Grazie a Filomena Calenda
Lettera aperta a quanti vogliono abitare un Molise diverso
di Antonio Di Lalla
1 aprile 2021
Nell’antico teatro greco, quando l’intreccio critico della trama non era risolvibile da parte dei protagonisti umani in scena, provvedeva il deus ex machina. Per intenderci e fare un esempio concreto il parlamento italiano si era bloccato e il presidente della repubblica Mattarella anziché rimandare democraticamente il presidente del consiglio Conte alle camere per verificare una possibile maggioranza è intervenuto di forza con la soluzione, sicuramente discutibile ma gratificante, per quasi tutti gli inquilini del palazzo.
Nel teatrino molisano le opposizioni erano riuscite a diventare maggioranza numerica sennonché il presidente della giunta Toma, tra una suonata e una cantata, ha lanciato un assessorato tra le forze avversarie, come una sposa il bouquet, ed è riuscito ad afferrarlo tale Filomena Calenda. Questa, eletta nelle liste della Lega – ed è tutto dire – scartata a suo tempo come assessora ed espulsa successivamente addirittura da Salvini, era un’anima in pena che cercava di farsi notare e finalmente c’è riuscita, agguantando a volo l’occasione della sua vita.
Mi sorge un interrogativo che giro a voi lettori: è Toma il deus ex machina o la Calenda l’agnella sacrificale, visto anche il contesto pasquale? Poiché non oso neppure immaginare che venti persone, perlopiù senza né arte né parte, avrebbero rinunciato di loro iniziativa a oltre 12.000 mila euro al mese per altri due anni, se non si fosse sacrificata lei avrebbero dovuto impedire a qualcuno, con le buone o con la forza, di essere presente al voto di sfiducia in modo da salvare la pagnotta. E dunque grazie a Filomena Calenda non ci sono stati né mal di pancia, né incontinenze, né tanto meno sequestri al momento del voto. Della serie: ‘botte piena e moglie ubriaca’ per la gioia di tutti!
Il grazie più grande a Filomena Calenda tuttavia lo devono anzitutto le stesse opposizioni per grazia ricevuta. Se si fosse tornati al voto, con l’attuale panorama politico, chi avrebbero candidato a capo della coalizione? Si sarebbe fatto avanti certamente il segretario del fu Partito Democratico con probabilità, pari a zero, di raccogliere la fiducia della maggioranza dei votanti molisani; per i Cinque Stelle è tramontata la forza propulsiva a livello nazionale e locale, e pertanto hanno bisogno di tempo per ridarsi un assetto credibile; non ci sono neppure dei Masaniello che spiccano a capo di gruppi e gruppuscoli divisi su tutto che fanno sentire periodicamente, in ordine sparso, la loro voce in piazza. E, non ultimo, è un ventennio che nel Molise vince chi si mette sotto l’ala protettiva del re della sanità privata, aborrito ma cercato, che ha sempre un cognato da prestare per sancire l’alleanza e garantire la sua benedizione. È meglio allora aver rimandato le votazioni alle calende greche!
Grazie a Filomena Calenda si ha il tempo di cambiare finalmente l’approccio, completamente sbagliato, alle tornate elettorali. Non più i circoli, le segreterie di partito o i boss che impongono un nome con programmi scaricati malamente da internet e accordi sottobanco, ma coalizioni intorno ad un programma chiaro e vincolante. È quanto abbiamo abbozzato e proposto, finora invano, da anni, disinteressatamente perché non abbiamo velleità elettorali, per il governo della regione ma anche per il rinnovo dei consigli comunali. Ora non è più procrastinabile, perché la gente è stanca di essere presa in giro ed è sfiduciata nei confronti della classe politica. Già Cicerone diceva che si va al governo o perché si riesce a coinvolgere le persone intorno ad un progetto affascinante o perché si promettono favori.
Finora le parti in gara si sono rincorse e profuse in un clientelismo che ci ha portati a un degrado indescrivibile che tutti sperimentano e di cui sono irrimediabilmente stufi. Oggi in Molise si vive male e si muore peggio, non per un fato avverso che si è accanito contro di noi ma per precise responsabilità politiche. Abbandono delle aree interne, massacro dell’ambiente svenduto per loschi guadagni, sanità allo sfascio con rimpallo di responsabilità sono solo alcuni dei temi che ci interpellano e chiedono un cambio di rotta. Se i nostri governanti avessero una coscienza la vedrebbero grondare sangue e si nasconderebbero per la vergogna. Invece grazie a Filomena Calenda resteranno tranquillamente al loro posto. Ma anche grazie a noi purtroppo. Se quelli che ci governano si spostano da una parte all’altra con molta tranquillità e nessuna vergogna, è perché, come al gioco delle carte nelle mani di un baro, mischia e rimischia, escono sempre le stesse figure. Ciò purtroppo si deve esclusivamente a noi che ci prestiamo ad essere parte del loro pacchetto di voti.
Grazie a Filomena Calenda abbiamo il tempo di maturare un progetto che ridìa bellezza all’abitare il Molise. Sviluppo sostenibile e protagonismo civico sono un binomio fondamentale che deve ispirare un nuovo progetto di governo della regione; sono il filo rosso che deve tenere insieme i capitoli diversi di un programma di reale cambiamento. Lo sviluppo sostenibile, ovvero un’economia che si sviluppa in armonia con la natura e in sintonia con fondamentali diritti sociali, non è una possibilità: è una necessità non più rinviabile. È scritto con forza nell’enciclica di papa Francesco Laudato si’, è scritto con chiarezza nell’agenda 2030 delle Nazioni Unite. La partecipazione dei cittadini e del mondo del lavoro non è solo il nutrimento della democrazia, ma garanzia perché nelle scelte di governo si rifletta l’interesse generale della nostra comunità e perché una nuova economia del territorio si possa realizzare.
di Antonio Di Lalla (da lafonte.tv)