• 30 Gennaio 2020

Contadini, custodi del territorio

Un progetto per arginare il dissesto. L’iniziativa prevede il coinvolgimento di imprese agricole locali in azioni di prevenzione e messa in sicurezza dei luoghi

di Repubblica.it

30 gennaio 2020

Back 

CONTADINI, veri “custodi del territorio”. L’idea – rilanciata nell’ambito della Strategia nazionale per le aree interne – prende spunto (e nome) da un’iniziativa già avviata da alcuni anni dal Consorzio Toscana Nord, che aveva coinvolto le imprese agricole locali in azioni di prevenzione partecipate e consapevoli, finalizzate alla messa in sicurezza dei luoghi. Obiettivo, spingere sulla leva della tutela del territorio, così da renderlo facilmente accessibile, dotandolo di servizi essenziali vicini alle esigenze della popolazione.

Il progetto “Custodi del territorio”, inserito nella Strategia dell’Area Interna, vuole quindi riprodurre su scala più ampia questa positiva esperienza, implementando il numero di aziende e valorizzandole, attribuendogli un ruolo attivo e multifunzionale.

Eventi metereologici sempre più estremi hanno causato negli ultimi anni fenomeni erosivi che hanno provocato vittime e danni. Da qui la necessità di procedere a una corretta manutenzione della rete idrica, a partire dalla pulizia dalla vegetazione e dal ripristino della piena funzionalità dei sistemi di smaltimento delle acque meteoriche.

È questo uno degli interventi inseriti nella Strategia d’Area “Garfagnana – Lunigiana – Media Valle del Serchio – Appennino Pistoiese”, che riunisce in tutto 19 comuni su tre province toscane, per un totale di poco meno di 40mila abitanti, dove sono state programmate 10 azioni declinate in 14 interventi, per un finanziamento complessivo di 9,595milioni di euro. In tutto si parla di 1,235 milioni, di cui 785.000 euro di fondi pubblici (Feasr – Psr 2014-2020, misura 8.3 – Sostegno alla prevenzione dei danni arrecati alle foreste da incendi, calamità naturali ed eventi catastrofici – per 635.000 euro e misura 5.1 – Sostegno a investimenti non produttivi connessi all’adempimento degli obiettivi agro – climatico – ambientali per 150.000 euro) e 450.000 euro di risorse private, che serviranno per mettere in campo interventi di prevenzione dei danni provocati dal dissesto idrogeologico con il ripristino della rete idrica superficiale, compromessa in parte dal progressivo abbandono dei terreni e delle superfici forestali coltivate e in parte dalla sempre più scarsa disponibilità di risorse pubbliche.

Inizialmente verranno individuati gli elementi del bacino idrografico minore da inserire nel programma di manutenzione – lavoro che, anche per la parte cartografica, potrà coinvolgere gli istituti tecnici presenti nell’area per rendere maggiormente partecipato il programma – e una volta stilato il piano d’azione, definito dagli uffici tecnici del Consorzio di Bonifica, a ciascuna azienda  – individuata e selezionata tramite un bando pubblico sulla base delle capacità tecniche e delle dotazioni disponibili – verrà assegnata in convenzione un’area di competenza, nella quale l’impresa stessa provvederà alla realizzazione di piccoli lavori di mantenimento della rete e al suo adeguamento, svolgendo un’azione preventiva e di mitigazione del rischio.

Alle aziende verrà affidato anche lo svolgimento di un’attività di early warning, attraverso il monitoraggio dell’area, soprattutto in caso di eventi di particolare rilevanza e verrà corrisposto il costo complessivo dell’intervento, pari in media a 4.000 euro.

Il risultato finale atteso è quello di creare una rete di “custodi” diffusa e articolata. Inizialmente è previsto il coinvolgimento di 75 imprese l’anno che a regime diventeranno 60, con una copertura economica a carico del consorzio di bonifica che attiverà un programma di interventi e mitigazione del rischio idrogeologico a favore dei comuni dell’area per 335.000 euro.

Tre le tipologie di azioni messe in campo e per cui sarà possibile accedere al regime di aiuti, interventi di prevenzione contro il rischio da calamità naturali, attacchi e diffusione di parassiti e patogeni forestali, fenomeni di degrado e dissesto, siccità e desertificazione e altre avversità atmosferiche (questi interventi possono essere realizzati una sola volta su una stessa superficie nell’arco del periodo di programmazione); tra gli investimenti per la realizzazione/miglioramento destinati a ridurre il rischio idrogeologico, opere di consolidamento e sistemazione del reticolo idraulico, di sistemazione idraulico-forestale, di versanti interessati da frane e smottamenti (compreso interventi selvicolturali) e delle scarpate delle strade di accesso o penetrazione ai boschi, ricorso a tecniche di ingegneria naturalistica o di bioingegneria forestale; investimenti finalizzati alla salvaguardia dell’efficienza del reticolo idraulico (naturale e artificiale).

Il progetto è realizzato con il contributo della Commissione Europea. Dei contenuti editoriali sono ideatori e responsabili gli autori degli articoli. La Commissione non può essere ritenuta responsabile per qualsivoglia uso fatto delle informazioni e opinioni riportate.

di Repubblica.it

Back