La storia dei Sanniti
Il fiero popolo che rallentò caparbiamente l’ascesa di Roma
di Anticae Viae – fb
28 novembre 2018
La millenaria storia del popolo dei Sanniti affascina chiunque si avvicini allo studio di quelle che sono state le popolazioni pre-romaniche e a quelle vicende che hanno influenzato la nascita vera e propria dell’Italia.
La loro storia si interseca con quella di altri popoli, come gli Etruschi, i Greci, i Celti e, quasi in un continuo conflitto, con i Romani. Erano le genti più caparbie e dal temperamento più risoluto fra tutte le popolazioni della penisola, coloro ai quali, più di ogni altra cosa, era sacra la libertà e che hanno combattuto strenuamente per difenderla.
L’interesse che suscitano oggi le loro vicende è dettato anche dalla curiosità di ricostruire gli ancora molti ed oscuri avvenimenti che compongono la loro storia. Di questo popolo, che ha cercato di liberarsi più volte dal giogo di coloro che, da lì a pochi secoli, avrebbero sovrastato il mondo intero allora conosciuto, non rimangono che poche vestigia e testimonianze storiche alquanto scarne. Eppure è stato un popolo fiero ed indomito che ha impresso, per decine di lustri, l’impronta della propria civiltà sulle terre che dal Gran Sasso arrivavano fin giù alle aree della Magna Grecia.
TRA MITO E STORIA.
I #Sanniti (o Sabelli) fu un popolo italico dell’antichità che abitava il Sannio e le regioni adiacenti, costituito da un certo numero di tribù più strettamente legate fra loro (#Carecini, #Pentri, #Caudini, #Irpini) e da alleati più o meno affini (#Frentani e #Larinati a nord-est, #Alfaterni a sud ovest). Nel periodo della loro massima espansione (primi del sec. IV aC.) confinavano a nord con #Marsi, #Peligni, #Marrucini, ad est col mare Adriatico, a sud con gli #Apuli, i #Lucani, il Golfo di Salerno, ad ovest con la federazione campana e federazioni minori, con i #Sidicini, con i #Volsci e gli #Ernici nel bacino del Liri.
Erano città sannitiche fra le altre: dei Carecini Aufidena (#Alfedena); dei Pentri Bovianum Vetus (presso #Pietrabbondante), Bovianum Novum (#Boiano), Tereventum (#Trivento), Aesernia (#Isernia), Venafrum (#Venafro); dei Caudini Allifae, Caudium e Saticula (S. Agata dei Goti), Telesia, Combulteria, Trebula, Caiatia non lontano dal Volturno; degl’Irpini Abellinum (#Avellino) e Akudunnia (#Lacedonia).
> LE MITICHE ORIGINI. Secondo Strabone i Sanniti furono dei #Sabini che, in seguito a una “primaverā sacra”, giusero, guidati da un toro, nel paese degli Opici: ricorda questo animale sacro il nome di Bovianum. La tradizione è degna di fede non solo nella parte essenziale dell’emigrazione dal nord, generalmente ammessa, ma anche nel particolare che riguarda il paese degli Opici che molti respingono.
> ETIMOLOGIA. Il nome è conservato in forma originale in una moneta, SAFINIM, che deriva da un tema safnio. Poiché i Greci ignoravano a quel tempo il suono F, l’adattamento normale è rappresentato dalla forma dello Pseudo-Scilace Σαυνῖται, col suffisso derivativo del tutto greco. I Romani dicendo SAMNITES hanno ristabilito il contatto con il nome latino dei luoghi, SAMNIVM, ma hanno mantenuto la finale greca. Il significato ultimo della parola è ancora oscuro. Esiste anche una forma derivata per mezzo del suffisso -li, Sabelli, che presso gli antichi non ha un valore preciso, ma che oggi è opportunamente adoperata per indicare le tribù intermedie fra Umbri e Sabini da una parte e Sanniti dall’altra.
