Gli alberi sono diventati un bosco
Nella Terra dei Fuochi c’è una bella storia da far conoscere prima che diventi una storia triste
di Maria de Biase (da comune-info.net)
8 gennaio 2020
Questa è una storia d’impegno, di amore e di bellezza. C’era una area fortemente avvelenata a San Giuseppiello, Giugliano, in Campania, terra dei fuochi. Poi c’era un progetto di bonifica, come tanti altri, tanti milioni di euro, denaro pubblico. Ne sarebbe risultato un lavoro enorme, di asportazione di terra e veleno per portarlo chissà dove, con costi enormi. Bruttura su bruttura, devastazione su devastazione, distruzione su distruzione che avrebbe arricchito solo la camorra. Sappiamo che è così che funziona, la camorra inquina, la camorra si occupa delle bonifiche.
Invece è successo che il commissario alle bonifiche e un gruppo di studiosi della facoltà di agraria dell’università di Napoli, coordinato dal professor Massimo Fagnano hanno realizzato un progetto differente, improntato all’attenzione e alla cura della terra. E così nei terreni sequestrati ai clan, dov’erano stati sotterrati veleni e rifiuti industriali è stata attivata un’opera di recupero totalmente affidata alla tecnologia e alla Natura. Un intervento alternativo, pulito, a basso costo: sono stati piantati 20.000 pioppi, le cui radici stanno assorbendo i metalli pesanti in profondità. Il terreno è stato cosparso di compost arricchito con batteri capaci di metabolizzare gli idrocarburi. Il tutto è costato “solo” 900.000 euro rispetto ai molti milioni di euro che prevedeva il progetto iniziale. In questi anni gli alberi sono diventati un bel bosco, sono ritornati gli animali selvatici e gli uccelli, arrivano gli alunni delle scuole, le macchine monitorano la diminuzione dei veleni, un vero miracolo.
Eppure l’area non è stata affidata, il commissario da qualche settimana è in pensione e la Regione Campania non ha ancora individuato né il successore né un organismo a cui affidare il bene bonificato. Intanto da qualche mese è già cominciata la devastazione degli uffici e delle apparecchiature. Un modello virtuoso, efficace ed efficiente, una sperimentazione ecosostenibile, un esempio di legalità che si potrebbe replicare nelle mille terre avvelenate del nostro Paese rischia di essere dimenticato e, fatto gravissimo, di essere distrutto e le persone che vi hanno lavorato lasciate sole. Persone che hanno avuto il coraggio di intraprendere percorsi differenti, di non utilizzare denaro pubblico per opere costose e inutili, di occuparsi della nostra terra con cura per recuperare natura e bellezza.
Vorrei portare a conoscenza i grandi movimenti ambientalisti italiani di questa storia. Non vorrei apparire troppo esigente se affermo che se ne dovrebbe occupare la Politica, Libera, la Magistratura, le Associazioni, Cittadinanza Attiva, i giornalisti sensibili e attenti al tema e che non si lasciasse solo chi ha provato a costruire un modello di risanamento della nostra terra in maniera seria, attenta e naturale, mettendosi anche contro il grande potere della camorra. Ecco, si tratta di far conoscere questa bella storia prima che diventi una storia triste.
di Maria de Biase (da comune-info.net)