EDIZIONE 1996 – LE IMPRESSIONI DEI MARCIATORI
Anche quest’anno l’Italia Marathon Club è voluta essere compagna di viaggio di “cammina, Molise!”, la marcia naturalistica e socio culturale che il periodico d’informazione molisano la vianova e l’Associazione Culturale LA TERRA di Duronia hanno organizzato per l’estate 1996. Dal 7 all’ 11 agosto, per le strade ed i sentieri molisani in una faticosa ma emozionante camminata alla scoperta di terre, paesi e persone per ribaltare concetti e luoghi comuni che forse in troppi, nel nostro immaginario, abbiamo del Molise e dell’Appennino centrale più in generale.
NON SOLO CORSA
Eravamo insieme ad amici ed amiche che incontriamo alle gare la domenica, o ad allenarsi per i viali di Villa Pamphili, a ragazzi e ragazze che sono partiti per puro spirito d’avventura (quaranta chilometri al giorno di percorso non sono certo uno scherzo!), a professori ed appassionati che rinnovavano, anche se faticosamente, il loro personalissimo rapporto con la natura, l’arte e la cultura.
Non solo pietre abbiamo incontrato in quei quattro giorni, ma luoghi pressoché incontaminati collegati da “tratturi”, queste antichissime vie, paragonabili a moderne autostrade, che fin da epoche preromane, mettevano in comunicazione le regioni del centro e del sud in quella particolare attività legata alla pastorizia ed all’allevamento, grande volano economico, che era la “transumanza”. Bellissima la conferenza-lezione di storia, archeologia, economia e geografia tenuta sul Tratturo Tivone di Castropignano. E scavalcare monti per poi godere di panorami arditissimi, colorati dal verde intenso dei boschi e dei pascoli, e dai puntini rossi dei tetti di paesi lontani. E le festose accoglienze degli abitanti di quegli stessi paesi che attraversavamo, in ognuno dei quali lo spirito di conoscenza ci trasmetteva le storie e le tradizioni più antiche: come dimenticare le genti di Macchiagodena, nel loro raccontarci del personalissimo rapporto con il potere del tempo, identificato nella “Rocca Tiranna”, o di Castropignano, dove hanno atteso il nostro arrivo per inaugurare una mostra di attrezzi legati alla cultura ed alla civiltà contadina. E poi gli incontri con le associazioni (importante l’apporto dato da Italia Nostra agli incontri serali di Castelpetroso e di Castropignano) e le istituzioni, il Presidente della regione Molise, il Sindaco di Campobasso, amministratori provinciali e comunali, con i quali ci si è confrontati in un dibattito aperto sui vari problemi del Molise.
La sera tutti insieme, e dopo cena, trovare ancora le forze per ballare, anche fino alle due di notte! E la grande attenzione dei media: oltre ai giornali locali, la R.A.I. Regionale ha seguito costantemente la manifestazione trasmettendo quotidiani servizi in video. All’arrivo, una grande festa con tutta la gente in piazza ad attenderci, la banda in testa, e dolci e vino e piatti dimenticati riscoperti per noi.
Ecco, siamo vicini a queste iniziative, (non come quattro pellegrini come li ha definiti un consigliere comunale di Duronia, naturalmente contrario per cecità culturale a questa iniziativa) per non dimenticare, per guardare avanti e costruire, non nel “favore” ma nel diritto, la certezza ed il domani di questa terra.
Mario Romagnoli – Art Director Italia Marathon Club
UNA ESPERIENZA DA RIPETERE
Mi chiamo Alessio Berardo e sono uno dei tanti partecipanti alla manifestazione “cammina, Molise!” che si è tenuta dal 7 al 10 agosto.
E’ stata la mia prima esperienza. Sono stato invogliato dai miei zii: sapevo che già l’anno scorso c’era stata un’altra marcia, ma pensavo si trattasse solo di una lunga e faticosa camminata. All’inizio l’ ho fatto per gioco, fino a che ho capito il vero significato di questa bellissima ed indimenticabile escursione. Essa voleva essere una manifestazione culturale ed ambientale per far conoscere e far scoprire ai giovani, come me e non, la vera bellezza del Molise, dei suoi monumenti, della sua cultura, della sua gente che ha dimostrato ospitalità nei nostri confronti; pertanto ringrazio tutti quei sindaci che ci hanno onorato della loro presenza e che ci hanno raccontato il loro territorio.
Io, che per la prima volta, ripeto, partecipavo ad una manifestazione del genere, mi sono affaticato molto, oggi però sono fiero di aver fatto parte di questa gita e spero che in futuro ce ne siano altre di questo genere. Ho conosciuto molte persone che hanno condiviso con me la fatica, ma penso che tutti ci siamo resi conto che questa manifestazione ha riportato in luce culture ormai perse e si è trasmesso alla gente uno spirito più benevolo verso l’ambiente.
