• 11 Giugno 2020

Le tre fontane di Sepino

I racconti di Vincenzo Colledanchise hanno la maturità che solo il trascorrere del tempo può produrre

di Vincenzo Colledanchise

11 giugno 2020

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Agli inizi degli anni Sessanta vi era una strada quasi sempre affollata nei pomeriggi dei giorni festivi, che salendo dalle ultime case a monte dell’abitato di Sepino, conduceva alle “Tre Fontane” luogo di ritrovo particolare in passato, nel quale dominava un muretto basso, munito di tre fontanelle, dalle quali sgorgava un’acqua oligominerale, famosa già ai tempi dei romani per le proprietà diuretiche.

Un piccolo slargo consentiva soprattutto ai forestieri, che allora giungevano numerosi alle Tre Fontane, di munirsi e caricare liberamente i loro mezzi della preziosa acqua, che travasavano indisturbati nelle damigiane caricando a dismisura anche i portabagagli dei traballanti contenitori di vetro.

Per la strada delle Tre Fontane transitavano anche i contadini che salivano in montagna calzando delle cioce particolari ricavate da pneumatici usati, che al mio paese non si usavano.

Presso le fontane due pizzerie, una a monte e l’altra a valle, accoglievano paesani e forestieri con la loro frenetica attività di ristoro, ma da quella a monte, più dotata e più ampia, veniva allietata tutta la valle dalla musica attraverso le canzoni di Peppino di Capri, molto in voga allora, mentre per i meno giovani venivano diffuse melanconiche canzoni napoletane.

Era evidente che per i giovani sepinesi, oltre al salutare passeggio, salivano alle Tre Fontane attratti dalla curiosità di osservare quegli avventori muniti di damigiane, imbuti e bottiglie, accompagnati spesso dai loro familiari, sicchè la piazzetta montana era quasi sempre viva ed affollata .

Ciò che mi divertiva osservare erano gli immediati effetti diuretici che causavano a molti adulti quelle acque bevute con avidità, in modo particolare agli anziani colti alla sprovvista la prima volta, che erano costretti a guadagnare subito un anfratto per sfogare gli impellenti bisogni fisiologici, quando non riuscivano a raggiungere la pizzeria.

Indelebile mi è rimasto il ricordo delle giovani donne sepinesi, che in quella passeggiata amavano anche esibire la loro bellezza, non disadorna di una sobria eleganza in quell’Italia che cominciava a conoscere il benessere e che nelle zone fortunate del Nord, si diceva alla radio, aveva consentito addirittura il Boom economico.

E’ assurdo che quel luogo così vivo e bello oggi sia soggetto all’incuria, non ci sono più andato perchè mi fa male vedere i rovi che divorano pian piano le mitiche Tre Fontane che allietarono i miei anni di collegio a Sepino.

(Foto: cartolina delle Tre Fontane negli anni sessanta.)

di Vincenzo Colledanchise

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