• 23 Maggio 2018

L’esempio del Comandante Alfa, 2

Nota del giornalista Giuseppe Pittà

di Giuseppe Pittà – fb

24 maggio 2018

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Quando si raccontano le falsità ai giovani ed i giovani non trovano di meglio che accoglierle come vere. Questa mattina è arrivato a Campobasso il Comandante Alpha, ospite dell’Università degli Studi del Molise e dell’Ordine dei Giornalisti. Tra le tante cose dette dal tizio, molte sono state discutibili, ma il top è stato quando ha parlato del G8, di fatto insultando Carlo Giuliani e la sua famiglia e giustificando tutti i comportamenti delle forze dell’ordine, che, come è ampiamente risaputo e come ha sancito la competente Corte Europea, hanno operato attraverso soprusi ignobili e praticando la tortura, creando uno status di “macelleria sociale”. 

La Corte ha ribadito che nei tre giorni di Genova c’è stata una democrazia sospesa in Italia. Ora al Comandante Alpha si permette di esprimere una opinione storica fortemente contraddetta dalle indagini e dalle sentenze. Ho espresso una aperta critica a quanto stava affermando, in un’aula universitaria piena di giovani, ai quali va detta la verità, quella affermata dai giudici, e non quella personale di un carabiniere che pure svolge o dovrebbe svolgere un lavoro che rispetti in pieno la democrazia. Sono, naturalmente, stato preso a male parole dal “conferenziere”, che mi ha apostrofato più volte dicendomi di vergognarmi. 

Ora pubblicamente le dico: “Comandante non mi vergogno, non ci riesco, ho a cuore le sorti della democrazia in Italia, rispetto tutte le persone che erano a Genova a manifestare il loro dissenso alle politiche espresse dal G8, sono solidale con quanti hanno subito i soprusi e sono stati torturati, per i quali lo Stato italiano è stato condannato ai relativi risarcimenti. Non mi vergogno, perché sono orgoglioso di essere cittadino di questo Paese, che spero continui ad essere un Paese democratico. Intanto forse dovrebbe vergognarsi lei, per le cose false che va raccontando e perché non ha il pudore di tacere di fronte alle condanne di tanti suoi colleghi”. 

Tutto nel silenzio dell’Ordine dei Giornalisti, che di fatto avvalla l’esposizione di uno che si è avvalso, oggi, della sua fama, per denigrare tranquillamente tanta gente che, come me, era a Genova per chiedere un futuro decente ai nostri figli ed a noi stessi, attraverso un Mondo migliore per tutti.

di Giuseppe Pittà – fb

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