRUIVA  GLI OGGETTI E GLI ATTREZZI CHE GLI SAREBBERO SERVITI NELLE SUCCESSIVE STAGIONI.

LA DONNA FILAVA LA LANA, FACEVA LE CALZE, RAMMENDAVA IL MODESTO GUARDAROBA. 

I VECCHI FISSAVANO LUNGAMENTE LA FIAMMA DEL CAMINO ED AI NIPOTI, ACCOVACCIATI AI LORO PIEDI, RACCONTAVANO INTERMINABILI STORIE RICCHE DI  VERITA’ E  FANTASIE.

SI ATTENDEVA LA PRIMAVERA PERCHE’ IL CICLO DEGLI ANNI E DEL LAVORO POTESSE RICOMINCIARE.

di Vincenzo Colledanchise

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