Intervista allo scultore oratinese Valeriano Fatica
“La sua arte scultorea è apprezzata in tutto il mondo, scopriamo perchè”
di William Mussini (da ilbenecomune.it)
4 marzo 2021
Dopo un recente incontro per motivi di lavoro con lo scultore oratinese Valeriano Fatica, ho avvertito la necessità di dare voce ad un artista le cui origini e peculiarità restano ancora poco conosciute in regione.
Valeriano, prima di parlare nello specifico del tuo modo di scolpire materiali inediti, puoi farmi una breve bio?
Ciao William, innanzitutto grazie per questa opportunità. Mi chiamo Valeriano Fatica sono nato il 20/11/1988 ad Oratino, dove vivo tuttora. Ho scoperto la passione per il disegno all’età di 12 anni, ho frequentato il Liceo Artistico G. Manzù di Campobasso e l’Accademia di Belle Arti di Roma che ho abbandonato perchè non mi stimolava e non vedevo “un futuro”. Nel 2012 sono tornato in Molise per lavorare nel ristorante di famiglia, e qui ho scoperto la mia reale passione per la scultura ed ho iniziato a sperimentare su materiali commestibili.
Dalle nostre chiacchierate è emerso il tuo carattere ritroso e poco incline ad una socialità convenzionale, hai vissuto parte dell’adolescenza a leggere soprattutto fumetti; ci parli di quel periodo? In quegli anni ha preso forma il tuo animo d’artista?
Quando ero piccolo mi piaceva stare in compagnia degli amici, ma dopo alcune vicende personali alla età di 11/12 anni ho deciso in modo spontaneo di isolarmi dal resto del mondo. Non uscivo più in paese, l’estati le passavo chiuso in casa a disegnare e vivere in altri universi grazie ai fumetti.
I fumetti erano gli unici amici che avevo e quelli di sicuro non potevano tradirmi. Il mio rapporto con la scuola è sempre stato problematico fin dalle elementari, essendo secondo genito tutti facevano i paragoni con mio fratello maggiore ritenuto un piccolo genio, io invece ero un piccolo stupido, non capivo la matematica, non mi piaceva studiare (cosa che si può intuire da come parlo e scrivo), ricordo ancora una frase di una maestra ai colloqui di mia sorella minore: meno male che Giusi è come Marino e non come Valeriano.
Ho in testa delle scene che non mi si toglieranno mai dalla mente: lo sguardo schifato delle maestra di matematica che mi mandava apposta alla lavagna perchè sapeva che non ero in grado di fare le divisioni, e puntualmente tornando a posto dopo l’ennesima derisione scoppiavo a piangere.
Anche quando iniziai il liceo Artistico la cosa non cambio minimamente, anzi, l’unica cosa che cambiò era il mio amore nel disegno che si trasformò in odio, causato principalmente dalla mia debolezza perchè pensavo di essere bravo almeno in quella cosa e volevo essere apprezzato da qualcuno, ma a quanto pare per gli insegnati non valevo niente. In seconda superiore a causa di questo disagio decisi di non andare più a scuola, ero diventato una sorta di hikikomori, non parlavo più con nessuno, non uscivo di casa, ero solo io e i fumetti. Dopo 4 mesi ritorno a scuola costretto (non che prima non ci abbiano provato) dai miei genitori e mio fratello maggiore. Quell’anno venni bocciato. Poi non so cosa è successo ma tornai a scuola e la finii anche discretamente bene.
Tutto quello che ho creato con le sculture di frutta, sicuramente non mi sarebbe riuscito se non avessi avuto tutto questo senso di rivalsa verso gli altri, cosa che ora non ho più perchè ho appagato il mio ego, ma nello stesso tempo ho capito che non serve a niente. Ero e sono una persona debole ed insicura, l’unica cosa che è cambiata è che non mi importa più del giudizio della gente ma mi importa esclusivamente del mio pensiero.
Che cos’è l’animo d’artista?
Raccontami adesso ciò che fai, i materiali che di solito utilizzi, le tue ispirazioni, il processo creativo.
Scolpisco praticamente tutto quello che mi viene in mente dai materiali classici come la pietra passando per l’anguria, ai formaggi fino ad arrivare ai chicchi di caffè.
Posso svegliarmi durante la notte con un’idea, ma dopo un paio di ore non mi sembra più cosi geniale, può venirmi un flash durante la giornata, il processo creativo non è definito è del tutto casuale, come la mia vita.
Quali sono stati i riconoscimenti più importanti per te? In quale occasione le tue opere ti hanno consentito di valicare i confini nazionali?
Non ho riconoscimenti importanti, perchè come scritto in precedenza non mi importa più di quello che pensa la gente, il mio unico riconoscimento è se sono riuscito a fare una scultura migliore di quella precedente, cosa che posso giudicare solo io.
Nel 2016 ho realizzato la mia scultura più famosa “Night King” che su internet ha superato i 200 milioni di visualizzazioni in tutto il mondo, la prima volta che sono andato virale è stato nel 2015 con un opera inedita che ho semplicemente nominato “Best Watermelon Carving” il titolo all’epoca era anche giusto ma ora dovrei cambiarlo. La cosa divertente è che è partito tutto dall’America, per arrivare in Asia, poi in Europa, in Italia e dopo mesi in Molise.
Mi rivolgo adesso al Valeriano imprenditore e ristoratore: cosa mi puoi dire riguardo al periodo storico che stiamo vivendo? Quali ripercussioni ha subito il settore della ristorazione? Ti sei fatto un’idea di dove il mondo in piena crisi politico sanitaria ci sta conducendo?
Vedo nero, vedo che per leggi idiote l’attività di famiglia in cui i miei genitori hanno versato il sangue sta fallendo.
Parlo per la mia situazione ma credo che sia uguale per tutti coloro hanno una struttura pensata per ricevimenti.
Voglio che qualcuno mi spieghi perchè nella sala grande rispettando tutte le regole del distanziamento posso(potevo) far venire a pranzo 180 persone, ma non posso far “festeggiare” una semplice ricorrenza di 20 persone.
Parlano di aiuti ma sono solo prese per i fondelli.
Mia figlia quest’anno compie 8 anni, va a scuola con la mascherina che deve indossare obbligatoriamente per tutta la giornata, anche durante educazione fisica. Se starnutisce la isolano in una stanzetta e dobbiamo riportacela a casa.
Gioca con le amiche tramite le video chiamate.
Come cresceranno questi bambini?
Tutti asociali come me?
Tornando alla tua arte: consapevole degli ingranaggi oramai difettosi ed arrugginiti del settore culturale artistico italiano, ritieni di poter continuare a realizzare le tue sculture puntando ai committenti internazionali?
Punto esclusivamente a quello, l’Italia salvo rare eccezioni ha troppi problemi a cui pensare per calcolare uno che gioca con il cibo. Potrei parlare dell’occasione sprecata dalla regione Molise con le sculture di Tartufo? No! Non voglio incazzarmi.
di William Mussini (da ilbenecomune.it)