Il nostro tratturo: Castel di Sangro – Lucera
I racconti di Vincenzo Colledanchise hanno la maturità che solo il trascorrere del tempo può produrre
di Vincenzo Colledanchise
20 febbraio 2019
Nel dopoguerra allorché si progettavano nuove vie di comunicazioni per togliere il nostro Molise dall’atavico isolamento, fu affidata alla Ditta Zaccherini da San Benedetto del Tronto, per opera della Cassa del Mezzogiorno, l’incarico di costruire una via più veloce, in alternativa alla tortuosa statale 17, per collegare il Molise con la Puglia.
Nel 1958, la Ditta Zaccherini, assoldando moltissimi toresi, mio padre compreso, diede inizio ai lavori.
Io stesso da bambino, potei salire su una potente ruspa per divertirmi insieme al ruspista marchigiano, nel divellere vecchie tombe in pietra site al Bivio di Toro, sul Tratturo. Fu quello , forse, il primo scempio che si operava sul nostro tratturo.
In concomitanza con la costruzione della Fondovalle del Tappino cessava l’antica transumanza sul tratturo, quindi fu ovvio e naturale sfruttare proprio l’area tratturale per costruirvi la strada, senza dover espropriare molti terreni privati. E lo scempio si completò.
Infatti, la Fondovalle del Tappino corre in gran parte proprio lungo il tratturo, ciò che non è avvenuto fortunatamente nel primo tratto sito a monte: da Castel di Sangro a Santo Stefano, rimasto quasi integro.
In seguito usurpazioni e degrado hanno portato il tratturo che passa sotto l’abitato di Toro ad essere irriconoscibile.
Sarebbe opportuno prenderne cura visto che ultimamente viene percorso dai pellegrini, anche stranieri, che utilizzano il Cammino “Sulle ali di Francesco” che partendo da La Verna giunge fino a S. Michele sul Gargano, attraversando il nostro Tratturo.
(Foto : mappa del tratturo di Toro ,dall’Atlante del Capecelatro)
di Vincenzo Colledanchise