‘‘Razze ovine a rischio? È tempo di riscatto’’
È il motto di Anna Kauber, paesaggista e documentarista parmigiana
di qualeformaggio.it
19 settembre 2018
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L’ultimo fine settimana di settembre – sabato 29 e domenica 30 – vedrà compiersi quella che è stata ben definita dalla sua stessa ideatrice e promotrice “una grande sfida”. Anna Kauber, paesaggista e documentarista parmigiana, attenta testimone del mondo pastorale, ha il merito di aver ideato questa prima “Festa del gemellaggio delle tre pecore” – la Cornigliese, la Lamon e la Rosset – coinvolgendo le rispettive comunità in iniziative, approfondimenti e progettualità di recupero e valorizzazione di tre razze accomunate dall’essere a rischio d’estinzione.
La festa del gemellaggio si svolgerà presso l’ex Colonia Montana di Corniglio, sull’appennino parmense, raccogliendo consapevolmente la grande sfida di portare pubblico in un paese senza una vera e propria sagra, ma piuttosto – operando sul doppio binario della festa e dell’approfondimento, sul profilo della competenza e della qualità della proposta, con un’offerta trasversale di conoscenza e di scambio fra i primi soggetti della filiera – i pastori e i trasformatori – e i migliori esperti e studiosi di tutta Italia. Un’idea sostenuta dall’ambizione comune di sviluppare insieme le differenti tematiche relative ai progetti di recupero e di valorizzazione delle razze allevate in via d’estinzione.
Il macro-tema dell’evento sarà incentrato sulla trasformazione della carne di pecora, da anni sottoposta al martellamento di un’informazione negativa (circa il suo sapore e l’eticità del suo allevamento) tale da averne ridotto drasticamente il consumo, soprattutto in Settentrione. Si darà quindi la voce in primis ai pastori, per arrivare, con il contributo dei migliori trasformatori – i macellai e i norcini – agli esperti del settore: dai gastronomi ai paesaggisti, dalle reti alle associazioni nazionali, dai maestri assaggiatori agli storici dell’alimentazione, dai cuochi ai giornalisti. E non solo.
«Si sono affiancati a noi», spiega Kauber, «nella formazione del ricco programma, scrittori-camminatori come Paolo Piacentini, col suo libro “Appennino atto d’amore”, Rossano Pazzagli, autore di “Aree Interne, per una rinascita dei territori rurali e montani”, premio speciale “Parco Majella”».
La festa proporrà mostre di artigianato tessile e di fotografia: le tessitrici dei tre territori e delle tre razze useranno le lane delle loro pecore autoctone; le memorie pastorali, immancabili, verranno trasmesse attraverso le immagini e i racconti, perchè è partendo dalla storia collettiva che si può immaginare e costruire il futuro nostro e quello dei nostri figli. Ci saranno inoltre degustazioni pubbliche delle tre tradizioni gastronomiche emiliana, bellunese e valdostana, con valutazioni dal vivo di qualificati esperti, e un convegno domenicale con i contributi di voci autorevoli di livello nazionale.
Vale inoltre la pena di sottolineare che il progetto del gemellaggio sta suscitando grande interesse nel mondo accademico italiano che si cura di queste tematiche. Ecco quindi che, spiega Kauber, «durante la festa annunceremo la volontà di allargare la base del partneriato – come da relativo punto del protocollo firmato – con il Centro di Ricerca “Biocult-UniMol” – in collegamento con Letizia Bindi e Fabio Pilla, e con i pastori transumanti e le pecore di razza Gentile di Puglia, in via d’estinzione».
In concomitanza con la festa si terrà anche la 1a “Rassegna della pecora Cornigliese”, occasione per approfondire la conoscenza sia della razza ovina autoctona dell’Appennino parmense che dei suoi coraggiosi pastori, ma anche e soprattutto per capire le non poche problematicità connesse all’allevamento della Cornigliese.
Infine, e grazie proprio allo spessore di questo programma, gli organizzatori sono riusciti ad ottenere il supporto e la collaborazione di Alma – Scuola Internazionale di Cucina Italiana, che oltre a coinvolgere una cinquantina dei suoi allievi e alcuni loro insegnanti, contribuirà allo svolgersi del programma nei diversi appuntamenti delle due giornate. Proprio Alma sarà coinvolta nella realizzazione del pranzo domenicale, che – al di là dei piaceri del desco e della convivialità – rappresenterà un momento culturale assai rilevante, in grado di elevare un prodotto a torto ritenuto “povero” e poco attraente, valorizzandolo grazie al lavoro di cuochi stellati, i cui nomi al momento non sono stati ancora ufficializzati.
di qualeformaggio.it