Molise: donne e lavoro, quale futuro?
Un incontro per parlare delle divergenze in ambito occupazionale
di Miriam Iacovantuono (da moliseweb.it)
29 marzo 2019
Come si legge nella piattaforma di genere ‘Tutte insieme. Vogliamo tutto’, elaborata dalle donne della Cgil, la condizione occupazionale delle donne in Italia è drammatica ed è evidenziata dagli ultimi dati Eurostat i quali indicano che l’Italia è agli ultimi posti insieme alla Grecia. I dati per singole regioni fotografano uno scarto rilevante e un divario crescente tra territori. A fronte di un lieve aumento del numero delle occupate dal 2007 al 2017, la qualità dei posti generati è peggiorata ed emerge che c’è stato un aumento del part-time involontario, prevalenza del tempo determinato e di contratti ultra precari. Il tema è quindi duplice, si tratta di qualità e quantità dell’occupazione in un quadro territoriale divaricato.
Partendo proprio da questo concetto le organizzazioni sindacali, Cgil, Cisl e Uil del Molise hanno organizzato un incontro dibattito per conoscere e riscoprire cultura, memoria, storia, per costruire un Paese e una regione a misura di donna.
‘Molise: donne e lavoro quale futuro?’ è stato un momento di confronto durante il quale sono state raccontate esperienze di lavoratrici che hanno manifestato i problemi incontrati per inserirsi in settori di attività a prevalenza maschile. Quello che è emerso dai racconti di Anita, Antonietta, Eliana e Sandra è che il divario tra uomo e donna c’è e si percepisce nelle mansioni, ma anche a livello economico. “Nel mio lavoro – è venuto fuori da una delle testimonianze – noi donne prendiamo il 23% in meno rispetto ai colleghi maschi”.
“Ci siamo dovute fare le ossa – ha raccontato un’altra lavoratrice – in un ambiente dove non mancano i pericoli che non sono solo legati ai materiali, come i prodotti chimici o i macchinari, ma anche alle molestie che rischiamo di subire”.
Dalle parole delle donne che hanno raccontato la loro storia e le loro esperienze in campo lavorativo è emerso che una problematica che spesso sopraggiunge per le donne che vogliono inserirsi nel mondo del lavoro a tutti i livelli è quello di conciliare lavoro e ruolo di donna di famiglia, di mamma e moglie.
Un accenno è stato fatto all’ambiente del lavoratore indipendente e in particolare alle lavoratrici nel campo della giustizia, dove libere professioniste fino a due anni fa potevano subire discriminazioni a livello legislativo come la mancanza dell’indennità di maternità, introdotta solo nel dicembre del 2017 e che oggi riconosce alle donne avvocato, in maternità o gravidanza, l’astensione obbligatoria dal lavoro.
Se le difficoltà ci sono per le mamme che lavorano, non mancano per le donne single a cui in alcuni casi vengono chiesti dei sacrifici in più proprio per andare incontro e coprire le lavoratrici che hanno una famiglia e quindi dei figli.
Il quadro che è venuto fuori dal dibattito ha raffigurato quella che è la situazione delle donne lavoratrici, le quali ancora oggi nel 2019 vengono discriminate e non sono considerate al pari dei colleghi uomini, gli stessi che troppo spesso si sentono superiori e più forti.
È importante dunque agire attraverso delle pratiche da mettere in campo e che tutelino la donna e la lavoratrice a 360 gradi, ma sarebbe necessario istruire anche gli uomini sul rispetto della donna in quanto tale e in quanto lavoratrice.
di Miriam Iacovantuono (da moliseweb.it)