Parcheggio multipiano, what else?
Torna in auge la proposta di costruire a Campobasso, in un’area adiacente alla stazione ferroviaria, un parcheggio multipiano. Un progetto che porterebbe più traffico nel centro della città, anziché spostarlo in periferia
di Carmine Mastropaolo (da ilbenecomune.it)
23 febbraio 2021
In questo tempo sospeso è molto difficile prevedere l’evoluzione di qualsiasi fenomeno sociale; c’è come un ridimensionamento di tante nostre certezze. Gli effetti della botta che abbiamo incassato, la stima dei danni provocati, le azioni da intraprendere per abbozzare un piano di cure, sono tutti argomenti che non permettono analisi compiute. Sono tanti gli ambiti in cui non possiamo permetterci di fare realistiche previsioni. Mancano i dati, mancano i precedenti, e in un anno abbiamo capito che nulla sarà come prima, però sappiamo anche che il bisogno di cambiamenti è una grossa opportunità per correggere errori che, senza il covid, ci saremmo trascinati per anni. Altro dato noto e che dopo le pandemie antiche siamo sempre ripartiti con rinnovato entusiasmo!
Questa sommaria introduzione, su tematiche complesse che meriterebbero analisi molto più approfondite, mi serve per sottoporre due importanti quesiti ai campobassani:
- la città di Campobasso ha veramente bisogno di un parcheggio multipiano?
- nel caso risulti necessario per la città di Campobasso un parcheggio multipiano, è opportuno farlo in centro?
L’auspicio è che questi quesiti solletichino la fantasia e l’interesse di quel soggetto, antropologicamente unico, che è l’abitante di un piccolo capoluogo di una piccola regione del sud Italia. La speranza è che all’interessamento poi segua dibattito, magari moderato da architetti, urbanisti e persone competenti presenti in città.
Organizzare questa situazione di partecipazione popolare, pratica che peraltro l’Europa consiglia di mettere in campo prima dell’approvazione e della realizzazione di qualsiasi infrastruttura riguardante mobilità e trasporti, toccherebbe all’Amministrazione proponente il progetto. Per dovere di cronaca bisogna ricordare che l’idea del parcheggio multipiano l’avevano avuta già altri sindaci. Comunque lasciando perdere la dietrologia, che perde d’importanza quando “nulla sarà come prima”, e confidando in questo irrinunciabile e irrimandabile (per i motivi di cui alla sommaria introduzione) momento di civiltà che è la consultazione popolare, vi dico la mia, che è sfacciatamente di parte!
In una intervista, pubblicata il 16 febbraio ’21 da Il Foglio, l’architetto e urbanista Stefano Boeri analizza il futuro della mobilità e l’organizzazione futura delle nostre città. Il titolo dell’articolo: “le auto non spariranno ma usciranno dalle città” smonta e banalizza uno dei quesiti posti ai campobassani. La lettura dell’intervista ci conferma che la tendenza, anche in città delle dimensioni della nostra, è quella di usare l’auto per andar via dalla città e ridurne drasticamente l’uso. Le nuove città dovranno organizzarsi con un aumento esponenziale delle ZTL e con un trasporto pubblico efficiente, attento all’ambiente e alle necessità di spostamento delle persone. Quindi diventa indispensabile studiare e costantemente monitorare, la quantità di domanda di spostamento di impiegati, studenti e anziani. Importante è conoscere il numero di persone che dai paesi si recano quotidianamente a Campobasso.
Oltre al coraggio di istituire isole pedonali, non solo in centro ma anche nelle periferie, occorre prevedere strade cittadine dove non sia possibile superare i 30 o addirittura i 10 km orari, ed istituire corridoi per permettere la consegna, in orari dedicati, delle merci alle attività e presso le abitazioni.
Altro obbiettivo da perseguire per i nostri amministratori è quello di resuscitare e mettere in esercizio quella scandalosa incompiuta che è la metropolitana leggera (lascito di un re, figlio di re, che avendo studiato architettura decise di fare pratica con le risorse pubbliche), converrete che con un esempio così strampalato diventa dura convincere l’automobilista a lasciare la propria auto nel garage.
La cura consiste nel puntare sul trasporto pubblico ed usare, a differenza del passato, in maniera onesta e condivisa le rilevanti risorse che arriveranno dall’Europa e dallo Stato.
Recuperare l’esistente è l’imperativo. Limitare progressivamente, fino all’azzeramento il consumo di territorio, è quello di cui tutte le città italiane hanno bisogno.
Chi ci amministra dovrebbe far suoi i freschi e moderni slogan dei “Friday for future” più che le spompate sirene di un anziano costruttore.
Proprio perché nulla sarà come prima!
di Carmine Mastropaolo (da ilbenecomune.it)