Nel nostro viaggio abbiamo avuto il sostegno culturale di alcuni professori che ci illustravano il tracciato e che io vorrei ringraziare qui su la vianova, il giornale che ha organizzato la manifestazione. Essa era divisa in più tappe per dare modo a tutti di rifornirsi di acqua e riposarsi , dopo di che si ripartiva più carichi e più allegri di prima. Spesso la stanchezza si faceva sentire di più per alcune persone, ed allora ecco i signori Elio e Armando intervenire con i loro mezzi.
In questa manifestazione mi ha sorpreso la partecipazione di molte persone adulte che hanno marciato in modo costante e deciso. Arrivati a Duronia abbiamo avuto una accoglienza bellissima. Mi ha sorpreso vedere tante persone festose al vederci arrivare, lì ho capito che questa manifestazione era molto sentita nel paese. La sera si sono svolte feste in onore dei partecipanti con premiazioni, ed io mi sentivo un po’ demoralizzato perché pensavo ai bei giorni trascorsi camminando per paesi e sentieri.
Vorrei a questo punto fare un appello sia agli organizzatori che ai partecipanti anche futuri : “Fate in modo che questa manifestazione non muoia: ci divertiremo, ci conosceremo e, soprattutto, conosceremo meglio quel nostro grande paese che è il Molise”.
Alessio Berardo
GLI ASPETTI POSITIVI E QUELLI NEGATIVI
Non sono molisano e, in quanto tale, vorrei proporre “dall’esterno” e quindi al di fuori di condizionamenti atavici, alcuni spunti di riflessione come partecipante all’iniziativa “cammina, Molise!”.
E’ forse questa una premessa un po’ presuntuosa, ma sono stato così piacevolmente colpito da questa esperienza che sento comunque di esprimere nero su bianco alcune considerazioni.
La proposta degli organizzatori era di “intraprendere idealmente un percorso che porti ad unire le varie realtà locali della nostra regione per conoscere e farsi conoscere”. Il Molise è forse una delle regioni più dimenticate d’Italia e non sto qui ad analizzare le complesse ragioni che, comunque, ci porterebbero troppo lontano. Di fatto quegli affascinanti paesi arroccati su quelle colline, nell’esprimere il loro isolamento anche sociale, allo stesso modo rivelano la loro potenziale carica di genuinità e voglia di crescita, dettate anche da un sano attaccamento alle tradizioni. Ho volutamente scritto “potenziale” perchè non in tutte le varie località questa carica era palese. A Macchiagolena, invece, è stato evidente come l’intervento sensibile degli amministratori possa dare lo spunto per far emergere questa ricchezza e creare quello scambio, anche con una realtà esterna come un gruppo eterogeneo di camminatori, che fa respirare umanità, voglia di fare e comunicare al di fuori di diffidenze e scetticismi ormai, purtroppo, quotidiani. Non è retorica sottolineare questo aspetto, perché ha dimostrato, nel suo piccolo, che se c’è cuore e volontà politica si possono veramente creare stimoli di comunicativa e di crescita. E tutto questo parte semplicemente dalla volontà e dalla voglia di fare che non conosce alibi di comodo come difficoltà strutturali o sociali per giustificare certe apatie politiche.
Con questo aspetto politico, che mi ha caricato di ottimismo, si sono intrecciate le varie situazioni umane di quei marciatori che avevano le loro origini in quei luoghi. E’ stato toccante come una casa, un viottolo o un albero potevano diventare poesia con la spinta dell’emozione, con l’amore per la propria terra e per le proprie radici. Si può dire che sono sentimenti comuni, ma è forse anche per questo che un esterno come me , vivendoli così da vicino, ne ha percepito l’intensità e la purezza. Può essere stata questa poesia ad unire, idealmente e mano a mano che la marcia avanzava, questa compagnia eterogenea di camminatori. Un gruppo diverso sia per età (dai giovanissimi fino al mitico prof. Lucarelli), sia per origini, sia per professioni e sia, probabilmente, anche per interessi, ma che con il passare dei giorni ha trovato una sua naturale compattezza.
E che dire dell’aspetto storico-naturalistico nel quale ci siamo immersi in quei giorni? Camminare sui Tratturi (forse le più antiche strade), nelle terre che ancora oggi gli storici, parlando della Roma antica, chiamano dei rudi e orgogliosi Sanniti, è stata un’esperienza unica e, per chi ama la storia, sicuramente piena di fascino.
L’aspetto naturalistico rimane il più bello ma forse anche il più scontato, anche se è stato piacevolmente arricchito dalle dotte lezioni del prof. Lucarelli. Collegata a questo aspetto è la valorizzazione turistica del territorio, che anche la nostra marcia ha evidenziato come delicata e complessa questione.
Tutti questi “effetti positivi” hanno messo in secondo piano tutte le negatività di questa esperienza. Negatività soprattutto fisiologiche, dettate cioè da un eccessivo sentire questa iniziativa da parte degli organizzatori, che oltre a creare un po’ di tensione, ha portato a caricare troppo il programma quotidiano, penalizzando aspetti meno ludici come i dibattit, che avrebbero potuto essere seguiti con diverso interesse.
Non è retorico dire che si è peccato per troppo cuore.
Grazie ed arrivederci all’anno prossimo!
Luciano Caimmi