Reddito di cittadinanza
Il rischio è il lavoro nero. Molise al quinto posto per impieghi irregolari
di moliseweb.it
10 gennaio 2019
Dovrebbe prendere il via il prossimo 1 aprile il Reddito di cittadinanza, la misura varata dal MoVimento Cinque Stelle che prevede un contributo di 780 euro per le persone disoccupate.
La misura, che inizialmente doveva essere finanziata da 9 miliardi, dopo le trattative con l’Unione Europea, sarà coperta da circa di 6,7 miliardi, di cui un miliardo per il rafforzamento dei centri per l’impiego. Però ancora non c’è un decreto che spieghi la misura nel dettaglio.
Tra i tanti quesiti davanti ai quali ci si potrebbe trovare, la preoccupazione maggiore è quella legata al lavoro nero, o meglio molti cittadini potrebbero avere la tentazione di accedere al reddito di cittadinanza mantenendo una occupazione non regolata da un contratto, se non addirittura scegliere di rinunciare a una posizione lavorativa, meno remunerata e in nero per ottenere così anche il sussidio.
Infatti secondo un’analisi fatta dalla Cgia di Mestre la metà dei destinatari del reddito di cittadinanza, potrebbe essere composta da persone che lavorano in nero e che lavorando, appunto, non avrebbero diritto al sussidio.
“A causa dell’assenza di dati omogenei relativi al numero di lavoratori in nero presenti in Italia che si trovano anche in stato di deprivazione, – afferma il coordinatore dell’ufficio studi della Cgia Paolo Zabeo – non possiamo dimostrare con assoluto rigore statistico questa tesi. Tuttavia vi sono degli elementi che ci fanno temere che buona parte dei percettori del reddito di cittadinanza potrebbe ottenere questo sussidio nonostante svolga un’attività lavorativa in nero, sottraendo illegalmente alle casse dello Stato un’ingente quantità di imposte, tasse e contributi previdenziali. In altre parole, l’Amministrazione pubblica, al netto delle misure di contrasto previste – conclude – sosterrà con il reddito di cittadinanza un pezzo importante dell’economia non osservata”.
In Molise, secondo un’elaborazione dell’associazione degli artigiani su dati Istat, nel 2016, ultimo anno in cui è disponibile una distribuzione territoriale, erano 17 mila i lavoratori occupati irregolari che avrebbero generato un valore aggiunto sommerso pari al 7% del Pil regionale. In questa classifica il Molise si posiziona al quinto posto, insieme alla Sardegna, nella graduatoria nazionale del sommerso. Al primo posto la Calabria (9,4%), all’ultimo il Veneto (3,8%).
Dunque ancora molti nodi da sciogliere, in merito ad una misura che dovrebbe portare una boccata di ossigeno a chi non ha un’entrata economica.
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