> LA DISCESA IN CAMPANIA. I Sanniti compaiono nella storia con la discesa in Campania e favoriti dal decadere della potenza etrusca dopo la seconda battaglia di #Cuma (474 aC.). La conquista di Capua è secondo Livio (IV, 37) del 421, secondo Diodoro (XII, 31) del 438; dopo Capua, in anno non precisato, i Sanniti s’impadroniscono di Cuma (greca), gli abitanti superstiti della quale riparāno a Napoli. Dell’occupazione delle altre città non si ha notizia diretta: sono nomi senza dubbio sanniticiquello dell’antica Moera, cambiato in Abella, e quello di Pompei, Pompaios. Città nuove sembrano Casilino (Capua), il cui nome si confronta con Casilas, nome di una curia di Gubbio, Atella e Nocera Alfaterna, che ha alcuni paralleli in territorio osco-umbro; Nocera Camellaria, nel territorio degli Umbri, e Nocera Terinese, nel territorio dei Bruzî.
> IL CONTATTO COI ROMANI. I rapporti dei Sanniti con Roma cominciano già nella prima metà del sec. IV e si riassumono in modo più o meno adeguato nel concetto di Guerre Sannitiche. Guerre di cui la tradizione conserva un ricordo confuso e che per essere ricostruite nei loro singoli elementi pongono bene spesso problemi disperati; è persino dubbio se davvero siano state tre e se tutte le volte che si parla di Sanniti si debbano intendere davvero i Sanniti o per avventura i Sabini. Una prima notizia certa parla di un trattato d’alleanza (anno 354; Liv., VII, 19; Diod., XVI, 45). Nel 343 un’aggressione dei Sanniti ai Sidicini determina un intervento romano che si conclude con una nuova alleanza. Nel 325 si compie il fatto decisivo che arresta l’espansione sannitica: l’intervento dei Romani in Apulia attraverso il passaggio liberamente concesso da Marsi, Peligni, Marrucini nei loro territori.
> LE FORCHE CAUDINE. Le lotte che ora si succedono fino verso la fine del secolo comprendono questi momenti salienti: vittoria sannita a Caudio (321) con umiliazione dei Romani prigionieri sotto il giogo e insufficienti garanzie di sicurezza strappate ai Romani; battaglia vittoriosa di Lautulae (315).
> LA BATTAGLIA DELLE NAZIONI: Uno degli episodi culminanti fu poi la Battaglia di Sentino (295) in cui i Romani riescono vincitori e i Sanniti sono costretti a ripercorrere le zone montuose per rientrare nel Sannio. Il successo dei Romani sarà poi consacrato dalla colonia di Venosa (291) e dalla conquista delle città di Venafro e Alife sul Volturno. Nel 272-268 si compie la sottomissione dei Sanniti attraverso paci separate con gl’Irpini, i Pentri e le città del territorio caudino. La colonia di Benevento (268) separa gl’Irpini dai Pentri e assicura una terza strada, la più breve, verso l’Apulia. La colonia latina d’Isernia (263) e larghe annessioni di territorio nel bacino del Sangro separano i Pentri dai Sabelli.
> LE GUERRE PUNICHE E I SANNITI ALLEATI DI ROMA. Durante la guerra annibalica, mentre Capua è un centro di ribellione che resiste per anni all’assedio romano, il Sannio è relativamente tranquillo. Nel 225 aC., all’inizio della seconda guerra punica, secondo i dati di Polibio (II, 24), il Sannio aveva messo a disposizione dei Romani 70.000 fanti e 7000 cavalieri.
> LA GUERRA SOCIALE E LA FINE DELLA NAZIONE SANNITICA. Nella guerra sociale i Sanniti compaiono insieme con i Frentani e con gl’Irpini (Appiano, I, 39) nella lista dei popoli ribelli. La loro partecipazione non è agl’inizi in prima linea; gli avvenimenti principali si svolgono in territorio sabellico. Solo quando le cose si mettono male a settentrione, si trasporta la capitale federale da Corfinio a Isernia (anno 88), che diventa nuovo centro di resistenza. Dopo che con le sostanziali concessioni romane la guerra si poteva considerare finita, i Sanniti, insieme con i Lucani, si trovano coinvolti nelle lotte interne fra partigiani di Silla e di Mario, legati a quest’ultimo. Così nella battaglia decisiva di Preneste (anno 83) i Sanniti al comando di Caio Ponzio Telesino hanno una parte preonderante: ma, sconfitti, sono sterminati sotto le mura di Roma. È la fine della nazione sannitica.
[Credits & Approfondimenti: http://sanniti.info]
PER APPROFONDIMENTI: www.sanniti.info
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